Elden Ring: Shadow of the Erdtree – Recensione PS5

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Due anni sono passati. Due anni di combattimenti, morti, vittorie e imprecazioni nel lungo viaggio nel mondo di Elden Ring.

Il gioco più ambizioso e vasto di From Software, grazie ad alcune ottime scelte di design, è riuscito a conquistare un numero impressionante di utenti e a sdoganare il genere anche a chi ha sempre storto il naso di fronte a titoli affascinanti ma spesso fuori portata.

Difficile pensare che un titolo così grande potesse ricevere aggiunte ma, ad un anno dall’uscita, è stata annunciata con un boato del pubblico un’inaspettata espansione e finalmente abbiamo potuto metterci mano.

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Un cammino nelle ombre

Questo nuovo viaggio porterà il giocatore a seguire il percorso tracciato da Miquella, gemello di Malenia (incubo ricorrente di molti), che si ritroverà a vagare nel Regno delle Ombre, un luogo per molti versi simile al mondo che già conosciamo ma caratterizzato da un’ambientazione decisamente più cupa.

Fin dai primi momenti sarà chiaro che la relativa sicurezza donata dall’influsso dell’Albero Madre che troneggia l’Interregno non è più presente e ci troveremo soli e disorientati cercando un segno da seguire.

Nella desolazione appariranno dei barlumi di speranza rappresentati dalle Croci di Miquella, segnali del passaggio del semidio che ci guideranno e ci permetteranno di seguirne il viaggio alla scoperta delle motivazioni che lo hanno spinto ad abbandonare l’Interregno.

La trama di questa espansione è perfino più complessa di quella del gioco originale e, come di consueto, si potranno incontrare nuovi NPC che ci aiuteranno comprenderla relativamente meglio (nella solita poca chiarezza dei titoli From Software in cui, per scoprire le varie sfaccettature della Lore, bisogna scavare molto a fondo). 

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Tocca la Mano, Senzaluce!

Per poter accedere ai nuovi contenuti, non basta semplicemente selezionare l’opzione in un menù.

Il gioco richiede di aver raggiunto alcuni traguardi importanti nella trama, un primo segnale di cosa richiederà questa espansione.

Nello specifico bisognerà sconfiggere prima Radahn, main boss di Caelid, e poi Mohg, il signore del sangue Lord del palazzo Moghwyn nonché “custode” del corpo inerte di Miquella.

Una volta compiuta l’impresa, sarà possibile sfiorare la mano del semidio che esce dal bozzolo posizionato alla fine dell’arena di Mohg per essere immediatamente trasportati nel nuovo Regno.

Una scelta sicuramente stilistica ma che soprattutto mette in chiaro il livello di difficoltà che ci troveremo ad affrontare.

Se avete letto la nostra precedente recensione o se siete comunque esperti, avrete visto che la critica maggiore è stata proprio la troppa accessibilità del titolo rispetto al passato. La libertà di un Open world in un gioco basato su parametri e livelli può sopperire alla mancanza di abilità necessaria a superare un certo ostacolo o un boss, rendendo di fatto Elden Ring alla portata di molti.

Con questo DLC, gli sviluppatori hanno deciso di tornare sui loro passi, ma come poter gestire la difficoltà di una espansione di un gioco con alle spalle due anni in cui i giocatori hanno potuto allenarsi e creare personaggi con build tra le più disparate? Ne parleremo a breve.

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Un Regno di Novità

Shadow of the Erdtree mette a disposizione una mappa enorme, con una estensione comparabile alla somma della zona iniziale Sepolcride e buona parte di Caelid.
A sorprendere è però la varietà di ambienti profondamente diversi racchiusi in uno spazio simile e più di una volta ci si troverà spiazzati quando percorrendo una galleria passeremo da una scura radura per trovarci ai piedi di un enorme castello o quando scalando la montagna sovrastante una palude verremo lanciati all’interno di un forte.

La verticalità è portata all’estremo e le interconnessioni dei diversi piani della mappa sono tantissime ed in grado di riportare in vita quel desiderio di scoperta che ha reso così memorabile il viaggio in Elden Ring.

Un’ambientazione così densa non può essere solo bella esteticamente ma deve ricompensare il giocatore ed è per questo che sono state introdotte decine di nuove armi, armature, spiriti da evocare, magie, abilità, consumabili… Decisamente troppo per poter elencare tutto.

Vi basti pensare che sono state aggiunte 8 nuove tipologie di armi, come le Katane Giganti, le Doppie Lame Ricurve e le Bottiglie di Profumo (prima solo un consumabile da dover creare) che espandono le possibilità di nuove build.
Sarà spesso lo stesso gioco a spingere il giocatore ad adottare nuove strategie e a sostituire l’equipaggiamento per adattarsi alle nuove sfide.

Il tutto sarà recuperabile non solo esplorando ma anche affrontando i nuovi boss, esplorando un gran numero di nuove grotte e catacombe e affrontando temibili guerrieri caduti nei loro mausolei.

Ci vuole Impegno

Tornando al discorso bilanciamento e difficoltà, sono stati introdotti due oggetti estremamente importanti: i “Frammenti dell’Albero Ombra” e le “Ceneri di Spirito Venerate” che garantiranno una speciale Benedizione una volta usati. 
I primi servono a potenziare attacco e difese del personaggio mentre le seconde faranno lo stesso con Torrente e con gli spiriti evocati.

Il loro funzionamento è semplice quanto necessario: utilizzare questi oggetti riposando nei checkpoint (come si faceva con i consumabili per il potenziamento delle pozioni) permette di aumentare sia la potenza di attacco sia la difesa in percentuale.

Per capire meglio, si parte con un parametro di 1, al primo livello di Benedizione l’attacco sarà aumentato ad 1,10x, al livello 2 ad 1.20x ecc. fino ad arrivare ad avere un 100% di incremento di attacco rispetto al parametro base dato dai punti caratteristica spesi.

Questa benedizione sarà attiva solo nel regno del DLC, quindi non si potrà sfruttare per “vendicarsi” dei nemici dell’Interregno.

La domanda che molti si faranno è “A cosa servono questi nuovi oggetti quando il mio personaggio ha già eliminato ogni minaccia dell’Interregno?”. 

La risposta verrà gentilmente offerta dai primi nemici incontrati, che saranno in grado di spazzare in pochissimi colpi un personaggio con equipaggiamento potenziato e livello alto (tranquillamente oltre il 130/150). Il Regno delle Ombre non vuole intrusi e si preoccuperà di ricordarcelo molto spesso.

La sensazione è quella che si sia decisamente voluto tornare a ciò che ha reso famosa la saga Souls: brutalità verso il giocatore e una gran dose di impegno necessaria per superare le sfide.

L’apice di questa brutalità saranno gli scontri contro i nuovi boss, stilisticamente spettacolari e sorprendenti nei loro pattern di attacco quanto devastanti. Senza un adeguato livello di Benedizione basteranno veramente un paio di colpi per eliminarvi e nemmeno le cure riusciranno a tenervi in piedi per molto.

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Piccola digressione Tecnica

A livello tecnico il titolo non ha subito grossi stravolgimenti. Le varie patch che hanno portato a Shadow of The Erdtree hanno bilanciato varie armi e abilità ma i soliti difetti del gioco base e soprattutto della telecamera sono sempre presenti. 

Visivamente tutto è ben integrato e piacevolmente pulito e, nella versione provata, è possibile scegliere tra le solite due opzioni di grafica o fluidità (assolutamente d’obbligo la seconda)

I nemici, oltre che più forti, sono stati resi più consapevoli della vostra esistenza e saranno più aggressivi e precisi di prima nel colpire. Non sono sicuramente stati resi più “intelligenti” ma comunque sono stati generalmente migliorati rispetto a prima.

Un appunto soprattutto personale, non sono presenti Trofei/Achievement come da tradizione From Software. Non sono sicuramente vitali, ma contando l’impegno necessario per i nuovi boss sarebbero sicuramente stati apprezzati.

Sull'autore

Mirko Ballarino