Goodbye, Eri – Recensione – Slice of Life che non ti aspetti

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Il mondo dei manga negli ultimi hanno ha subito diversi scossoni, con alcuni mangaka che dopo essere saliti alla ribalta hanno deciso di dettare le regole. Il futuro dei manga action sta quindi cambiando e attualmente Tatsuki Fujimoto è una delle figure di spicco, capace di creare opere di successo nonostante la sua giovane età. Dopo Fire Punch e Chainsaw Man abbiamo visto uscire diversi one-shot in Italia, ma ammetto che personalmente aspettavo Goodbye, Eri in modo più acceso. Forse perché il tema della perdita e i drammi in generale sono il mio pane o forse perché si tratta di una storia che parla anche di cinema. Forse tutto insieme.

Fatto sta che Star Comics ha pubblicato anche questo nuovo one-shot, che ho divorato praticamente in un boccone. Il risultato finale l’ho parecchio apprezzato, ma forse qualche cambiamento era doveroso farlo alla fine.

La storia di questo manga è tanto semplice quanto funzionale. Yuta viene obbligato da sua madre a filmarla tutti i giorni, fino alla sua morte. Dopo la morte, il ragazzo finisce per creare un vero e proprio film dell’ultimo periodo della vita di sua madre, ma questo non piace a nessun compagno di scuola. Anzi, potremmo dire che in verità il filmato viene deriso e così anche Yuta. Tutto cambia quando il ragazzo incontra Eri, una ragazza amante del cinema che proporrà qualcosa di particolare al protagonista.

La storia di questo manga funziona dall’inizio alla fine, o quasi. La verità è che tutta la parte iniziale è veramente interessante e così anche la metà dell’albo. L’ultimo capitolo purtroppo rivolta totalmente tutto, creando qualcosa di quasi fantasy o horror e quindi rovinando anche la sensazione di leggere qualcosa di realistico o quantomeno da slice of life. Tatsuki ha comunque l’abilità unica di rendere affascinante ogni frammento della storia. Ci sono dei momenti di silenzio, che parlano comunque al lettore, comunicando attraverso i personaggi, attraverso gli ambienti e anche attraverso il buio. Nell’insieme si resta comunque piacevolmente colpiti da Goodbye, Eri.

Per quanto riguarda lo stile, c’è poco da pensare. Fujimoto è un vero e proprio drago con le matite. Il suo tratto è riconoscibile e vanta un’ottima precisione e soprattutto una ricchezza di dettagli non indifferente. Tutto questo finisce per creare il tanto agognato effetto “wow”, che risulta essere molto importante in un’opera di questo genere.

Cover del manga Goodbye, Eri recensione havocpoint.it

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".