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La famiglia è un concetto veramente complessa. Si tratta di un vero e proprio universo, con le sue regole. Ogni famiglia è un universo a se stante, ma alcuni piccoli dettagli potrebbero ripetersi di tanto in tanto. Descrivere in modo maturo e delicato tutto quell’ecosistema, con i suoi precari equilibri non è cosa da tutti, ma devo dire che Azazel Jacobs con His Three Daughters è riuscito nel suo intento e anzi, ha fatto di più. Ha regalato a tutto il mondo un dramma famigliare di grande impatto, ma anche di estrema intimità e fragilità. Con un cast composto da Carrie Coon, Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen, il film riesce a raccontarci un frammento di vita in modo del tutto crudo, ma anche dannatamente umano.
Il film affronta la morte del padre attraverso la vita delle sue tre figlie. Tre sorelle che con dei caratteri diametralmente opposti si scontrano a più riprese, facendo venire a galla i vecchi rancori. Sarebbe facile inizialmente avere delle preferenze caratteriali per una delle sorelle, ma ben presto ci si rende conto che non è così semplice. Non sono macchine e ognuna è quel che è per via del loro trascorso. Ogni carattere è un modo per adattarsi alla propria realtà e quindi ecco che una delle sorelle si crea la dura corazza e parte subito all’attacco, senza mezzi termini. Un’altra sorella nasconde nel proprio carattere docile un animo fragile di chi è sempre trovato in mezzo alle discussioni famigliari subendo i malcontenti e le parti. Infine abbiamo la terza sorella che in un certo senso non è mai sentita allo stesso livello delle altre.
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La cosa che colpisce fin dal primo istante è l’estrema delicatezza con cui vengono snocciolati gli argomenti, senza pregiudizi, senza forzature. Una naturalezza incredibile quella di Azazel nel dar vita a un momento di vita particolarmente drammatico di una famiglia che era ancora legata proprio da quella figura paterna. I primi piani riescono a dare sempre il massimo nel mostrarci l’intensità delle emozioni delle tre attrici, che si comportano in modo credibile e naturale. La sensazione alla fine è quella di vedere un’opera teatrale e non un film in televisione.
Ottima la fotografia di Sam Levy, che riesce a dare sempre la sensazione di casa. L’intimità di un luogo vissuto viene valorizzata costantemente grazie a delle tonalità calde. A tratti la sensazione è quella di guardare un film ambientato nell’Inghilterra.
Le tre attrici protagoniste, Carrie Coon, Natasha Lyonne ed Elizabeth Olsen, sono le vere regine di His Three Daughters. Tre caratteri diversi che ci si presentano con la forza dirompente e umana di un vero e proprio uragano. Elizabeth riesce a regalarci un personaggio la cui complessità risiede ovviamente nel suo passato e spesso sono gli occhi a parlare al posto suo. Natasha dal canto suo gioca un ruolo non solo realistico, ma meraviglioso e lo fa con una maestria incredibile. Lo stesso vale anche per Carrie, il suo personaggio ricorderò molto a lungo. Nel bene e nel male.
Questo film è una piccola perla, rara da trovare e importante da custodire. Un film che parla a tutti noi e ci induce a riflettere e per questo va guardato almeno una volta.