Hogwarts Legacy – Recensione versione Playstation 4 – Tornare bambini con un semplice Flipendo

Hogwarts Legacy recensione havocpoint
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Esistono videogiochi che diventano parte della nostra esperienza. Titolo non necessariamente belli in fin dei conti, ma che in un modo o in un altro sono riusciti a conquistarsi una parte nel nostro cuore, diventando poi parte del nostro bagaglio dei ricordi. Per me Harry Potter rappresenta proprio questo, un grande bagaglio contenente un po’ tutta la serie creata da J.K. Rowling e ovviamente anche i videogiochi ne fanno parte. Non tutti a dire il vero. Non ho amato molto la deriva presa dal quarto capitolo, ma i primi tre meritano una menzione d’onore e alla fine a spiccare sono proprio i primi due. Certo, gli incantesimi erano sbagliati, il doppiaggio orribile, molte cose non avevano senso ed era pieno di tanti altri problemi. Eppure è il gioco che ricorderò per sempre.

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Quindi potete capire che quando ho saputo dell’esistenza di un Hogwarts Legacy in sviluppo. Un titolo che per anni sembrava solo un lontano miraggio, ma poi la sua uscita mise tutti sotto lo stesso giudizio. Quindi posso dire senza mezzi termini che giocare a questo titolo è stata un’esperienza che ricorderò a lungo. Forse non diventerà un punto fermo tra i miei titoli preferiti in assoluto, ma ho percepito la magia di Harry Potter e per un po’ sono tornato bambino.

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La storia di Hogwarts Legacy è forse uno dei punti più deboli dell’intera esperienza e coinvolge solo a metà il giocatore. Se da una parte ci si trova invischiati in storie di potere e di magia, dall’altra parte i dialoghi appaiono scialbi e fin troppo semplici, incapaci di creare il pathos nel giocatore. Dopo aver creato il nostro personaggio, verremo catapultati nel viaggio verso Hogwarts, che frequenteremo direttamente al quinto anno, saltando quindi i precedenti quattro. Scelta interessante, ma non priva di alcune problematiche illogiche (che nulla tolgono al gioco, ma solo alla mia esperienza personale). Successivamente verremo coinvolti in una vera e propria guerra di trincea tra i maghi oscuri, quelli buoni e i goblin. Quest’ultimi cercheranno il potere che potrebbe spezzare le catene della loro condizione, rendendoli i veri padroni del mondo. Dal canto nostro, scopriremo di possedere il dono di vedere la magia antica.

Hogwarts Legacy la scelta della propria bacchetta recensione havocpoint

Tanti elementi che in realtà vanno avanti per inerzia, ma senza catturare veramente il giocatore e questo purtroppo vale anche per le missioni secondarie. I collezionabili sono ovunque e sono tantissimi. Troppi per i miei gusti e mi sembra di vedere quelle dannatissime piume che Ezio doveva beccare e che io (dannato me) trovai tutte, fino all’ultima. La verità è che per rendere il tutto più coinvolgente bastavano delle missioni secondarie più elaborate e con dei dialoghi più maturi.

Comunque la scelta di ambientare la storia anni e anni prima degli avventi di Harry Potter è furba e giusta. Non si tocca il materiale originale e in questo modo risulta quasi impossibile creare delle situazioni spiacevoli dal punto di vista dei buchi narrativi e di cannonicità.

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Passando oltre la storia però, cosa abbiamo davanti quindi? Ebbene, davanti agli occhi dell’ignaro spettatore si materializza Hogwarts, quella vera. La ricostruzione del castello è qualcosa che non ci si aspetta di vedere in un videogioco. Il lavoro svolto dai ragazzi di Avalanche Software è realmente immenso in ogni senso. Vagando per il castello si percepisce l’aria magia, di passione e del desiderio di farci vedere un universo che in tanti amiamo. La sensazione a tratti è in effetti quella di vedere il videogioco per Playstation 1, ma con l’alta definizione. Si percepisce chiaramente quella sensazione di fanciullezza, nonostante i trent’anni passati.

Anche fuori dal castello la magia continua a giocare un ruolo importante. Tutta la vallata di Hogwarts è piena di negozi, villaggi, dungeon e chi più ne ha più ne metta. Tutto a disposizione del videogiocatore. Certo, i dungeon sono piuttosto lineari, tanto da risultare più semplici di quelli degli ultimi giochi targati Bethesda.

Hogwarts Legacy in volo recensione havocpoint

Avendo giocato Hogwarts Legacy su una PS4, vi parlerò di questa versione. Con un framerate bloccato per non dover smadonnare a ogni incontro posso tranquillamente dire che questo gioco non è un capolavoro al livello tecnico. Si tratta della stessa qualità vista all’incirca un quattro cinque anni fa sulla stessa Playstation 4 e quindi non c’è quell’effetto “WOW” che qualcuno auspicava. Eppure, nonostante questo, tutto funziona in modo eccezionale, o quasi. Si notano delle compenetrazioni casuali, delle luci ballerine e dei punti di giunzione tra due lastre d’erba o di terreno. Tanti piccoli difettucci che però non rovinano lo spettacolo complessivo di un gioco capace di rapire e stupire il giocatore di continuo.

La parte più divertente di tutta l’esperienza è sicuramente il suo gameplay. All’inizio ero piuttosto dubbioso nel combattere con la bacchetta, ma tutte le paure si sono dissipate proprio con l’accensione del videogioco. Scagliare un incantesimo non solo è facile e intuitivo, ma soprattutto divertente. A tratti sembra di vedere un film della saga cinematografica di Harry Potter e i suoi fantastici combattimenti. Controllare i vari incantesimi è facile e immediato, fino allo sblocco dei vari switch. In quel modo potrete sicuramente sviluppare un potere maggiore grazie a un numero più grande di maledizioni, ma per passare passare da una “croce” all’altra bisogna ovviamente premere due tasti, che durante il combattimento risulta scomodo. Troppo scomodo. Il trucco comunque è quello di suddividere le croci in base alla necessità. Una per i combattimenti, una per gli enigmi e una per qualsiasi cosa vogliate fare.

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Mi ha colpito in pieno il sapiente utilizzo del freeflow system. Un sistema di combattimento nato con la saga di Batman Arkham Asylum e che tutt’oggi risulta essere tra le migliori trovate per creare dei combattimenti coreografici, interessanti e ovviamente veloci. Potremo smaterializzarci e davanti a un incantesimo, per poi ricomparire un po’ a sinistra e attaccare il nemico senza alcuna pietà.

Altra meraviglia è l’esplorazione del mondo di gioco. Inutile dire che in questo caso la scopa la fa da padrona. Viaggiare attraverso tutta la vallata è divertente come poche altre cose all’interno dei giochi contenti l’abilità del volo. Ammetto d’aver perso un’oretta abbonante viaggiando da una parte all’altra della mappa e devo anche ammettere che la sua struttura non è niente male. Non si tratta di un vero e proprio open world e forse questa è una notizia che farà piacere a molti giocatori stanchi di quei mondi infiniti. Eppure attraversarlo a piedi deve essere una bella sfacchinata.

Hogwarts Legacy recensione su havocpoint.it

Il mondo di gioco è comunque stracolmo di missioni secondario e soprattutto di dungeon o di enigmi che dovremo risolvere. Nulla di davvero difficile, ma piuttosto dei piacevoli punti per staccare un attimo la spina dalla guerra in corso.

Il comparto musicale è un altro punto che mi ha stupito. C’è una certa somiglianza con la classica musica della saga cinematografica, ma questa poi decide di andare per una sua strada senza esitazioni. Sonorità che accompagnano l’avventura nel modo più consono, emozionando grazie all’ottimo missaggio. C’è però un brano che sembra essere preso palesemente dalla saga di Mamma ho Perso l’Aereo, ma lascerò a voi scoprirlo. Il doppiaggio tutto sommato è buono, ma sicuramente non lascerà il segno nei giocatori.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".