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Ebbene si, siamo stati in anteprima a vedere First Man il nuovo fiammante film di Damien Chazelle che, per chi non ne fosse ancora al corrente, è quel regista che a soli 32 anni ha vinto già un oscar come miglior regia grazie a La La Land che lo ha già portato nel guinness world record dato che è il regista più giovane ad aver vinto un Oscar.
Non vi nascondo quindi che l’attesa di First Man non era poi così bassa, anche perché Chazelle ha deciso di intraprendere una strada un po’ diversa ma ben delineata. Sarà riuscito a farci innamorare di nuovo della sua ultima opera?
Sig. Armstrong
In Fisrt Man Chazelle abbandona un pochino lo standard a cui ci ha abituato,facendoci vivere le gesta di Neil Armstrong, ovvero il primo uomo che ha messo piede sulla Luna (e da qui il titolo del film). Sinceramente ho nutrito sempre il forte dubbio sulle difficoltà nel portare una storia così breve e così poco espansiva da riuscire a farci 140 minuti di film. E invece sono uscito dal cinema convinto che il nostro amico Damien anche questa volta non ha sbagliato il colpo.
Tutta la storia narrata durante il film prende un filo logico incredibilmente maturo, semplice e davvero emotivo. Vivere la storia, quasi completa di Neil che, peraltro è interpretato da un ottimo Ryan Gosling, serve per farci vivere in prima persona tutte le emozioni che possa aver provato quell’uomo sia nella preparazione che nell’atterraggio di una delle missioni più importanti della storia.
La parte su cui si esprime benissimo il film e riesce davvero a lasciare il segno sono le motivazioni che hanno gli Stati Uniti nel fare questo volo e unite ad una forza e la voglia di sfida che ha Neil rendono un’armonia nella narrativa eccellente, in aggiunta alle sensazioni di una moglie che seppur contenta della vita del proprio marito non può far a meno di andare a dormire con la sensazione di svegliarsi da sola il giorno seguente.
Questo, a mio parere, rende First Man davvero un bel film, che effettivamente mi è riuscito a tenere sempre ben allacciato allo schermo, tengo però l’obbligo morale di ammettere anche che purtroppo i 140 minuti della pellicola spesso si fanno sentire fin troppo, rendendo in alcuni casi il film poco scorrevole.
Houston Abbiamo Un Problema
Tecnicamente il film mi ha meravigliato.
Il modo in cui il regista ci fa entrare negli occhi e nelle orecchie del protagonista è davvero eccellente, con degli stacchi di regia e delle inquadrature sempre in movimento ma con un obiettivo ben preciso che sono davvero meravigliose. Ogni dettaglio è al proprio posto e in qualsiasi momento c’è quella briciola in più che riesce a mettere angoscia o piacere allo spettatore.
Non vi nascondo che per tutta la durata del film ad ogni decollo delle missioni che venivano fatte nutrivo l’esatta sensazione di trovarmi lì, ben conscio però di essere seduto su una poltrona del cinema, eppure era come se mi sentivo insieme a lui. Ad aumentare questo senso di immedesimazione ci ha pensato sicuramente l’audio, che è stata forse la cosa che ho apprezzato di più in tutto il film perché in First Man sono riusciti a far parlare i silenzi molto di più di mille dialoghi. Creando un’atmosfera incredibilmente curata e davvero credibile, sotto ogni punto di vista.
Chiaramente è un film che va apprezzato al cinema, merita assolutamente una vostra visione purché sia in sala dove vi renderete davvero conto di quanto questo film valga il prezzo del biglietto. Che sia sulla Luna, su Marte o sulla Terra speriamo di rivederci presto Sig. Chazelle.
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