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Riportare sul grande schermo il mondo de “Il Gladiatore” dopo quasi 25 anni non è stata un’impresa facile. Lo ha ammesso lo stesso Ridley Scott, che in una recente intervista ha ripercorso le tappe che hanno portato alla realizzazione de “Il Gladiatore II”.
“Francamente, eravamo tutti impegnati. Quindi, onestamente, nessuno ci ha pensato veramente”, ha dichiarato Scott con la sua consueta schiettezza, spiegando il lungo lasso di tempo trascorso dall’uscita del primo film.
Ma non è stata solo una questione di tempi. Il successo planetario de “Il Gladiatore” (che ha incassato oltre 465 milioni di dollari in tutto il mondo e vinto 5 premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Attore per Russell Crowe) ha intimidito molti sceneggiatori, “spaventati” all’idea di misurarsi con un’eredità così ingombrante.
La svolta è arrivata grazie all’incontro con David Scarpa, sceneggiatore di fiducia di Scott (con cui ha collaborato per “Napoleon” e “Tutti i soldi del mondo”). Inizialmente anche Scarpa era riluttante ad accettare l’incarico, ma dopo un lungo brainstorming con Scott, è nata l’idea vincente: incentrare la narrazione su Lucius, il figlio di Lucilla (Connie Nielsen) e nipote del venerato imperatore Marco Aurelio (Richard Harris), che nel primo film era solo un bambino.
Scott ha poi rivelato un curioso retroscena sulla scelta di Paul Mescal per il ruolo di Lucius. Il regista ha raccontato di aver “scoperto” l’attore guardando la serie “Normal People” per rilassarsi prima di dormire. “All’inizio non pensavo che mi sarebbe piaciuta”, ha confessato Scott, “ma dopo aver visto un episodio, ero completamente catturato”. Mescal, con il suo talento e la sua intensità, ha ricordato a Scott un giovane Richard Harris, e il regista ha capito che aveva trovato il suo Lucius.
Nonostante le sfide e le pressioni, Scott si è detto entusiasta del risultato finale. “Il Gladiatore II” promette di essere un film epico e avvincente, che saprà onorare la memoria del primo film e conquistare un nuovo pubblico.