Greedfall – Recensione

GreedFall
Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Da quando ho visto i primi trailer, Greedfall mi ha sempre, in un certo senso, affascinato. Sarà stata la sua ambientazione, o il fatto che da un po’ non prendevo in mano un gdr open world e, nonostante gli sviluppatori hanno fatto sorgere più di qualche dubbio in passato, con The Technomancer (ma soprattutto con Bound By Flame), questa volta sembrano aver imboccato una buona strada, sarà così?

Greedfall

Alla conquista di Teer Fradee

La cosa più interessante e che più mi ha attirato di questo titolo è proprio la sua ambientazione. Il XVIII secolo, i conquistadores spagnoli e i nativi americani, sono tutti argomenti che rivelano un certo fascino, Greedfall non fa eccezione. Infatti, è proprio con un XVIII secolo in stile fantasy che vediamo nascere la storia di Greedfall. Noi impersoniamo De Sardet, un nobile e diplomatico che insieme al cugino Constantin De Courcilion, figlio del governatore di Serène, avranno come obiettivo l’andare a Teer Fradee (Tír Fradí in italiano) per gestirne – appunto –  la colonizzazione. Un’altra cosa fondamentale da scoprire sarà una cura per la Malicore, una devastante “peste” che sta decimando la popolazione. Fin da subito, la narrazione sembra essere uno dei punti più riusciti del titolo, ma non mancano le pecche. 

Le missioni principali vi porteranno via dalle 20 alle 30 ore circa, ma sarà difficile ignorare le secondarie che, quasi mai ho trovato così legate alla trama principale da sembrare pressapoco imprescindibili. Inoltre, altro grande punto a favore del titolo è il riuscire nell’impresa di metterti nei panni di un vero diplomatico. Chiariamoci, De Sardet sa come uscire da situazioni in cui le parole servono a poco. Nonostante questo, però in molte situazioni ho apprezzato veramente la possibilità di far valere la sua posizione (utilizzando il carisma) per risolvere situazioni complicate, che sia il non dover combattere per una volta o il risparmiarsi un’altra parte di quest, tramite la sua eloquenza. Tuttavia, ad un certo punto questa magia, almeno per me, ha cominciato ad affievolirsi fino a quasi spegnersi verso le battute finali, che ho trovato fin troppo sbrigative rispetto a tutto il resto.

Il gioco, poi, ci presenta 6 fazioni diverse e noi, tramite missioni e scelte di dialogo, possiamo aumentare la loro reputazione con queste ultime. Stessa cosa potremo fare con i comprimari che ci accompagneranno durante le nostre avventure, ma fate attenzione a come vi comportate con loro, il tradimento è dietro l’angolo. Il già citato sistema di fazioni, però, è un boccone amaro da buttare giù: si tratta di qualcosa che, se fosse stato sviluppato meglio, poteva apportare molto di più alla struttura di gioco.  

Greedfall

Bang bang for the win

Pad alla mano, il gioco potrebbe ricordare ad alcuni giocatori le stesse sensazioni di The Witcher, anche se – per me – molto alla lontana. Una di quelle parentele che se non te le svelano non le scopriresti. Greedfall è un GDR abbastanza classico da questo punto di vista: combattimenti all’arma bianca (affiancati da magia e armi da fuoco) sono il fulcro del gameplay. Tuttavia, non ci metterete molto a notare che i combattimenti, almeno nella difficoltà standard, sono estremamente sbilanciati: se puntate solo sulle armi da fuoco sarà tutto fin troppo più semplice. Rispetto alla magia e alle armi bianche, non solo sono sensibilmente più forti, ma sbilanciano e fanno tentennare il nemico e ti permettono di stare ad una distanza di sicurezza. 

Se facciamo finta di non saperlo e giochiamo come previsto dagli sviluppatori, il gioco risulta anche divertente, però quando si combatte all’arma bianca sarà difficile non sentire una sensazione strana; le animazioni sono legnose, tanto da far sembrare gli attacchi sconnessi tra loro, nonostante si tratti di combo. Ciò che invece ho apprezzato, senza se e senza ma, è il sistema di crescita diviso in tre sezioni distinte: le abilità, gli attributi ed i talenti. Per quanto riguarda le prime, quello delle abilità è l’albero più vasto e otterremo un punto da spendere per ogni level up e qui potremo trovare potenziamenti attivi o passivi per il nostro personaggio, ad esempio, potremmo sbloccare l’utilizzo degli anelli magici, nel caso in cui avessimo scelto la classe del guerriero e così via. Attributi e talenti, invece ci daranno 1 punto ogni 3 o 4 livelli e, mentre nei primi troveremo bonus passivi che vanno ad aggiungerci da un 10% ad un 50% in più di attacco, difesa e così via, oltre che a rappresentare i requisiti per equipaggiare alcune armi o armature, i talenti invece ci permetteranno di approcciare il gioco in diversi modi. Tra i talenti troviamo, per esempio, il carisma (di cui ho parlato prima) che più è alto più ci garantisce successo quando lo usiamo nei dialoghi; poi scienza che per ogni livello ci sblocca nuove pozioni o preparati alchemici; ancora ci sono artigianato, vigore e così via.

Greedfall

Ma che bel mantello marcondirondirondello

Se prendiamo in esame il comparto tecnico del titolo è chiaro che ci troviamo di fronte al punto più dolente della produzione di Spiders, ma procediamo con calma. Graficamente non ci troviamo di fronte ad un gioiellino, ma nemmeno ad un titolo brutto. Se però vogliamo fare degli elogi, questi vanno fatti all’art design, non al “graficone” in sé. Dal punto di vista artistico, infatti, credo che Greedfall abbia centrato il punto, riuscendo a trasmettere perfettamente quelle atmosfere da epoca coloniale. 

Tuttavia, l’ottimizzazione del titolo, per lo meno su console, mostra il fianco a parecchie critiche: i bug si sprecano, come detto prima, il combattimento è troppo sbilanciato e, per finire, non mancano numerosi glitch grafici, come il fastidiosissimo problema che ho riscontrato più e più volte, che si è presentato indossando un mantello, le cui texture si distorcevano e l’unico modo per visualizzarlo correttamente era riequipaggiarlo. 

Per finire, le musiche del titolo non riescono a renderlo memorabile, perché memorabili non sono. Nonostante fino ad oggi ci abbia giocato quasi tutti i giorni da una settimana, non riesco a ricordare nemmeno una traccia del titolo, mentre ricordo perfettamente quelle di alcuni di quelli giocati molto prima di Greedfall. Detto questo, però, dire che i componimenti siano brutti sarebbe mentire. Essi infatti sono sicuramente ben assimilabili alle atmosfere che Greedfall ci presenta, tuttavia non sono riuscite a rapirmi.

Sull'autore

Admin