Horizon Forbidden West Parte 1: L’inizio del viaggio

Horizon Forbidden West
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Inizia il mio viaggio nell’Ovest Proibito del secondo Horizon. Un viaggio che spero mi porterà lungo dei sentieri mai battuti, sui crinali mai visti e attraverso le foreste vergini. Con questo voglio dire che non dovete aspettarvi una recensione del gioco su questo sito, perché non ce ne sarà una. Viaggerete con me, attraverso la mia avventura nel mondo post apocalittico del videogioco, e questo sarà sicuramente diverso dal vostro. Perché ognuno di noi ha il suo modo di affrontare un gioco di ruolo, un mondo aperto e le missioni che ci si presentano davanti. Inizio con quindi dal principio.

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Horizon Forbidden West è un gioco che non ci butta subito sul campo di battaglia. Non siamo carne da macello fin dal primo istante, ma utilizza il metodo dell’introduzione lenta e lunga. Sicuramente non è una novità e l’abbiamo già visto in tanti altri titoli similari. Giochi che lentamente ingranano la propria strada, mostrandoti tutte quelle particolarità che altrimenti passerebbero inosservate.

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Eccomi quindi di nuovo con Aloy al comando. Guidandola, andremo a scoprire quella prima verità su Gaia e la sua possibile localizzazione. Una verità che ovviamente non ci porterà da nessuna parte, ma che fungerà da tutorial narrrativo e ovviamente di gameplay. Un modo per raccontarci dei fatti del primo capitolo, facendoci fare un veloce recap.

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Possiamo paragonare questo inizio alla puntata pilot di una serie tv. Forse non convince sempre tutti, ma serve per dare un’idea sul chi siamo, dove andiamo e perché lo facciamo.

La cosa interessante di questo lungo tutorial è comunque l’ottima creazione di un contesto per farci provare le armi, le mosse e tutte le feature iniziali. Si tratta di un modo naturale per immergerci in quel mondo. Ammettiamolo, molto meglio delle tecniche becere in cui ci viene detto di girare la levetta per guardare a sinistra e destra oppure di premere “X” per saltare. Quel metodo non è solo antiquato, ma sembra che ti prenda costantemente in giro.

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Dopo pochi minuti risulta chiaro che Aloy è un personaggio maturato, nonostante siano passati solamente sei mesi dalla sconfitta di ADE. Si tratta di una donna che ha compreso il suo compito e cerca in ogni modo di portarlo a termine. Questo ci è chiaro fin da subito, ma è lapalissiano anche che è diventata anche più decisa e dura, capace di prendere delle decisioni difficili in poco tempo.

Quindi posso dire d’aver apprezzato questo incipit così lento, pacato e significativo. Un modo perfetto per riprendere in mano la guida di un personaggio forte, simpatico e memorabile come Aloy. Purtroppo alcuni problemi-non problemi presenti nel primo capitolo sono già visibili, ma ne parleremo più avanti.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.