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Chi non ha mai sentito parlare di Artù? Penso chiunque dal momento che risulta essere il protagonista di una delle più belle storie narrative mai realizzate, con tanti personaggi ispirati non solo a soldati romani e molti altri che sono vissuti nella storia del periodo classico pre-medioevale e postumo. Sarà proprio quest’ultimo ad essere il protagonista in un opera che non mi sarei aspettato di provare, non solo in un opera indie – ossia un settore che ho sempre amato – ma anche perché l’ho provato su Nintendo Switch.
Ma il titolo risulta essere un multipiattaforma disponibile per Playstation 5, Xbox Series X/S, PC ( sia per Windows che per Mac OS) e la già annunciata Nintendo Switch. Il titolo è un buon roguelite che integra perfettamente alcune meccaniche RPG insieme a quelle action, le quali consentono di potenziare le abilità del nostro protagonista ma ne parleremmo con calma nel corso di questo articolo.
Abbiamo perso il nostro regno
Il titolo non nasconde il fatto che sin dalle prime battute il giocatore dovrà cavarsela da solo in questo mondo fantasy, in quanto l’intera esperienza è basata sulla modalità in singolo giocatore dove bisognerà capire che cosa è successo al regno di Camelot. Infatti per chi è un appassionato del mondo di re Artù, troverà diversi richiami nel mondo letterario e cinematografico come ad esempio la serie televisiva Merlin.
La storia narra che per una lotta contro il temibile Gigante del Vuoto, il re si ritroverà catapultato in una terra alternativa dove il regno è distrutto in varie zone e la spada Excalibur verrà spezzata in due. Si capirà sin da subito che bisognerà ricreare la tavola rotonda, con tutti i cavalieri annessi e alleati, campeggiati dall’unico aiutante che si è salvato ovvero Merlino.
Il mago è riuscito a ritagliare un pezzo del castello in modo tale da rendere accessibile per gli alleati un luogo sicuro, nel quale si dovrà decidere come procedere nel corso delle varie lotte successivamente da quel punto in avanti. Questa caratteristica permette al giocatore di conoscere una realtà divertente e perennemente attuale, che mi ha ricordato Bastion per stile di gioco sia per com’è posizionata la telecamera che per i combattimenti.
Ciak azione
La visuale isometrica è presente da sempre sin da quando venne introdotta tra la fine degli anni 80 e inizio anni 90, dai primi Fallout e Wastaland. Questo garantisce due caratteristiche importanti a questa tipologia di giochi ossia la prima azioni veloci, con tanti nemici su schermo e attacchi che possono venire da ogni zona il che in contesti come le Boss Fight risultando estremamente divertenti e caotiche.
Le uniche due abilità di Artù saranno l’attacco base e la speciale garantendo un alternanza delle peculiarità, però nel corso dell’opera i cavalieri della tavola rotonda – oltre a diversi pilastri magici disposti nelle varie aree del gioco – miglioreranno le caratteristiche del protagonista. Infatti ogni volta che incontreremmo un cavaliere oppure un artefatto potremmo migliorare determinate caratteristiche, come attaccare dalla distanza oppure danneggiare maggiormente un nemico asseconda della situazione.
La caratteristica che mi ha colpito è che nel gioco avremmo diversi obiettivi, asseconda del momento della storia e per tanto inizialmente avremmo il compito di riunire gli alleati di Artù. Da Morgana fino al fabbro sconosciuto, non lo chiamo così io ma semplicemente non si identifica in questo modo, si potranno riunire al nostro entourage di quel che resta del castello di Camelot.
Un luogo sicuro ma non troppo…
Eppure sarà proprio nel quel che resta del nostro regno a diventare la nostra casa, in quanto ci saranno diversi negozi che aiuteranno non solo gli alleati, ma anche il giocatore di ottenere determinati miglioramenti. Uno di essi è quello di fornire ai nostri alleati un edificio nel quale possono lavorare, da un fabbro per creare nuove armi fino al negoziante che ci fornirà nuovi oggetti consumabili.
Tutto questo lo si farà nel corso dell’opera facendo esperienza e ottenendo crediti giocando nelle varie mappe, ottenendo soldi dai nemici abbattuti oppure dagli oggetti distrutti. Questi soldi potranno essere utilizzati dai nostri alleati a Camelot, oppure dai vari negozianti disposti nelle varie mappe di gioco, sempre poco prima di scontrarci con il boss della zona.
Perché questo? Semplicemente non potremmo utilizzare quando vogliamo le pozioni oppure qualcos’altro, per tanto dovremmo sempre avalarci del fatto che dovremmo stare attenti quando veniamo attaccati per non soccombere e ripetere la strada una seconda volta. Anche se sarà difficile farlo al primo tentativo in quanto la mappa nuova sarà strana al primo incontro, in quanto ogni volta che rientreremo le zone saranno diverse anche se i nemici rimarranno invariati.
Le boss fight sono un qualcosa di magnifico
La caratteristica chiave in giochi come questo è di rendere ogni zona diversa, non solo dall’aspetto estetico che mischia le aree magiche a quelle che possiamo conoscere nella nostra realtà. Infatti incontreremmo diversi tipi di nemici, uno più specifico rispetto ad un altro i nemici attaccheranno in modo univoco, in quanto collaborano assieme per attaccare il protagonista da ogni dove e questo è un aspetto interessante e intrigante.
Quindi attacco veloce e schivata sarà di vitale importanza in un titolo come questo, incontrando nemici volanti che attaccano dalla distanza fino a quelli corazzati, dove dobbiamo prima di tutto distruggere l’armatura e poi ridurre l’energia al minimo. Questo farà si che gli alleati nel corso dell’opera si riducano, e che possiamo fare esperienza nel corso delle avventure.
Le boss fight saranno diverse le une alle altre, ci sarà da combattere veramente bene in quanto non saranno similari gli uni agli altri e bisognerà conoscere come combattono. Il fatto di incontrare il primo e vedere che salta per colpirci con la sua enorme stazza, per poi attaccarci dalla distanza ci farà capire che sarà solo il primo tassello di un gioco ben più lungo e complesso da conoscere e divertirci.