Hulk Grigio – Recensione

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L’amore è sicuramente molto più di una semplicemente definizione che possiamo vedere sfogliando un qualsiasi dizionario. Si tratta di qualcosa che va oltre i principi chimici che ci portano al sesso. L’amore è un insieme di situazioni, odori, sapori, sguardi e qualsiasi cosa vi venga in mente. Può essere una guerra, una festa, una parata o un’aviazione che tenta di librarsi nel nostro stomaco. Qualche volta, però, in modo del tutto inaspettato tutto finisce. Sfuma velocemente tutto e rimaniamo soli, accompagnati solo dai mostri seduti sulle nostre spalle. E chissà, magari ognuno di noi ha qualche mostro che siede sulle spalle. Non lo vediamo, ma è lì e ci sta già fregando, togliendoci i pochi raggi del sole dall’orizzonte.
Certo, mi stavo perdendo nei pensieri e nelle mie riflessioni su un argomento cosi complesso da meritare ancora delle canzoni che nonostante tutto ci emozionano. Togliamoci però di dosso quest’aria cosi cupa di malinconia per poterne leggere un po’ di nuova. Continua il nostro viaggio nella Tetralogia dei Colori, iniziata con Daredevil Giallo, continuata con Spider-Man Blu e ora siamo già al penultimo appuntamento dedicato a Hulk Grigio. Quest’albo firmato nuovamente da Tim Sale e Jeph Loeb ci mostra una nuova personalità imponente del mondo del fumetto, un altro amore seguito da un altro dolore.

Il Gigante di Giada

La creazione del personaggio di Hulk è stata narrata già un po’ di volte e teoricamente conosciamo tutti la verità sul Gigante di Giada, ma non è esattamente cosi. In una notte piovosa vediamo un Banner desideroso di parlare che si trova nella casa del suo amico. Si tratta di un espediente come un altro per iniziare a parlare della vita di Banner, ma sopratutto di Betty. Quella donna che gli fece perdere la testa e che decise di fare tutto per lui, conoscendo la sua vera identità distruttiva. Grazie a questa storia conosciamo tutto su quel lasso di tempo che passa dal numero 1 al numero 2 di Hulk, ma sopratutto, scopriamo qualcosa di novo su Betty. Come ogni albo di questa tetralogia, il succo è una consapevolezza verso una persona amata, ma che non c’è più. Si tratta di quell’ultima fase del dolore ed è struggente, ma allo stesso tempo, lascia un po’ di amarezza in bocca.

Radiazioni Gamma

Anche stavolta la sceneggiatura è stata firmata da Jeph Loeb, che dall’alto della sua bravura imbastisce una nuova storia cosi emozionante e particolare. Una delle cose più particolari è probabilmente proprio il fattore del grigio. Hulk in origine era grigio e per colpa della stampa e dei colori divenne verde e qui ha ancora quel colore originale. Si tratta di un escamotage molto interessante che va a influire anche sul significato del nome. Banner racconta la sua storia in una grigia nottata con un umore grigio, capendo poi qualcosa di originale. Le frasi e i personaggi si muovo secondo uno schema predefinito in cui il passato si unisce al presento in una danza vorticosa.
Tim Sale invece dalla sua continua con uno stile impeccabile che mette in mostra i sentimenti, togliendo delle volte la potenza all’azione. Quest’ultima sembra infatti molto cartoon, ma basta leggere le dichiarazioni di Loeb per capire che è tutto voluto per dare l’esagerazione che Hulk riesce a creare in tutte le persone. Sono molto interessanti i volti e sopratutto i primi piani, in cui sono i sentimenti a giocare il ruolo primario. E ora non ci resta che aspettare l’ultimo albo di questa tetralogia.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".