Lo Hobbit: il film che non vedremo mai, la Terra di Mezzo secondo Guillermo del Toro

Lo Hobbit
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Prima di intraprendere il lungo viaggio per portare sul grande schermo la trilogia de Lo Hobbit, Peter Jackson aveva immaginato un ruolo da produttore, lasciando la regia a Guillermo del Toro, il visionario regista di Il labirinto del fauno e Hellboy. Ma il destino, si sa, ha in serbo strade imprevedibili.

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Dopo due anni di pre-produzione, del Toro abbandonò il progetto a causa di problemi produttivi, e Jackson si ritrovò nuovamente al timone della regia. Nonostante il successo commerciale dei film, l’accoglienza da parte di critica e pubblico non fu paragonabile a quella de Il Signore degli Anelli. Da allora, molti fan si sono chiesti come sarebbe stato Lo Hobbit se del Toro avesse portato a termine la sua visione.

Grazie a dichiarazioni del regista, di Jackson e di altri membri del team, e alle voci che circolavano all’epoca, possiamo farci un’idea di come sarebbe stata la Terra di Mezzo immaginata da del Toro.

Un ritmo più serrato e una storia più concisa

Del Toro aveva in mente due film anziché tre, con un ritmo più veloce e una trama più fedele al romanzo originale. Il primo film avrebbe narrato le avventure di Bilbo, mentre il secondo si sarebbe concentrato sulle vicende di Gandalf e del Consiglio Bianco. L’idea era di intrecciare le due storyline, creando un racconto più dinamico e meno diluito rispetto alla trilogia di Jackson.

Un cast diverso e un’estetica unica

Del Toro avrebbe voluto coinvolgere gli attori de Il Signore degli Anelli nei ruoli già interpretati, ma l’età avanzata di Ian Holm impedì il ritorno di Bilbo Baggins. Tra i nomi considerati per il ruolo c’era James McAvoy. Ron Perlman, fedelissimo collaboratore di del Toro, avrebbe interpretato Beorn, mentre Brian Blessed e Ian McShane erano in lizza per ruoli di nani.

L’estetica della Terra di Mezzo sarebbe stata meno realistica e più fiabesca, con colori vivaci e un’atmosfera surreale, in linea con lo spirito del romanzo. Il tono si sarebbe fatto progressivamente più cupo con l’avanzare della storia, per poi allinearsi allo stile de Il Signore degli Anelli nel finale.

Mostri e battaglie: una visione originale

Del Toro, noto per le sue creature fantastiche, aveva in mente un design originale per i mostri de Lo Hobbit. Azog sarebbe stato interpretato da un attore con trucco prostetico, mentre Smaug avrebbe avuto un aspetto serpentino e un grande corno sul muso. I warg, invece, avrebbero avuto una bellezza inquietante.

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A differenza di Jackson, del Toro non avrebbe dato grande spazio alla battaglia finale, rimanendo fedele al romanzo in cui Bilbo rimane per lo più incosciente durante lo scontro. Il regista riteneva che le battaglie epiche fossero ormai un cliché del genere fantasy, e preferiva concentrarsi sugli aspetti più intimi e psicologici della storia.

Un’eredità visibile

Alcune idee di del Toro sono comunque confluite nella trilogia di Jackson, come l’introduzione del personaggio di Tauriel e l’aspetto di Bosco Atro e Pontelagolungo. Inoltre, del Toro è accreditato come sceneggiatore di tutti e tre i film, a dimostrazione del suo contributo al progetto.

Anche se non vedremo mai la sua versione de Lo Hobbit, è affascinante immaginare la Terra di Mezzo attraverso gli occhi di Guillermo del Toro, un mondo fantastico e originale, pieno di creature straordinarie e atmosfere suggestive.

Sull'autore

Valerio Esposito

Grande amante di videogame, fumetti, musica e dell'arte in generale. Dà il massimo per le sue passioni, sperando di trasformarle nel suo futuro.