Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.
Furi, sviluppato dai francesi The Game Bakers, ci ha fatto davvero sudare le proverbiali sette camice. La casa di sviluppo The Game Bakers è nota per le sue produzioni su dispositivi mobile e per definirsi “studio in the clouds”, essendo gran parte del team sparso in varie parti del globo.
Con Furi fanno quindi il loro debutto su PC e PS4 e hanno deciso di portarci un prodotto ai limiti della follia. Badate bene, vogliamo dichiararlo fin da subito, il gioco è follemente difficile e metterà a dura prova la vostra sanità mentale, ma proprio per questo sarà gratificante come pochi altri.
Il carceriere è la chiave, uccidilo e sarai libero
Imparate questa frase, “Il carceriere è la chiave, uccidilo e sarai libero”, perché sarà il vostro mantra durante tutta la durata dell’avventura. La narrazione prende il via con il protagonista imprigionato e costretto a subire le vessazioni del suo carceriere. Non si hanno informazioni sul suo passato e sugli avvenimenti che lo hanno portato in questa cella ipertecnologica. In soccorso del protagonista senza nome arriverà un uomo munito di bastone e maschera da coniglio di colore viola.
L’obiettivo fin da subito è semplice, il nostro amico vuole fuggire e per farlo ha bisogno del nostro aiuto. Lo scontro con l’aguzzino è inevitabile e se vorremo uscirne vittoriosi dovremo fare affidamento sulla nostra spada e su una pistola al plasma.
Questo è l’incipit di Furi, sconfiggi colui che ti tiene in catene ed avanza fino ad affrontare il prossimo. Le boss fight sono le uniche sezioni di gameplay presenti, per un totale di nove boss tra voi e la tanto agognata libertà. Nelle sezioni d’intermezzo ci sarà il coniglio viola ad accompagnarci e a darci maggiori dettagli sulla prigione, sui carcerieri e sulla natura del protagonista. Fin da subito la situazione sembra essere poco chiara, sotto c’è più di quanto ci venga mostrato e le parole dei vari boss tendono a rafforzare questa convinzione. Senza entrare troppo nel dettaglio e raccontarvi tutto per filo e per segno, sappiate che al termine della breve campagna principale sarete chiamati a compiere una scelta.
[Tweet ““Il carceriere è la chiave, uccidilo e sarai libero”, sarà il vostro mantra durante l’avventura.”]
Direzione artistica
Takashi Okazaki, autore dello splendido Afro Samurai, è stato chiamato a disegnare i personaggi del gioco. Nonostante il protagonista non brilli per tutta la durata della campagna, complice probabilmente il suo essere muto, i vari boss sono splendidi ed in alcuni casi davvero fuori di testa.
Le sezioni d’intermezzo, assolutamente passive, potendo addirittura rendere automatici i movimenti del personaggio attraverso la pressione di un apposito tasto, sono anch’esse magnifiche da vedere, nonostante qualche imperfezione grafica o animazione non proprio naturale del protagonista.
Altra chicca è il comparto audio, sempre adeguato al contesto, volto a sottolineare gli scontri più concitati o le tranquille passeggiate del protagonista. La colonna sonora è firmata da un mix di artisti che hanno dato ancor più vigore all’esperienza e sarà difficile dimenticare alcune canzoni a gioco completo.
Sconfiggi il tuo nemico
Il sistema di combattimento è semplice, le due armi principali hanno colpi a raffica e caricati. Per evitare i colpi nemici si deve essere sempre reattivi, scegliendo se schivarli o pararli. La parata in particolare, se messa a segno con tempismo, fornisce un piccolo recupero di energia, preziosissimo nelle fasi più complesse del gioco.
Parlando dei boss, ognuno di essi è differente dal precedente e caratterizzato da armi e pattern d’attacco unici. A questo deve inoltre aggiungersi la presenza di una serie di quadratini posti sotto la barra vitale dei boss, indicanti il numero di volte che tale nemico dovrà essere messo al tappeto; ad ognuno di questi quadratini corrispondono pattern d’attacco differenti e sarà compito del giocatore memorizzarli a dovere.
Una sfida senza pari
La durata del titolo è molto variabile, tutto dipende dalla difficolta scelta e dalla bravura del giocatore. Maggiore è il grado di apprendimento, più corta sarà la vostra esperienza con Furi. Completata la campagna a difficolta normale verrà sbloccato il livello di difficoltà massimo, che rende il titolo complesso a livelli estremi.
Piccola nota dolente è proprio il livello di difficoltà selezionabile, che già nella sua versione normale risulta essere notevolmente squilibrato verso l’alto. A questo deve aggiungersi che a livello facile, il tutto si limita ad essere una semplice passeggiata tra i vari boss, venendo eliminati intere sezioni di combattimento. Va però precisato che le morti sono quasi esclusivamente attribuibili ad errori del giocatore, ma questo non decolpevolizza il titolo, che rimane ugualmente frustante.
Questa scelta penalizza notevolmente i giocatori meno esperti, costretti a scegliere se abbandonare il titolo o completarlo senza alcun tasso di sfida a livello di difficoltà minimo. Probabilmente l’inserimento di una modalità facile che non tagliasse di netto alcune sezioni dei combattimenti avrebbe reso il titolo gradevole per tutti.
Furi mette a disposizione una sezione di allenamento, in cui poter affrontare tutti i boss incontrati durante la campagna. Il livello di difficoltà non è selezionabile e al completamento di ogni battaglia verrà assegnato un punteggio, spingendo quindi alla ricerca del costante miglioramento.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Se deciderete di acquistare Furi dovrete accompagnarlo con una bella dose di calmanti, perché siamo sicuri che in alcune boss fight ne avrete bisogno. Il gioco è in fin dei conti un trial and error e se amate essere messi costantemente alla prova Furi è il titolo che fa per voi.[/stextbox]