Fallout – Recensione – La Serie TV targata Amazon è veramente spettacolare

Fallout
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“La Guerra, La guerra non cambia mai” 

Con questa frase ci viene presentato praticamente ogni capitolo della serie videoludica Fallout. Nata nel lontano 1997 grazie al lavoro fatto da Interplay Entertainment. Con il terzo capitolo i diritti di Fallout passarono a Bethesda, che ne fece la sua seconda punta di diamante dopo The Elder Scrolls. Fallout 3 in effetti cambiò completamente il nostro modo di vedere il videogioco di ruolo, regalandoci qualcosa di mai visto o provato prima di quel momento. Il resto – si potrebbe tranquillamente dire – è ormai storia. Nel 2024 su Prime Video è uscita la serie tv Fallout e devo ammettere che la sensazione è la stessa di quando si torna a casa dopo un lunghissimo viaggio.  

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La serie è stata ideata da Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner, mentre dietro il suo sviluppo troviamo nientepopodimeno che Jonathan Nolan (Westworld) e Lisa Joy (Westworld). Due pesi massimi in un ambiente che poteva essere un fallimento. In fondo è facile sbagliare qualcosa in un’opera così complessa e stratificata, piena di serietà, ma anche di umorismo e di quel mood che fino a questo momento solo i videogiochi hanno saputo dare. Poteva fallire, ma invece Fallout parte nel migliore dei modi e colpisce duro con tutte le caratteristiche che ognuno di noi auspicava che avesse.  

Fallout la nuova serie Amazon Prime

Dopo lo scoppio della Terza Guerra Mondiale e il totale bombardamento atomico del suolo mondiale, alcuni fortunati hanno potuto rifugiarsi in dei luoghi sicuri sviluppati dall’azienda Vault Tech, i Vault per l’appunto. Luoghi capaci di offrire un rifugio sicuro (o forse no) agli abitanti, facendoli riprodurre e sopravvivere il tempo necessario per uscire e ripopolare la terra. Un’idea un po’ naif se si pensa a mente fredda.  

Nel Vault 33 la vita scorre tranquilla e una giovanissima Lucy MacLean (Ella Purnell) decide di offrirsi come la futura sposa a uno degli abitanti del Vault 32. Un modo per procreare senza mischiare i geni tra i consanguinei (cosa che ovviamente porta a tantissimi rischi futuri). Eppure il suo giorno più felice si trasforma in un vero e proprio incubo quando Lucy scopre che in verità colui che ha sposato è un predone venuto dal mondo esterno e gli altri “abitanti” sono solo altri predoni venuti per seminare morte e terrore. Alla fine la vicenda finisce con il rapimento del padre, Hank MacLean (Kyle MacLachlan) e quindi con il desiderio della figlia di ritrovarlo e la sua immersione nella Zona Contaminata. Un topos piuttosto classico in tutte le storie di Fallout se ci pensate.  

E fuori dalla sicurezza di un luogo così alienante come il Vault, la ragazza scopre tante verità sul mondo reale, brutto e cattivo. Scopre che nessuno vive secondo le regole del buonsenso e del buon costume. C’è una continua lotta per la sopravvive e la morte aleggia nell’aria come una creatura immaginaria che improvvisamente diventa reale. In superficie tra l’altro si muovono altri due protagonisti della serie, tutti alla ricerca di un solo obbiettivo; quello che unirà il trio in un modo o in un altro. Da una parte abbiamo il Ghoul Cooper Howard (Walton Goggins), mentre dall’altra parte abbiamo invece il giovane scriba della Confraternita d’Accaio Maximus (Aaron Moten).  

Jonathan Nolan e Lisa Joy hanno gestito una storia complicata, stratificata su più livelli e con un universo ormai super consolidato. Era facile fare un passo falso. Era facile deludere gli appassionati e anche i nuovi spettatori, ma così non è stato. In Fallout si respira l’aria del videogioco. Si sente la presenza delle radiazioni, la bellezza di una Nuka Cola e di tutti quei piccoli dettagli che hanno caratterizzato la serie videoludica. La cura in effetti è stata maniacale in ogni minimo frangente. Questa cura per i dettagli, per un mondo devastato, ma in continuo sviluppo, mai morto. Questo è ciò che tutti auspicavamo di vedere.  

La protagonista della serie tv Fallout targata Amazon Prime

Queste scene così meravigliose sono poi si uniscono dei dialoghi taglienti, divertenti e spesso irriverenti. La stessa tipica comicità che abbiamo amato per decenni in formato televisivo. I personaggi hanno una loro forte personalità, che delle volte stride con quella degli altri, altre volte invece no. Ognuno di questi ha però un motivo per stare lì e un motivo per combattere. I vari personaggi che ci si presentano davanti colpiscono e conquistano.  

Nel mondo post apocalittico vige la totale follia. Un po’ come in Mad Max (vi ricordo che a breve uscirà lo spin off Furiosa), o Ken il Guerriero oppure un Borderlands (anche se ovviamente non è un post apocalittico e anche questo a breve vedrà luce al cinema). Ci sono tante altre opere che hanno mostrato un mondo folle, fatto di scelte insensate con zero valore per la vita umana umana. Anche in Fallout i personaggi che popolano la Zona Contaminata non rispondono a nessuna legge e i suoi abitanti nuotano in una follia di rara potenza. Gli attori in questo caso hanno giocato le loro carte al massimo delle possibilità, conquistando inesorabilmente il pubblico. Lucy, la giovane protagonista un po’ naif, il Ghoul cinico e spietato e il cavaliere, in cerca di un riscatto. Ognuno di essi è riuscito a stupire a modo suo e nell’arco dello show a ognuno di essi è stato dato il giusto tempo per lo sviluppo di una propria personalità profonda e stratificata.  

Registicamente parlando, Fallout riesce a difendersi praticamente in ogni frangente. La telecamera si muove in modo fluido, mostrando il punto giusto al momento più opportuno, senza il superfluo, senza alcuna indecisione. Una grande attenzione è stata posta verso le scene d’azione più crude. Il videogioco infatti presenta una grande quantità di scene piuttosto gore e queste le ritroviamo anche all’interno della serie televisiva. Scene mostrato al rallentatore per emulare e omaggiare il gioco. In questo caso l’effetto funziona veramente bene, riuscendo a dare molto più pathos alle sparatorie.  

Il ghoul di Fallout, la serie tv targata Amazon recensione

Ci troviamo a vivere una nuova epoca di serie tv e film tratti dai giochi. Prodotti, che oggi sono pensati, fatti e confezionati da chi il medium lo conosce benissimo e sa come giostrarsi in questo campo.  

Il problema potrebbe nascere con gli spettatori che non hanno mai preso un pad in mano e che quindi non conoscono minimamente la lore. Certo, il prodotto funziona divinamente anche senza questo dettaglio, ma indubbiamente la comicità del gioco potrebbe stranire qualcuno.  

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".