Intervista ad Andrea Fontana, lo sceneggiatore di Clara e le Ombre

Andrea Fontana Intervista Clara e le Ombre
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Qualche tempo fa vi ho parlato di un graphic novel dai toni retrò che mi aveva conquistato, Clara e le Ombre. Una storia particolarmente gustosa e dai toni dark che potrebbe piacere ai giovani e i meno giovani. Potete leggere la mia recensione al riguardo, mentre di seguito trovate l’intervista allo sceneggiatore Andrea Fontana.

  • Ciao Andrea e benvenuto su Havocpoint. Parlaci di come è nata l’idea di Clara e le Ombre.

Clara e le ombre ha avuto un percorso di genesi davvero strano. Inizialmente doveva essere un libro illustrato per bambini, poi è confluito in un’idea che avevo in testa da molto tempo e che avrebbe dovuto essere un mio personale tributo agli anni Ottanta, a tutta la cultura pop, cinematografica, musicale, videoludica di quel periodo. Ma poi è uscito Stranger Things e i piani sono cambiati. Ho accantonato per un po’ quel progetto e l’ho ripreso in una forma diversa quando con Claudia Petrazzi abbiamo deciso di lavorare a qualcosa insieme. La cornice degli eighties è rimasta sotto forma di contesto storico e temporale, ma i temi della storia sono qualcosa di molto contemporaneo. Naturalmente non ho potuto fare a meno di inserire parecchie citazioni all’interno del fumetto.

  • La storia è ambientata negli anni 80, che giocano sempre un certo fascino su tutti. Questo periodo riesce in effetti a creare un certo hype anche nelle persone nate nel 2000. Come mai secondo te?

Questa è una bella domanda! Sai, io quegli anni li ho vissuti. Sono nato nel 1981, la mia infanzia si colloca proprio in quel contesto lì, che ha avuto strascichi anche all’inizio degli anni Novanta. Ma un adolescente di oggi che è affascinato da un tempo così lontano mi costringe a riflettere. Io credo che le motivazioni siano diverse. La prima ha a che fare con i corsi e ricorsi storici, che al momento si presentano a distanza di una trentina di anni. Dieci anni fa, per esempio, erano tornati di moda gli anni Settanta, ora gli anni Ottanta. Questo ha sicuramente una spiegazione sociologica. Poi c’è da dire che in quel periodo si sono fondate le basi per la cultura nerd che ha avuto ripercussioni fino a oggi. Tutta la passione per i videogiochi, i fumetti, le saghe cinematografiche rimaste nella storia (penso a Star Wars, che sebbene il primo capitolo sia del ’77, è divenuto saga nel corso degli anni Ottanta) ha contribuito a generare una generazione di persone che hanno cominciato a percepire la pop culture in maniera completamente diversa rispetto a quella dei loro genitori, farla propria, uno stile di vita. Un bambino, come me, cresciuto negli anni Ottanta, drogato di NES e Star Wars, arriva a capire più facilmente un adolescente che oggi gioca con la Playstation 4 e ama incondizionatamente il Marvel Cinematic Universe.

  • Affrontare l’adolescenza non è facile, soprattutto se non sei conforme a tutti. Che consigli daresti a un ragazzo o ragazza che si trova vittima del bullismo?

Il bullismo è un fenomeno ancora troppo sottovalutato. Quando si parla di bullismo si tende a incolpare il bullo di turno e ci si dimentica troppo facilmente del contesto generale. Un bullo è tale perché ha dei problemi irrisolti che sfoga in quel modo. Chi subisce bullismo rischia di avere ripercussioni per tutta la vita. È un problema che non si può minimizzare ma che va affrontato a 360 gradi da tutti. Parlarne qui è difficile, io credo che sia qualcosa che non riguarda solo i ragazzi ma anche i genitori e i loro metodi educativi, spesso superficiali e legati a un’idea di mascolinità tossica. Se tuo figlio, da piccolo, picchia un altro bambino, pur in un contesto di gioco, non puoi giustificarlo dicendo che sono maschi ed è normale che sia così. Devi insegnargli che è sbagliato ed è lì che si innesca un meccanismo virtuoso. A te che, in questo momento, sei vittima di bullismo voglio dirti questo: non sei solo. Non avere paura di parlare dei tuoi problemi. Parlane con i tuoi genitori. Parlane con i tuoi amici. Scrivi ai tuoi riferimenti, siano essi scrittori, attori, musicisti. Denuncia tutto. Il sistema non si cambia con il silenzio e l’omertà! Trova persone che abbiano i tuoi stessi interessi, condividete le passioni. Non devi vergognarti, il bullismo è una forma di violenza grave. Se vedessi qualcuno picchiare qualcun altro per strada chiameresti la polizia. Il bullismo è la stessa cosa, ha lo stesso peso e la stessa gravità. Anche quando la violenza non è fisica ma psicologica, che forse è peggio. Questa cosa non vale solo per chi il bullismo lo subisce, anche per chi assiste e non fa niente o addirittura è compiacente. Anche quella è violenza che, noto, si trasferisce con facilità anche sui social.

  • Le emozioni negative all’interno del fumetto hanno generato un vero e proprio mostro. Nella vita reale queste possono cambiare una persona queste possono cambiare radicalmente una persona. Da ragazzo hai avuto un problema un problema simile? Se sì, come lo hai affrontato?

Quando ero bambino/ragazzo sono stato vittima di piccole forme di bullismo. Niente di grave, sia chiaro, ma l’insicurezza che mi ha generato ha avuto effetti su come mi sono rapportato con gli altri, crescendo. Non l’ho affrontato. Ho avuto paura, non ne parlavo con nessuno e minimizzavo. Ma mi sono creato una rete di amicizie che mi ha permesso di incanalare le mie passioni, identificarle, nascondermi lì, in quel rifugio. Sono stato fortunato perché non ero completamente solo. L’ultimo periodo delle superiori, quando ho cominciato a interessarmi al cinema seriamente, e tutto quello universitario, dove ho potuto confrontarmi con persone adulte, dove l’impegno e il confronto intellettuale era all’ordine del giorno, mi ha permesso di superare paure, dubbi e incertezze e inquadrare con più lucidità il passato. Non possiamo evitare la cattiveria, ma possiamo imparare ad affrontarla, a conviverci, attraverso una cultura educativa del confronto.

  • Un altro tema che esce fuori dalla storia è quello relativo i problemi. Ognuno ha le sue ombre, un po’ come in How i Met Your Mother ognuno aveva la sua valigia piena di problemi. Il problema è che spesso pensiamo di essere realmente gli unici ad avere dei problemi importanti e finiamo per screditare gli altri. Clara e le ombre affronta questo argomento e lo indirizza a un pubblico giovane volutamente in modo abbastanza maturo?

Esattamente! Quello è uno dei temi principali. Clara, la protagonista del mio fumetto, è una ragazza con dei problemi e anche seri. Ma quando capisce che anche i suoi amici hanno delle ombre, è lì che si crea un terreno di condivisione della sofferenza, che unisce ancora di più il gruppo. Come ho detto prima, non bisogna avere paura di sfoggiare la propria fragilità, perché è proprio quella che può diventare un punto di forza.

  • Nomina tre fumetti e tre libri che bisognerebbe leggere assolutamente.

Akira di Katsuhiro Otomo perché è semplicemente un capolavoro di scrittura e disegno.

Uno a caso tra Watchmen, V per vendetta e From Hell, scritti da Alan Moore, perché sono strumenti per comprendere il mondo in cui viviamo.

Un altro fumetto che ho amato alla follia è Aâma di Frederik Peeters, perché è poesia esistenzialista.

Tra i libri consiglio La strada di Cormac McCarthy, IT di Stephen King e Il sussurro del mondo di Richard Powers.

  • Leggendo i tuoi saggi sull’animazione giapponese (Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata e La bomba e l’onda. Storia dell’animazione giapponese da Hiroshima a Fukushima) è chiaro che sei un amante della narrazione orientale. Come mai hai deciso di ambientare la tua storia negli USA?

Perché raccontando l’immaginario degli anni Ottanta doveva essere ambientata negli USA! I film di cui mi sono nutrito, quelli a cui faccio esplicitamente riferimento, sono ambientati negli USA e soprattutto in cittadine di provincia, lontane dalla grandi città, quindi, inevitabilmente, l’ambientazione è caduta nella splendida Brattleboro, in Vermont, scoperta per caso e di cui mi sono innamorato senza esserci mai stato.

  • Hai già qualche prossima storia in mente?

In questo momento siamo nella fase di editing del mio primo romanzo, che sarà una sorta di thriller fantascientifico che sarà pubblicato da Moscabianca Edizioni. Ma sto già elaborando alcune storie da trasporre in fumetto. In particolare ce n’è una in cui vorrei affrontare di nuovo il tema del bullismo da una prospettiva differente e contaminando il tutto con sfumature fantasy.

  • Grazie mille per aver risposto alle domande. Alla prossima

Grazie a voi!

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".