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Ricordo che anni fa guardai l’anime chiamato Golden Boy, tratto dal manga di Tatsuya Egawa e ne rimasti felicemente sorpreso. Non le donnine mezzenude, ma per il protagonista e la sua attitudine alla vita. Il saper prendere ogni problema dal lato giusto, godendosi il momento e imparando sempre qualcosa. Così decisi di fare un bel rewatch degli OAV, che in fin dei conti sono 6 da venti minuti l’uno. Una miniserie che mi ha trasportato nell’adolescenza più sfrenata e nel mio ciclo dei rewatch che sto facendo quest’estate.
Ciò che colpisce di Golden Boy per l’appunto è l’animo di Kintaro Oe, un ragazzo di 25 anni che viaggia per il Giappone in cerca di un lavoro a tempo super mega determinato. Non è un perdigiorno, ma abbandona l’università perché ha già imparato tutto ciò che gli studi possono offrirgli. Ogni puntata rappresenta un lavoro diverso al quale Kintaro si dedica con dedizione e amore, ma poi accade sempre qualcosa.
Quel qualcosa è sempre rappresentato da una giovane fanciulla dalle forme graziose che rapirà il cuore del protagonista, mandando il suo cervello in tilt. Kentaro è infatti uno molto romantico, ma allo stesso tempo piuttosto sciocco e credulone. La sua ingenuità lo porta a fare delle cose folli, ma allo stesso tempo sincere e amabilmente genuine e alla fine ogni ragazza finisce per innamorarsi non del suo aspetto, ma del carattere, di quella follia sana che gli brilla negli occhi.
Ci sono delle scene di nudità, questo è vero. I corpi femminili sono bellissimi e disegnati magnificamente e anche questo è un dato innegabile, ma c’è qualcosa di più.
Ogni puntata in fin dei conti è una lezione di vita per Kintaro e anche per lo spettatore. In quella comicità un po’ “maniachesca” si nasconde un animo profondo di una filosofia di vita un po’ hippie, un po’ fanciullesca, ma sempre vera e verace. Il desiderio di non sottostare alle regole, la voglia di lavorare sodo perché si impara sempre, in ogni momento. Mi ha ricordato una frase che mi fu detta anni fa.
“Bisogna avere l’umiltà di capire e non la presunzione di sapere.”
E alla fine uno dei messaggi è proprio quello del lavoro che nobilità l’uomo e lo rende migliore. La vita che ci fa incontrare delle persone meravigliose in questo vasto mondo. L’altruismo, su cui dovrebbe bastarsi la nostra società e i nostri rapporti. Sono in verità tanti gli argomenti trattati nell’anime. Questi poi diventano molto più profondi nel manga, che non gioca solamente sulla chiave comica, ma anche quella più introspettiva e drammatica.
Ecco, devo dire che forse è un peccato vedere solamente sei puntate di questa serie così particolare.
Forse Golden Boy è invecchiato malino e sicuramente tutte quelle scene oggi appaiono fin troppo scorrette per un pubblico molto più sensibile e attento, ma ho trovato il rewatch rinvigorente per il mio animo.
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