Gyo: Odore di Morte – Recensione

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Junji Ito, nato nella prefettura di Gifu nel 1963 debutta come autore di manga nel 1986 sulla rivista Monthly Halloween ricevendo la menzione d’onore. Gyo: odore di morte si presenta come un unico e corposo volume da quattrocento pagine (un bel mattone tra i manga) proponendoci un contesto ambiguo e grottesco dal ritmo incalzante nel quale la vera protagonista sembri essere la morte o, per meglio dire, l’odore che essa ha. Tutto inizia con quello che potremmo identificare come un cliché dell’horror: una vacanza; che si tramuterà ben presto in un incubo senza fine. L’opera narra le tragiche vicende di una giovane coppia in vacanza sull’Isola di Okinawa, scenario tipico di molteplici avvenimenti legati al turismo balneare nei manga, che si ritrova epicentro di una vera e propria invasione da parte di strane creature, portatrici di un miasma di morte. Accennare a qualsiasi altro elemento della trama andrebbe a minare l’atmosfera thriller dell’opera predisposta in maniera meticolosa ed efficiente.

Considerazioni

In Gyo: odore di morte possiamo constatare tutta l’abilità di un maestro dell’horror. Come solito anche nelle edizioni italiane dei manga, la lettura procede da destra e ad ogni vignetta finale della pagina sinistra, il lettore viene assalito dalla suspense tipica del genere trattato. Il far coincidere ogni momento antecedente una svolta significativa all’interno del manga è una disposizione strutturale che funziona e ci piace, esalta tutta la tensione (volutamente) accumulata fino al momento di in cui freneticamente giriamo pagina, aprendo così la valvola di sfogo e rivelandone la sorpresa. Una serie di coincidenze vanno a combaciare, a volte, forzatamente per delucidare il contesto al lettore; l’alternativa narrativa sarebbe una voce fuori campo e onnisciente che ci informa di eventi passati e non solo ma, come i fan dell’autore sanno, non rientrerebbe minimamente nei canoni di Ito. Il volume coinvolge intrattenendo il lettore ma senza inserirlo nelle vicende, i protagonisti sono abbastanza “chiassosi” e semplici da dare il giusto valore alle varie situazioni che si susseguono intorno ad essi. La scelta del volume unico ci lascia un pò perplessi ma, per un horror, è un sollievo avere tutta la storia completa senza doverci portare per mesi, in attesa dell’uscita dei volumi seguenti, l’ansia sugli avvenimenti futuri che affronteranno i nostri due protagonisti.

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Redazione