Just Cause 3: Mech Land Assault – Recensione

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Dopo aver sorvolato i cieli de Medici e aver fatto un po’ di casino con i droni e la nostra nuova tuta alare, Just Cause 3 ci porta sull’isola di Lacrima. Siamo al secondo contenuto aggiuntivo, che segna cosi un nuovo traguardo per gli sviluppatori e soprattutto i giocatori, che ora possono sfruttare nuovi mezzi terrestri con cui portare la pace a suon di distruzione. Just Cause 3: Mech Land Assault è stato esplorato in lungo e in largo da noi, con estrema difficoltà, lo ammettiamo e vi vogliamo parlare di quei difetti che speravamo non vedere, ma che purtroppo sono onnipresenti.

Lacrima

Quando accendiamo un gioco con una mappa esplorabile, una trama e tante cose da fare allora pretendiamo una linea narrativa anche nei DLC. La storia di Mech Land Assault lo diciamo francamente: non esiste. Rico scopre che le persone vengono deportate su di un’isola, Lacrima, dove vengono sfruttate per un qualche losco piano e decide di liberare l’isola dall’oppressione. Tutto qui. Niente storia, niente personaggi, ma solo un riferimento a degli storici nemici, Mano Nera, che però si sente solo alla fine del DLC. Parliamo quindi una “storia” che dura all’incirca un ora e mezzo e che non ci racconta assolutamente niente.

Metal Gear… ah no

Just Cause 3: Mech Land Assault aggiunge però un nuovo fattore al gameplay che ci ha divertito parecchio, i mech. Potremo pilotare due tipologie di mech, che ci forniranno una potenza di fuoco talmente ampia da poter annientare un esercito senza problemi. One man army, no? Grazie al nostro robottone potremo non solo sparare dei colpi micidiali capaci di tirar giù un elicottero con un solo colpo, ma potremo usare anche il Mech’s Gravitational Remote Influence Projector o “GRIP”, che potrà attrarre a sé qualsiasi oggetto (anche gli elicotteri). Questo rende ovviamente il tutto molto più facile di quel che potrebbe apparire. Grazie al potenziamento della tuta e i mech il giocatore diventa pressoché invicibile nei confronti dei nemici.

Se avete ancora delle zone non conquistate nel gioco originale allora con il mech potrete letteralmente mettere a ferro e fuoco tutto ciò che vi circonda.

Bullet Time… ah no

Just Cause 3 non è mai stato un re per quanto riguarda la stabilità del framerate e lo abbiamo detto sia nella nostra recensione del gioco sia del primo DLC. Purtroppo ciò che abbiamo visto in Mech Land Assault è un tripudio di orrori che faranno perdere la pazienza anche al giocatore più stoico. Il mech di butta dentro la guerra, dove ogni cosa esplode, vola e crolla. Inutile dire che se spingiamo un tot numero di container allora il framerate scende a 10 circa, rendendo la vita non solo difficile. La sensazione è quella di giocare con il bullet time costantemente attivo, ma con i nemici che si muovo alla nostra stessa velocità. Sarebbe forse il caso di diminuire gli oggetti distruttibili per aumentare la stabilità del gioco.

L’isola di Lacrima ha la grandezza piuttosto limitata, ma perfetta per le guerriglie con i robot. Purtroppo il level design, che abbiamo tanto apprezzato nel gioco qui viene scemando e tutto si riduce a poche basi in cui bisogna fare la stessa medesima cosa e senza i paesaggi mozzafiato che hanno caratterizzato la serie.

Commento finale

Just Cause 3: Mech Land Assault non ci ha stupiti per tantissimi motivi. Una storia assente, un framerate che da più del semplice fastidio.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un giovane appassionato del mondo videoludico e di tutto ciò che lo circonda. Cresciuto con i videogiochi e libri tra le mani ha deciso di unire la sua passione per la scrittura con quella per i videogiochi ed ecco perché si trova qui.