Genocidal Organ – Recensione

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Quando si attuano quelle che io definisco “trasposizione di media” è sempre una roulette russa perchè spesso e volentieri capita che un una storia sotto forma di film renda molto di più rispetto alla stessa storia in formato fumetto.

È questo il caso di Genocidal Organ, manga composto da 3 volumi, edito in italia da Star Comics e disegnato da Gato Aso. Il fumetto è un adattamento del film omonimo uscito nel 2017 che a sua volta è un adattamento di un romanzo dello scrittore Project Itoh, alias di Satoshi Ito. Pur non avendo visto il film o letto il libro, salta subito al’occhio il fatto che durante entrambi gli adattamenti molti elementi siano stati persi, ma andiamo con ordine

Una trama esente da spannung

La trama è incentrata su una squadra di assassini facenti parte dell’esercito americano e che si occupano principalmente dell’eliminazione di criminali di guerra artefici di veri e propri genocidi, da qui il nome. La squadra, il protagonista soprattutto, dovrà fare i conti con il misterioso Jonh Paul ma soprattutto dovrà fare i conti con il ricordo di tutte le persone che ha ucciso.

La storia di per se è molto bella, il connubio tra ambientazione post apocalittica mista all’attualità è sempre apprezzata, ma c’è un ma. Pur essendo una storia valida il fumetto è troppo veloce, non hai un attimo di tensione, un attimo di suspance o come dir si voglia e mi azzardo a dire che questo sia dovuto al cambio del media, perchè  libri, fumetti e film hanno tempi diversi.

Una cosa che non ho apprezzato è la spiegazione del funzionamento dei Gadjet o del ruolo di alcuni personaggi al di fuori della storia, in delle pagine speciali. Capisco che sarà stato sicuramente necessario, ma capisco pure che concettualmente possa piacere o meno

L’arduo compito di Gato Aso

Alla fine del terzo volume Gato Aso ringrazia i lettori e scrive una sorta di “disclaimer” nel quale, a sommi capi, dice che non è stata un’impresa facile disegnare questo fumetto in quanto di solito, per opere del genere si discute prima con l’autore, cosa che purtroppo è stata impossibile in quanto Project Ito ci ha lasciati nel 2009, Gato si augura quindi di aver fatto un buon lavoro sia per chi aveva già letto il romanzo, sia per chi si approcciava la prima volta.

Da nuovo lettore posso ritenermi soddisfatto, è stata una buona lettura pure a livello grafico,  Gato aso è comunque riuscito a trasmettere quel senso di inquietudine che presumo volesse trasmettere l’autore originale. Quindi ve la consiglio questa serie? Assolutamente si, l’ho trovata una lettura veramente godibile, ed essendo soltanto 3 volumi ne vale decisamente la pena soprattutto per chi è n appassionato del post-apocalittico o dei fumetti “politici”

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Redazione