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Il videogioco di ruolo ha visto nel 2015 delle grandi ascese con un Geralt pronto ad annientare la concorrenza o con Pillars of Eternity che silenziosamente ha conquistato milioni di fan e ha dato la possibilità di rivivere un’avventura fantasy matura e originale, con un sistema di ramificazione parecchio interessante. Altresì abbiamo visto l’ascesa di Wasteland 2 su console casalinghe ed era ormai chiaro che mancava un solo concorrente per questa grande sfida tutta occidentale, Fallout 4. Dopo il suo primo annuncio, il web si accese in delle calde diatribe sui vari componenti visibili nel primo teaser e oltre al grande hype iniziò a salire anche un certo timore. Trailer dopo trailer, gameplay dopo gameplay, news dopo news, era sempre più chiaro di come il nuovo prodotto targato Bethesda avesse tutte carte in regola per entrare sul mercato e scontrarsi direttamente con gli altro concorrenti. Quest’oggi vogliamo parlarvi di Fallout 4 con una mente aperta e dopo tantissime ore di gioco. Premettiamo però che non tratteremo qui la costruzione dei villaggi, che merita un articolo a parte. Siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo?
Sei solo un duplicato
Sembra strano di come una sidequest possa essere il preludio di un qualcosa di più grande, eppure, Fallout 4 prende la sua diretta ispirazione proprio dal terzo capitolo. Una delle missioni secondarie era chiamata “L’uomo Duplicato” e anche se molti la presero come una cosa da niente, alla fine è un collegamento che lega i due giochi, ma partiamo per gradi. Dopo una presentazione di ciò che fu la seconda guerra mondiale e degli orrori compiuti durante la liberazione del mondo dalla la potenza nazista, veniamo catapultati in un’epoca successiva, con un mondo in pace e nella sua piena fioritura. Qui potremo sbrigarci velocemente nel vedere la nostra casa e conoscere nostra moglie e un figlio in culla. Purtroppo ogni momento felice deve necessariamente spegnersi e cosi nel 2077 scoppia la guerra che porta alla fine del mondo, per come lo conosciamo noi. Entrati nel Vault veniamo congelati in una cella criogenica e molti anni dopo verremo risvegliati solo per vedere morire la nostra moglie per mano di un uomo e nostro figlio rapito, ma verremo ricriogenati subito dopo. Al nostro totale risveglio il mondo non è più come prima, anche se il nostro fedele maggiordomo è ancora lì, vicino a quella che un tempo era la nostra calda dimora.
Da qui nascerà un travagliato e lungo viaggio che ci porterà alla ricerca del nostro figlio scomparso. Dopo la guerra, infatti, il mondo non è finito, tutt’altro. Le persone continuano a vivere la loro vita più o meno come prima, ma chiaramente con le città distrutte e il clima stravolto, sono nate anche le bande dei predoni e criminali vari. Il nostro compito sarà tanto semplice quanto complesso, trovare e salvare il nostro figlio dalle mani di un’organizzazione segreta chiamata “Istituto”. Tale organizzazione nel frattempo che noi dormivamo si era fatta famosa per i rapimenti delle persone e per le loro sostituzioni con delle macchine, i sintetici.
La storia in Fallout 4 gioca un ruolo molto più importante rispetto al 3 e l’articolazione dei dialoghi riesce stavolta a far immergere il giocatore a 360°. La sceneggiatura è infatti mastodontica e comprende tantissime scelte e dialoghi, che cambiano in base all’andamento della storia stessa. I nostri compagni ad esempio in questo capitolo non saranno solo dei manichini che ci torneranno utili durante le guerre, ma saranno dei veri e propri personaggi virtuali con le loro passioni, preferenze e la propria storia, che potremo ascoltare. Qualche volta gli stessi compagni ci daranno delle missioni secondarie che si riveleranno tutt’altro che facili e veloci e talvolta riusciranno ad appassionarci per tutta la durata. Altre missioni ovviamente sono semplici e banali, ma la loro quantità darà davvero tantissime ore di gioco. È da notare inoltre l’aggiunta del doppiaggio per i protagonisti, che quindi non appariranno più come delle semplici marionette senza voce né anima.
Come abbiamo detto, Fallout 3 ha contribuito in maniera enorme alla creazione del plot del quarto capitolo e lo notiamo proprio dai sintetici. Forse qualcuno ricorderà una missione secondaria chiamata “L’uomo Duplicato” in cui dovevamo trovare dei cyborg molto simili a degli umani. Ebbene proprio loro sono i famosi sintetici e difatti lo scienziato del gioco su Playstation 3, Dr. Zimmer, viene dal Commonwealth. Oltre a questo è interessante notare come la Zona Contaminata della capitale torni spesso alla ribalta nei dialoghi, facendo riaffiorare un mare di ricordi.
Si beve, si ama e si spara
Spiegare il gameplay di Fallout 4 non è facile, in quanto si rischia di cadere nel banale o di perdersi in chiacchiere e probabilmente è più facile far capire la teoria della relatività di Einstein. Iniziamo con dire che si tratta di un seguito diretto del terzo capitolo, ma che prende molto anche dal New Vegas (sviluppato da Obsidian Entertainment), che ci aveva già mostrato delle grosse novità per quanto concerne le difficoltà e gli PNG che ci accompagnano. Per impostare la difficoltà basterà andare in opzioni e tra le varie troveremo quella comparsa in NW, Sopravvivenza. Per giocare a questa difficoltà non ci basterà andare avanti con più cautela, ma il nostro personaggio dovrà lottare più duramente con dei nemici più potenti e avere le cure che non agiscono allo stesso modo delle altre modalità. Questa modalità è adatta per chi la Zona Contaminata non la vuole solo esplorare, ma vuole viverla, ispirando i gas nocivi e facendo il bagno con l’acqua irradiata. Le altre modalità sono quelle che troviamo in ogni gioco, ma è da considerare che la difficoltà è stata leggermente alzata rispetto ai predecessori. Niente di spaventoso però, possiamo sempre andare in giro per Commonwealth con la nostra fedele arma spianata.
Iniziamo con dire che l’editor per la creazione del personaggio è tra i più riusciti degli ultimi anni e permette la modellazione di un volto molto simile a quello reale. Si potrà modificare una qualsiasi parte del volto e potremo ricreare noi stessi volendo. Per la prima volta poi nel gioco il nostro nome sarà di grande impatto e una grande sorpresa arriva grazie a una serie di nomi che i vari PNG possono pronunciare. Ad esempio se chiamerete il vostro personaggio John, ogni abitante della zona contaminata vi chiamerà cosi e questa è un’aggiunta davvero molto piacevole.
Il gameplay vero e proprio di Fallout 4 è un mix un FPS e un GDR, ma mentre nei precedenti capitoli questo era orientato più verso il ruolismo, qui siamo di fronte a un ciò che potrebbe essere un buon FPS. Ovviamente questo non vuol dire che tutta la natura è stata snaturata, anzi, si tratta più di un evoluzione che di uno snaturamento. L’arma qui gioca un ruolo fondamentale sia che la utilizziate tramite il puntamento manuale sia dal V.A.T.S., che proprio qui è stato modificato leggermente. Durante questa modalità il tempo non si fermerà totalmente, ma rallenterà semplicemente, rendendo le nostre azioni più veloci e obbligandoci a ragionare più in fretta. In questo modo potremo anche scegliere quale parte del corpo colpire in base alla percentuale di riuscita. Come nei precedenti capitoli, potremo scegliere in qualsiasi istante se giocare in terza o in prima persona, anche se, proprio come nei precedenti capitoli, è fortemente consigliata la prima persona.
Durante le esplorazioni tra le rovine non sarà difficile incappare in qualche olonastro, che spesso e volentieri ci darà delle indicazioni su una delle missioni, ma non sarà sempre cosi. Talvolta riusciremo a incappare in delle frasi che hanno davvero poco senso se messe lì a caso ogni tanto. Ci sarebbe piaciuto sentirci parte del mondo di Fallout come ci sentiamo in Skyrim, dove le molteplici lettere o libri ci permettono di avere una visione massima del circondario. Purtroppo in Fallout 4 la cosa che si avvicina di più a questo sono le registrazioni nei vari terminali, che però dicono ben poco. Sarebbe stata una mossa davvero molto intelligente e potevano essere usati anche alcuni dei documenti usati in Fallout Bible per spiegare ai giocatori qualche retroscena, ma questo difetto è solo un goccio che si perde in un mare. Le esplorazioni non saranno sempre facili in quanto il livello dei nemici che incontreremo sul nostro percorso non sarà calcolato in base al nostro livello, ma alla loro posizione. Quindi in un determinato punto della mappa potrete trovare dei nemici che ci faranno le feste in un solo istante e quindi è consigliabile salvare spesso, per non perdere tanti minuti spesi nei spostamenti. Ovviamente se da un lato questo rende il gioco un po’ frustrante, dall’altro canto rende l’immersione più realistica, dandoci sempre l’impressione che dietro il prossimo sasso si nasconde qualche bestione ci annienterà in un solo morso. È da segnalare inoltre la presenza dei mostri leggendari, che qui sono a comparsa casuale, ma ad abbattimento difficile. Ogni leggendario avrà una sorta di due vite e una forza e resistenza potenziati rispetto agli standard, ma se sconfitto ci rilascerà alcuni oggetti davvero rari perfetti da indossare. Parlando proprio di tute non possiamo non menzionare la famosa armatura Atomica. In Fallout 4 questa non è un semplice costume da indossare, ma si tratta di un vero e proprio esoscheletro che funziona a energia atomica e che quindi finisce per consumarsi con tempo. Per la prima volta l’armatura serve in maniera marcata a salvarci dalle radiazioni e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dell’influenza del peso su di noi. Se con l’armatura provate ad attraversare un fiume, non potrete nuotare, ma continuerete a camminare sott’acqua, come con dei veri mecha. Inoltre ogni pezzo dell’armatura potrà essere modificato e aggiustato nella nostra officina.
Come in ogni Fallout, anche il quarto capitolo ha lo S.P.E.C.I.A.L., che ci rende tutti un po’ speciali e lo fa in maniera egregia. Parliamo di un sistema di ramificazione che potrebbe anche non piacere ai vecchi veterani, ma che funziona senza problemi. Aprendo il nostro Pip-Boy ci basterà premere triangolo per trovarci nella schermata dedicata alle nostre modifiche, che in tutto si attestano sulla bellezza di duecentocinquanta combinazioni di perk. Ogni categoria principale possiede dieci livelli di modifiche e poi ognuna si dirama in tante altre che modificheranno le nostre possibilità di gioco. Il gioco può essere quindi affrontato in modo sempre originale e senza mai delle ripetizioni. Come nei precedenti capitoli ci saranno le perk che ci aumenteranno le abilità con lo scasso o con le violazioni dei sistemi elettronici, ma anche qui sono stati fatti alcuni cambiamenti come ad esempio il funzionamento del perk che ci rende amici degli animali. Mentre in Fallout 3 questi erano poi effettivamente dei nostri amici e talvolta combattevano per noi, qui dovremo renderli docili puntando con L2 e premendo X e poi indirizzando verso un altro soggetto da attaccare. Anche questo è però un pregio più che difetto. È davvero interessante poi la possibilità di costruire delle proprie armi o modificare quelle già disponibili con del calci, mirini, rompifiamma e altri pezzi come se fossimo in un fps futuristico. Come abbiamo detto, però, affronteremo l’argomento della creazione in un altro articolo a parte.
Come ogni altri titolo targato Bethesda, anche Fallout 4 non è esime dai difetti, che vanno dal semplice uomo fluttuante all’impossibilità momentanea di finire una quest. Siamo però consapevoli che una tale vastità di territorio, con tutte le sue elaborazioni e scelte, è difficile da rendere immune ai bug.
Le nuvole all’orizzonte
Vivere nel mondo post apocalittico non è sempre uno spasso perché il pericolo è sempre dietro l’angolo con una pistola laser o un bel coltello. Cosi i giocatori che aspettavano un comparto tecnico all’avanguardia si sono trovati in un mondo vivo e gigante, ma tutt’altro che curent-gen. Questo lo si notava però anche dal primissimo trailer, in cui la grafica appariva un po’ più povera rispetta agli standard odierni. Ricordiamo infatti che il motore grafico utilizzato da Bethesda è il Creation Engine, lo stesso di Skyrim, uscito nel lontano 2011. Purtroppo nonostante le pesanti modifiche e gli aggiornamenti si denota subito una certa povertà grafica, ma che già dopo una breve sessione vien da meno grazie a tutto ciò che circonda questo Fallout 4.
È comunque interessante notare di come sia stata risposta una grande cura nella creazione del mondo di gioco, che risulterà essere pressoché vivo. I scorci delle città sono stati ricreati alla perfezione, dandoci l’idea di trovarci in un mondo in cui le persone cercano di sopravvivere, qualcuno di depredare e altri cercano di creare il panico e il terrore. Stesso discorso vale anche per le lande, che acquisiranno un loro fascino grazie all’estrema desolazione, quella che ci si aspetta da un mondo post apocalittico. A tratti ci è sembrato di vivere nel mondo descritto da Cormac McCarthy nel suo romanzo La Strada, in cui un padre e un figlio attraversano le lande desolate di un mondo caduto in rovina. Le strade deserte e semi distrutte, affiancate da delle lande grige ci faranno compagnia per molto tempo. Le luci ambientali riescono a meravigliarci quasi sempre e vedere gli alberi trafitti da una luce bianca è uno spettacolo. L’alba e il tramonto diventano cosi dei momenti incredibilmente belli dal punto di vista visivo. Da notare anche il cambiamento climatico, che ogni tanto porterà dei veri e propri temporali. In quel momenti non potremo non guardare il cielo ammirando estasiati i fulmini che tagliano il cielo e irradiano il mondo con una pioggia acida. Quest’aggiunto della pioggia acida è in effetti davvero piacevole e demarca una cura per i dettagli incredibile e ciò ci piace moltissimo. Gli fps su Playstation 4 si mantengono sui 30, ma scendono durante le scene più concitate o in alcuni punti nevralgici della città di Boston. Purtroppo una stabilità dei 30 frame per secondo sembrano ancora lontani.
Invece parlando della colonna sonora, purtroppo, siamo rimasti spiacevolmente scottati. Come nei precedenti giochi è presente una radio che trasmette della musica degli anni 30-40-50, con un DJ che stavolta sembra prossimo al suicidio. La nota davvero negativa arriva proprio quando partono i brani, di cui potremo trovare molti riciclati dal terzo capitolo. Dopo tre ore di gioco avremo sentito tutta la colonna sonora più e più volte e alla fine finiremo per spegnere la radio e non riaccenderla mai più. Per fortuna è presente anche una stazione con della musica classica, ma anche questa purtroppo finisce con ripetersi troppo in fretta. Non ci sarebbe dispiaciuto vedere qualcosa di diverso dai classici The Ink Spot, che ormai sembrano aver invaso la serie. Spegnendo la radio, però, ci potremo accorgere che in realtà la colonna sonora scritta da Inon Zur è davvero lodevole e molto più durevole dei brani della radio. È un vero peccato comunque perché ci sarebbe piaciuta una maggior cura in quella componente che spesso si rivela fatale. Il doppiaggio è tutto in italiano e alcuni dialoghi sono anche abbastanza credibili, mentre altri un po’ meno. Su Playstation 4, come ormai sapete il difetto primario è che la qualità cala drasticamente in quanto sembra che sia fatta letteralmente da uno scantinato. Siamo però certi che Bethesda risolverà questo problema con una patch, facendo tornare Fallout 4 al suo meritato splendore.
In definitiva Fallout 4 è un gioco che nonostante gli evidenti limiti tecnici cattura il giocatore e lo fa immergere in un nuovo ambiente, quello del Commonwealth, Boston. Il gameplay evoluto è dettato più sull’azione che sul ruolismo vero e proprio, ma ciò no snatura l’anima del gioco, che continua a farci sognare e la cura dei dettagli è davvero enorme, cosi da darci l’idea di un vero mondo interattivo popolato dai personaggi digitali. Il sonoro perde purtroppo molto del suo fascino grazie alla colonna sonora in parte riciclata dai precedenti capitoli, ma Inon Zur ha saputo colmare il difetto con i propri brani. Anche i compagni che ci seguono qui hanno una rilevanza enorme, allo stesso modo anche la storia, in questo Fallout sembra aver finalmente preso il sopravvento e grazie ai vari collegamenti con il terzo capitolo prosegue liscia fino alla fine.