Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.
Nel mondo dell’animazione giapponese è veramente difficile trovare qualcosa che possa toccare senza sembrare banale o superficiale il tema del dramma. Questo vale soprattutto dal punto di vista di noi occidentali, che abbiamo una cognizione diversa di “dramma”, dovuta anche a secoli di teatro e letteratura incentrate per lo più su quel tema.
Isao Takahata era un genio.
Trainando insieme al suo collega, Hayao Miyazaki, la grande azienda produttrice di anime chiamata “Studio Ghibli“, Isao Takahata non riscosse mai lo stesso successo dell’ormai figura portante dello studio.
Forse a causa dei suoi ritmi narrativi pesanti, lenti e alle volte fin troppo deprimenti, in netto contrasto con i colori e il “fiabesco” di Miyazaki.
O forse solo perché, come drammi, le sue opere non erano così vicine alla massa.
Per questo, la sua figura era spesso messa in secondo piano, per far luce a un maestro che invece ha avuto tanto da imparare.
Qualsiasi sia la risposta, basta citare “Una tomba per le lucciole” o “La storia della principessa splendente” per catturare l’attenzione degli appassionati dei prodotti Ghibli e, per esteso, dell’animazione.
I suoi film sono opere di estrema qualità tecnica, con una sceneggiatura d’eccezione in grado di esprimere perfettamente la tristezza attraverso animazioni e scene mozzafiato.
E’ sciocco solo ricordare la scena di corsa nel suddetto film “la principessa splendente”.
Ma, come per ogni altro essere vivente, la vita è un ciclo.
Si nasce e si muore, in continuazione.
Non importa che tu abbia saputo intrattenere milioni di bambini con serie come Heidi o Anna dai capelli rossi, tutto ha una fine, tutto ha un limite.
Per questo, ci ritroviamo a dare il triste addio a un altro grande eroe dell’animazione giapponese, che è riuscito a valorizzare tale arte anche più del suo collega.
Malato da tempo, il suo addio non è certamente devastante quanto la prematura morte di Satoshi Kon, altro grande del cinema d’animazione giapponese, ma di certo la sua scomparsa sconvolgerà il mondo stesso, oltre che lo Studio Ghibli.
Perciò, ci ritroviamo a dire addio a Isao Takahata, scomparso il 5 Aprile 2018 con la speranza che abbia saputo ispirare migliaia di altri giovani autori, in modo da far evolvere ulteriormente il mondo dell’animazione.