Kingdom Hearts III – Recensione

Kingdom Hearts III
Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Dopo 13 lunghi anni (se vogliamo fingere che non ci siano stati gli importantissimi spin off), finalmente, Sora ed i suoi amici sono tornati, più in forma che mai con Kingdom Hearts III. E, dopo aver spolpato per bene il gioco, posso ritenermi soddisfatto e ritenere che l’attesa sia stata ripagata ampiamente. Ma com’è facile aspettarsi, non ci troviamo di fronte un gioco esente da difetti, anzi.

Kingdom Hearts 3

May your heart…

Se c’è un punto, che più di altri è da considerarsi fondamentale quando si parla di Kingdom Hearts, quello è sicuramente il suo aspetto narrativo. Il tutto è cominciato molto lentamente con una storia quasi del tutto lineare nel primo Kingdom Hearts, che solo nei titoli di coda apriva alla possibilità di un sequel. Poi, di titolo in titolo la storia si è evoluta ed arricchita sempre più, con tanti dettagli che ad una minima distrazione potrebbero causare una totale confusione. Ebbene, prima di questo titolo ci eravamo lasciati in Dream Drop Distance con un Sora che, caduto per un breve periodo nell’oscurità ha perso – per l’ennesima volta – tutte le sue conoscenze e abilità da guardiano del Keyblade. E, come abbiamo già visto nel finale segreto di 0.2 il suo primo obiettivo è quello di raggiungere un eroe che, come lui, aveva perso tutta la sua forza ma è stato in grado di riguadagnarla, ovviamente parliamo del nostro amico Megafusto (o Hercules per i più tristi). Da qui in poi, la trama si svolgerà nella formula in cui Kingdom Hearts ci ha abituati: storie autoconclusive all’interno dei mondi che visitiamo, condite con piccole porzioni di trama principale più o meno importanti per poi arrivare al gran finale che, quasi come una cascata, butta nel mix tutto ciò che rimane. Forse, però, in questo caso e per alcuni avvenimenti avrei preferito uno svolgimento diverso, posto a metà dello svolgimento ma non è un gran problema. Soprattutto se consideriamo che, se come me volevate che il gioco rispondesse a determinate domande, quelle che mi sono posto nello speciale di qualche settimana fa, siate pur certi che tutte troveranno risposta in questo titolo.

Kingdom Hearts 3
Inoltre, ho molto apprezzato che per alcuni mondi non si è mantenuta la classica formula di riproporre gli avvenimenti visti nei film con l’aggiunta di Sora, del nemico di turno e del concetto di cuori, oscurità ecc. bensì, si è scelto di dare a dei mondi in particolare una storia del tutto inedita. Questa si potrebbe considerare come un vero e proprio sequel dei film Disney che trattano e, in casi come quello di Toy Story gli avvenimenti vissuti nel gioco sono addirittura canonici nell’universo del film. Questo, ed il fatto che il tutto è accompagnato da una regia molto interessante mi ha fatto adorare il titolo dall’inizio alla fine. Ma lo stesso non si può dire per chi non ha giocato tutti gli altri capitoli della saga, e quando dico tutti intendo veramente tutti, per quanto ci provino, i filmati dell’archivio della memoria sono insufficienti a creare basi solide su cui costruire la narrazione del titolo, rendendolo impossibile da godere senza delle conoscenze pregresse.

Kingdom Hearts 3

…be your guiding key

Nonostante abbia affermato che l’aspetto narrativo di Kingdom Hearts sia uno dei più importanti per l’opera, è innegabile che (permettetemi la ripetizione) Kingdom Hearts non sarebbe Kingdom Hearts senza il suo gameplay. E, nonostante, giochi come Birth By Sleep e Dream Drop Distance siano indubbiamente validi, quando li giochi senti che qualcosa manca, non c’è quel je ne sais quoi che ti fa pensare “ecco, questo è un gioco del filone principale”. Kingdom Hearts III da questo punto di vista non delude, quel numero che porta nel titolo è giustamente guadagnato. Innanzitutto si abbandona il sistema dei comandi che ha caratterizzato tutti i giochi della serie rilasciati tra il secondo ed il terzo capitolo del filone principale. Inoltre vediamo un ritorno anche di accessori ed armature da equipaggiare per potenziare il nostro personaggio. Da qui, cominciano le novità: prima fra tutte è sicuramente il nuovo sistema di combattimento caratterizzato dalle “fusioni”, ovvero delle vere e proprie trasformazioni dei Keyblade che cambieranno lo stile di combattimento di Sora concentrandosi su attacchi veloci, magici o ad area, insomma ce n’è per tutti i gusti. I keyblade secondari, però, sono solo “reskin” dei keyblade che incontriamo durante la storia. A tutto questo si aggiungono i comandi situazionali che, tramite la pressione del triangolo (o Y se vi trovate su Xbox) attiveranno quelle che in Kingdom Hearts II conoscevamo come “comandi limite” senza però scaricarci la barra degli MP. Per finire ci sono, poi le tanto pubblicizzate attrazioni, che vedranno Sora, Paperino e Pippo (attenti a nominarli sempre in quest’ordine) usare alcune delle più famose attrazioni di Disneyland per attaccare i nemici di turno. Le attrazioni, però, sono uno dei problemi caratterizzanti di questo titolo, sono troppo OP e rompono il ritmo di gioco.

Kingdom Hearts 3
Proprio come con Kingdom Hearts II, anche questo titolo si rivelerà, purtroppo, fin troppo facile. I nemici non saranno quasi mai, soprattutto all’inizio, una minaccia per il giocatore, giusto i boss possono mettere più paura: ho giocato il titolo ad Esperto e le volte che ho fatto game over si possono contare sulle dita di una mano. Inoltre, non è presente la difficoltà critica, anche se a mio avviso dare meno punti vita e nemici che fanno il doppio del danno non è rendere il gioco più difficile, ma solo più frustrante.
Le sezioni in Gummiship tornano più prepotenti che mai, questa volta non ci saranno Gummirotte o Gummissioni da seguire, il giocatore a bordo della sua nave sarà catapultato nello spazio in una sorta di grande mappa esplorabile liberamente con tesori, nemici, munny e tutto ciò che si potrebbe desiderare. Tuttavia, il ricorrere a questa nuova struttura simil-open world per la Gummiship rende tutto l’esplorabile un po’ monotono se ripensiamo a ciò che offriva il secondo capitolo della saga. Ma in ogni caso, nonostante il sistema in generale sia molto simile a quello del succitato titolo, l’ho apprezzato e mi ha divertito molto di più.
Per finire, impossibile non citare le miriadi di attività secondarie che il gioco mette a disposizione. Dai tantissimi minigiochi del regno classico ai minigiochi distintivi di ogni mondo, passando per i portafortuna da fotografare e gli ingredienti da raccogliere (qualcuno fermi paperino, vi prego).

Kingdom Hearts 3

This might be a Good spot to find some ingredients

Come già detto, una delle cose in cui Kingdom Hearts III deficita è senza dubbio il bilanciamento della difficoltà, ma fatta eccezione per questo dal punto di vista tecnico si presenta in maniera abbastanza solida e gradevole. Il framerate è stabile sui 30 fps (40-50 se guardiamo a Ps4 Pro e Xbox One X) con qualche rarissimo calo solo in alcune fasi veramente piene di nemici a schermo. Graficamente, poi, l’unreal engine 4 fa il suo dovere più che bene: Sora ed i suoi amici sono più vivi che mai, la pulizia grafica è sorprendente così come la densità poligonale e le texture che sono molto gradevoli da guardare. Le ambientazioni, dal canto loro, sono tanto varie quanto ben fatte, non manca veramente nulla, dal tripudio di colori che è il regno di corona, al malinconico filtro arancione di crepuscopoli; dalle antiche strutture greche di Tebe ai modernissimi grattacieli di San Fransokyo; Le bianche colline innevate di Arandelle e gli oceani sconfinati dei Caraibi e chi più ne ha più ne metta. Per concludere, non posso non menzionare l’aspetto che più di tutto ha contribuito a far sviluppare il mio amore per questa saga, ovviamente parlo del suo comparto audio. Anche Kingdom Hearts III non è da meno e, come da tradizione per la serie, la sua soundtrack spacca. Yoko Shimomura non ha perso il suo smalto: Don’t think twice e Face my fears (nonostante non apprezzo appieno l’apporto di Skrillex) sono stupende, così come lo sono le OST di sottofondo nei vari mondi e per le battaglie. Ci sono note per tutti i gusti, quelle che vi faranno rilassare e quelle che vi caricheranno a molla così come non mancheranno dei graditissimi ritorni sotto nuove vesti uditive, insomma anche qui si dimostra che il gioco è più che degno del nome che porta.

[amazon_link asins=’B00ESBHG3Q,B07DLNGMJB,B07DQ9LRMJ,B07N6C4QQS,B016DNCWHG,B00DC267Z0′ template=’ProductCarousel’ store=’havocpoint-21′ marketplace=’IT’ link_id=’55a26f8f-3255-44c6-a373-d34877b39c14′]

Sull'autore

Admin