Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere EP: 3,4,5 – Bello, ma non troppo

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Altri tre episodi di Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere sono finalmente disponibili su Disney+, e la serie continua a mantenere un ritmo serrato e avvincente. Con ogni nuovo episodio, ci viene mostrata una fetta della vita di un giovane Peter Parker ancora inesperto, alle prese con la scoperta dei suoi poteri e le prime vere responsabilità da supereroe. Eppure, nonostante l’intrattenimento sia garantito, devo ammettere che sto ancora aspettando quel momento davvero wow, quella scena capace di lasciarmi a bocca aperta. Forse è solo questione di tempo, e le sorprese arriveranno nei prossimi episodi.

La narrazione si sviluppa su più fronti, introducendo gradualmente nuovi personaggi e ampliando l’universo della serie. Tuttavia, una delle scelte che mi ha fatto storcere il naso è stata la rapidissima trasformazione di Lonnie Lincoln in Tombstone. Il passaggio da ragazzo comune a gangster spietato è stato troppo affrettato, privo di vere esitazioni o conflitti interiori che avrebbero potuto renderlo più credibile. Sarebbe stato interessante vedere una progressione più lenta e sfaccettata, capace di dare maggiore profondità al personaggio e alle sue motivazioni.

Dall’altro lato, invece, ho trovato Otto Octavius una presenza decisamente più riuscita. Il suo design, che ricalca quello del classico scienziato sfigato e sottovalutato, funziona alla grande e promette sviluppi interessanti per il futuro. La serie sembra voler costruire attentamente la sua evoluzione, e questo è un dettaglio che apprezzo particolarmente.

Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere

Passando a un altro dettaglio che mi ha lasciato perplesso: le traduzioni dal russo sono semplicemente imbarazzanti. Sentire un personaggio pronunciare chiaramente Rinoceronte e poi vedere i sottotitoli tradurlo con Unicorno è qualcosa che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia. Un errore grossolano che spezza l’immersione e fa perdere un po’ di credibilità alla produzione.

Uno degli aspetti più evidenti della serie è il modo in cui si sta delineando la nascita della galleria di villain che hanno condiviso lo stesso ambiente di Peter Parker. L’idea che tutti questi personaggi emergano nello stesso contesto e inizino a muoversi in città senza troppe complicazioni ha sicuramente il suo fascino, anche se rischia di rendere la crescita del protagonista un po’ schiacciata dal peso di troppi avversari in poco tempo.

E poi c’è Norman Osborn. Fin dall’inizio ci è stato presentato come una sorta di mentore per Peter, quasi a voler ricreare un rapporto simile a quello tra Tony Stark e il giovane Parker nell’MCU. Tuttavia, ogni volta che parla o che lo guarda con quel sorriso ambiguo, non riesco a credergli. Sembra più un avvoltoio in attesa del momento giusto per approfittarsi del ragazzo, piuttosto che un mentore disinteressato. Qualcosa mi dice che la sua apparente bontà nasconde ben altro, e sono curioso di vedere dove porterà questa caratterizzazione.

Dal punto di vista estetico, invece, la serie è una vera gioia per gli occhi. Il tratto volutamente grossolano richiama le atmosfere dei fumetti vintage e delle vecchie serie animate, mentre la pulizia dell’immagine e la fluidità dell’animazione la proiettano nel 2025 con una resa visiva moderna e accattivante. È un mix stilistico che funziona alla perfezione, regalando a Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere un’identità visiva ben definita e riconoscibile.

E poi c’è la sigla… Dio mio, che brutta. Se il comparto visivo è una delizia, la sigla sembra essere stata realizzata senza il minimo sforzo per risultare memorabile o coinvolgente. Un’occasione sprecata per dare alla serie un’impronta ancora più forte fin dai primi secondi.

In definitiva, la serie continua a intrattenere e a costruire con cura il suo universo, anche se alcuni elementi della narrazione e delle scelte di adattamento potrebbero essere migliorati. Resta da vedere se i prossimi episodi riusciranno a dare quello slancio in più che finora è mancato per renderla davvero indimenticabile.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".