Ittle Dew 2 – Recensione

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A volte, solo a volte, si perde il senso delle cose. Tutte le grafiche fotorealistiche, i movimenti registrati col motion-capture, le trame scritte dall’autore famoso, nel mondo dei videogiochi talvolta diventano più importanti del gioco stesso, e del divertimento che esso deve darci. Sta in questo, a nostro parere, il successo del retrogaming, evidente in questi giorni attraverso il successo del NES Mini. Il mercato Indie spesso ci offre strade alternative: giochi originali che riescono a catturare lo spirito di vecchi classici, appartenenti a serie modernizzate ed imbastardite nel corso degli anni, ottenendo risultati stupefacenti. Bene, quello che abbiamo visto tempo fa con Axiom Verge, un vero e proprio Metroid, forse si ripete oggi con Ittle Dew 2, che tanto ha in comune con i vecchi The Legend of Zelda.

Le zattere non crescono sugli alberi

Dopo un improbabile naufragio, la protagonista e la sua volpe volante si trovano in una strana isola piena di strane creature, dungeon e personaggi bizzarri. Guarda caso, in ognuna delle 8 grotte principali, possono essere trovati altrettanti pezzi di zattera, proprio quello di cui Ittle ha bisogno. Non vedendo altri modi di procurarsi dei tronchi di legno in un’isola piena di foreste, i nostri si armeranno di spade, sempre di legno, alla conquista dell’isola.

Il gioco è completamente tradotto in italiano, il che è un bene, visto che l’umorismo è una parte importante di Ittle Dew 2, e quasi sempre le battute tra i personaggi vi strapperanno sorrisi e qualche risata. Dietro questi dialoghi spesso ci sono suggerimenti a volte palesi, a volte celati, per scoprire i segreti dell’isola; piccole grotte con mini enigmi, ed oggetti speciali.

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Discorsi di bambini

Ittle Dew 2 ha un bellissimo ed originale modo di comunicare col giocatore. Giusto per fare un esempio, nelle schermate iniziali, troverete un cartello che recita:”NON usare R1 per rotolare lungo le discese”. Sì, è chiaramente un messaggio di tutorial, ma l’esecuzione quell’azione “vietata” crea così tra protagonisti e giocatori una strana complicità, simile a quella che ogni ragazzino cresciuto negli anni 90 aveva con il trasgressivo (per gli standard dell’epoca) Bart Simpson. Non ci sorprenderebbe scoprire che gli sviluppatori abbiano goduto della collaborazione di qualche psicologo infantile, e se così non fosse, si tratta comunque di persone che sanno come ragionano le menti giovani, siano esse di bambini o di adulti.

Ognuno dei dungeon principali di Ittle Dew 2 ha un tema, da quello del tutorial, pieno di cuscini per evitare di farsi troppo male mentre si imparano le poche basi del gioco, a gallerie d’arte piene di avventori aggressivi e pittori ipersensibili. I combattimenti non sono proprio originali e all’inizio, a parte una schivata difensiva, non offrono nulla di più di quanto offrissero quelli visti nei Zelda di trent’anni fa. Andando avanti nel gioco, potremo usare alcuni dei poteri acquisiti in combattimento, ma non sarà mai veramente necessario, e potremo tranquillamente farci largo attraverso tutto il gioco menando mazzate e fendenti.

Ognuno dei sotterranei termina con un incontro boss, anche qui concettualmente simili a quelli di Zelda: un remix degli attacchi visti fino a quel momento dai mostri comuni sotto una corazza di punti salute. Nel villaggio al centro dell’isola, che fungerà da base per le nostre spedizioni, potremo incontrare alcuni di loro e scambiare quattro chiacchiere, scoprendone i tratti caratteriali in conversazioni che vanno dall’imbarazzante al nonsense.

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L’equipaggiamento dell’eroe

Poteri e oggetti speciali, come candelotti di dinamite e bacchette magiche, hanno lo scopo primario di aprirci la strada attraverso i livelli. Proprio le mappe sono un altro dei punti di forza di Ittle Dew 2. come il gioco ci tiene a ricordarci, potremo aprirci una strada attraverso di essi anche solo con l’equipaggiamento di base, trovando passaggi segreti, muri rompibili o creative soluzioni ai molti enigmi. Tuttavia, il modo migliore e meno frustrante di giocare, consiste secondo noi nel trovare tutti gli oggetti speciali, usarli con intelligenza e completare il gioco per come è stato inteso, ovvero un’avventura basata su enigmi ed esplorazione. Comunque, il fatto di poter fare a meno di equipaggiamenti speciali, andando letteralmente a tentoni nei sotterranei, anche se non consigliabile, è un gradito valore aggiunto.

La cartoonesca grafica di Ittle Dew 2, pur non essendo eccezionale, funziona e non stona con la spensieratezza generale del titolo. Già ad un primo sguardo è chiaro che il gioco è fatto per essere apprezzato da tutti, adulti e bambini. Uno stile pixelloso avrebbe allontanato o più giovani, e con la sua difficoltà non punitiva, Ittle Dew potrebbe essere un buon modo di introdurre un pargolo al mondo dei videogiochi al di fuori dell’accozzaglia immonda di giochi casual usa e getta, pieni di microtransazioni rubasoldi e pubblicità ai limiti del lavaggio di cervello, che appestano le piattaforme mobili come tablet e cellulari.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Ittle Dew 2 è un gioco onesto, un chiaro omaggio alla saga del ragazzino vestito di verde e dalle orecchie a punta che da trent’anni riempie le casse della Nintendo. Semplicità e cura nel level design reggono in piedi un gameplay solido e rodato, mentre il suo stile e il suo umorismo impreziosisce il tutto. Vale lo stesso discorso che facemmo sul già citato Axiom Verge: se vi manca Zelda ed avete giocato fino alla nausea i vecchi classici in due dimensioni, potete giocare Ittle Dew 2 fingendo che sia un episodio completamente nuovo di quella blasonata saga.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.