Micro Machines World Series – Recensione

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Fin da quando esiste il divertimento ci sono le “macchinine”. Inutile negarlo, ragazzini di tutto il mondo sono cresciuti sognando di sfrecciare a 300 miglia orarie sul proprio bolide, nel salotto di casa propria e sulla pista di Micro Machines. Ed è proprio questo uno dei punti forti dei videogames dedicati alle auto in miniatura più famose dell’universo: riportare alla nostra mente “ricordi perduti”. E gli amici di Codemasters, per fortuna, ci riescono bene. Andiamo però a vedere se è davvero tutt’oro quel che luccica.

Un passo indietro rispetto al passato?

Teniamo subito a precisarlo, nonostante Micro Machines World Series sia godibile, ha poco a che vedere con i grandi titoli passati dedicati al mondo delle macchinine. Codemasters ha puntato a creare un prodotto diverso dal solito, concentrandosi soprattutto sull’esperienza “online only”, quasi a volersi avvicinare al mondo degli eSports. Avremo infatti stagioni con tanto di classifica, eventi speciali e ricompense. Il single player è invece ridotto alla semplice modalità “Schermaglia”. Seguendo il modus operandi dei titoli competitivi a cui vuole assomigliare, in Micro Machines World Series non mancheranno forzieri con skin rare da conquistare, nuove emote, audio che ricalcano lo stile dei piloti e marchi da spargere lungo il livello.

Nonostante tutte le semplificazioni che non permettono al titolo di raggiungere la vetta qualitativa e quantitativa dei videogames Blizzard, in Micro Machines ogni modalità è divertente. Potremo scegliere fra Gara, Battaglia ed Eliminazione, un classico. Nella prima, ovviamente, vince chi è più veloce e per riuscire nell’intento avremo a disposizione potenziamenti vari, indispensabili per togliere di mezzo i nostri rivali. Dal carro armato di G.I. Joe allo spazzaneve, dal cartepillar all’auto della polizia, disporremo di 12 mezzi per mordere l’asfalto della pista e conquistare la vittoria. Al numero piuttosto esiguo di possibilità, si aggiunge anche la poca diversificazione del sistema di guida: ci sembrerà di pilotare sostanzialmente la stessa auto, nonostante il differente aspetto.

Vi è comunque una differenziazione fra mezzi leggeri e pesanti, soprattutto nella reazione in curva e nella ripresa. Le auto più agili avranno risposte più rapide rispetto alle altre. Nonostante questa premessa però, mantenere il controllo del bolide non è affatto scontato, sia per la visuale isometrica, difficilmente addomesticabile all’inizio, siamo per l’enorme quantità di ostacoli sparsi lungo il percorso. Zollette di zucchero, graffette, palle di biliardo e chi più ne ha, più ne metta, tutto studiato per rendere le cose ardue. Spostando invece la nostra attenzione sulle altre due modalità disponibili, “Battaglia” ed “Eliminazione”, vediamo ancora di più quanto Codemasters abbia preferito raddrizzare il tiro in favore di una scelta più commerciale e competitiva. Battaglia è a sua volta suddivisa in altre categorie quali “Sgancia la bomba”, “Re della collina” e “Cattura la bandiera”.

Nelle modalità di gioco appena enunciate, ogni auto presenta abilità uniche e dispone di una “Ultimate” (ci sarà anche qui il “mezzogiorno di fuoco” di McCree?). Da notare anche il fatto che Penny Cillin, l’ambulanza, ricorda pericolosamente la nostra Mercy di Overwatch, essendo capace di far risorgere e curare i compagni, mentre il gatto delle nevi è la Mei delle automobili, con l’abilità di rallentare e congelare gli avversari. Eliminazione invece rappresenta la modalità che più tiene vivo il fascino del passato, con una competizione sviluppata su più round. La telecamera si focalizza sull’auto in prima posizione, che vince quando tutti gli altri partecipanti sono stati fatti fuori in qualche modo.

L’impalcatura tecnica, un lavoro semplice e bello da vedere

Dal punto di vista tecnico Codemasters riesce a portare il compitino a casa, senza cercare di ottenere l’impossibile e caratterizzando magistralmente sia i tracciati che i bolidi sfreccianti su di essi. Il tutto si risolve in un’estetica semplice, accattivante e bella da vedere in azione. Oltre a qualche raro calo di frame rate, in Micro Machines World Series i match online funzionano a dovere, vantando dunque il supporto di un server dignitoso ed efficiente. Sorprendente poi è la cattiveria pura dell’IA, addirittura a volte fin troppo dura da fronteggiare. Discorso a parte va fatto per il gioco con gli amici, il divertimento è assicurato, senza tanti fronzoli.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Micro Machines World Series è il risultato della volontà di Codemasters di avvicinarsi ad una scelta più commerciale e competitiva, ricordando fin troppo i match disputati sul titolo di punta di casa Blizzard. Ci capiterà spesso di cadere in una sorta di déjà-vu, dovuto ai troppi punti in comune con l’offerta di Overwatch. Ciononostante siamo di fronte ad un titolo che riesce nel suo intento: divertire, meravigliare e rievocare i nostri ricordi, senza troppi giri di parole. L’atmosfera che si respira è proprio quella che abbiamo vissuto da bambini nella nostra cameretta, pur non raggiungendo la qualità di altri titoli dedicati al mondo delle macchinine da corsa. L’aggiunta di nuovi contenuti, di cui Micro Machines World Series è abbastanza povero, e il bilanciamento delle abilità delle auto, potrebbero rendere il titolo popolare fra i gamers in rete, sia grandi che piccini. Non ci resta che fare il tifo per le celebri macchinine e consigliare l’acquisto di un titolo immediato e godibile.[/stextbox]

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".