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Da poco è passata il Giorno della Memoria, una ricorrenza che serve per non dimenticare le vittime dell’Olocausto. Tanti sono i film che ci raccontano le vicende all’interno dei campi di concentramento e altrettanto tante sono le storie che abbiamo letto e ascoltato da chi è sopravvissuto a quell’orrore. C’è però un’opera che è riuscita a conquistare un posto molto importante nel mondo, il Diario di Anne Frank.
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Un diario scritto in prima persona che ci racconta gli anni di clandestinità di più famiglie. Quella singola bambina è riuscita a dirci molto non sui campi di prigionia, ma sull’essere umano, sull’essere bambini in un periodo cosi difficile e sulla vita stessa. Grazie a Star Comics Edizioni abbiamo l’opportunità di leggere la trasposizione a fumetti della prima versione del diario.
L’albo ci mostra in breve la vita della giovanissima Anne Frank ad Amsterdam. Una ragazzina come tutte le altre della sua età che ha vissuto in modo totalmente normale: uscendo con la sua migliore amica e vedendosi ogni tanto con un ragazzo. Con l’arrivo dei tedeschi arriva però il problema e la preoccupazione. Non la vediamo più di tanto sul volto della giovane ragazza, ma piuttosto su quello dei genitori, che mesi prima iniziano i preparativi per la creazione di un nascondiglio all’interno della casa. Un retrocasa nascosto a tutti e capace di contenere molte persone al suo interno. Quello sarà la sua casa fino alla deportazione.
All’interno di quel retrocasa si vive in modo particolare. Insieme alla famiglia Van Pels non è facile. Tante persone, ognuno con le proprie abitudini e desideri, ma costrette a vivere in uno spazio ristretto. Questi momenti di quasi vuoto, sono in realtà pregni di significato per tutti noi, che abbiamo la fortuna di vivere in un periodo di pace e soprattutto in un luogo in cui non corriamo rischi tangibili.
La sceneggiatura di Ozanam prende in esempio l’edizione del 1947 del diario della ragazza. Questo vuol dire che mancano in effetti alcune parti che il padre ha voluto rimuovere. Nonostante questo, il fumetto è un piccolo gioiello e lo dimostra fin dalle primissime battute. La storia si divide in due parti. Da una parte abbiamo quella scritta a mo’ di diario, mentre dall’altra parte abbiamo invece la parte di vita mostrata nel modo classico dei fumetti. Un’ottima narrazione che alla fine lascia con un senso di amarezza e malinconia.
Il gratto di Nadij è davvero perfetto per questo tipo di narrazione. Il tratto quasi abbozzato permette ai personaggi di esprimersi liberamente, senza paure. Anne ha dalla sua tutto l’essere una ragazza giovanissima e grazie all’ottima resa finale non è difficile finire per sperare in un finale diverso. Ottime le espressioni facciali e alcuni momenti di incubi a occhi aperti.
Quest’albo non è importante solo per il fumetto, ma ha anche un peso storico.