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La fanciullezza è un periodo di grande spensieratezza e di scoperta. Il mondo sembra una grande giostra su cui poter fare tanti giri quanti ne vogliamo fare. Durante quel periodo si formano le prime amicizie, i primi dissapori e le prime passioni. Talvolta, durante quel periodo si scoprono anche i primi dolori che poi finiscono per segnare per sempre l’animo. Per anni abbiamo visto tantissime storie in cui i protagonisti erano bambini o bambine che andavano alla scoperta del mondo e senza alcuna paura si gettavano nei pericoli di vario tipo. Gli artisti nipponici di solito possiedono un’abilità davvero grande nel mostrarci le avventure dei bambini e tutti ricorderanno anche tra 100 anni la piccola Heidi nella sua trasposizione televisiva. In America abbiamo visto diverse serie al riguardo, ma la più importante è sicuramente quella dei Rugrats, anche se in quel caso parliamo di una serie dal tolo differente e più scanzonato. Intanto Tunué ha pubblicato l’opera Momo, di Jonathan Garnier e Rony Hotin, che si inserisce nello stesso contesto, ma in modo diverso, colpendo il lettore in modo delicato sulla spalla per mostrargli il mondo da una nuova prospettiva.
La storia del graphic novel in questione è ambientata nella terra normanna e vede come protagonista la piccola bambina di cinque anni di nome Momo. Il padre lavora su una nave e si allontana per lunghi periodi dalla casa e la piccolina resta a vivere cosi con la nonna, che adora la bambina con tutto il cuore e cerca di darle qualche insegnamento. Momo è però una bambina curiosa, coraggiosa e nemmeno dietro un pericolo si tira indietro.
Il suo spirito ribelle e combattivo la porta a scontrarsi con altri bambini della sua età, che inizialmente non la considerano per niente, ma tra i bambini le cose accadono in modo molto più semplice e spontaneo. Anche l’incontro con una ragazza più grande, venuta a passare l’estate dai nonni, cambierà la piccola Momo, che vedrà in quella giovane donna un modello da seguire. Si tratta infatti di una cosa che capita a tutti i bambini, vedere una figura più grande che sembra davvero forte, imbattibile e perfetta e recere di seguirla. La bambina scoprirà però presto il dolore, nonostante la sua giovanissima età.
La scrittura di Jonathan Garnier è colma di delicatezza con cui tocca i tanti argomenti in questa storia. Ogni argomento viene però avvicinato lentamente, senza rompere quella sottile patina di naturalezza che ricopre tutto. Momo è stata ispirata dalle foto di una bambina reale e la stessa storia di Momo è ormai una leggenda, ma qui il tutto viene narrato in una chiave moderna e adatta anche per tutte le età. L’autore gioca molto con i personaggi che ricoprono i vari ruoli nella storia, si sofferma su alcuni e ci dimostra qualcosa di semplice, ma che forse, ci sfugge proprio perché ragioniamo in modo diverso rispetto a una bambina di cinque anni. Una grande attenzione viene posta sui dialoghi, che in effetti racchiudono l’essenza della fanciullezza, l’animo di alcune persone che ci sembrano cattive e lo spirito dell’umanità.
Alle matite Rony Hotin prende spunto dal Giappone e in parte dalle vecchie opere sovietiche (magari senza rendersene nemmeno conto) e porta tutta quella bellezza in uno sfondo occidentale. Il tratto sottile, preciso, ma senza esagerazioni, regala delle tavole che potrebbero stare in un film d’animazione. In effetti, un film d’animazione cosi sarebbe parecchio interessante da vedere. Diventa impossibile non affezionarsi a Momo e il suo viso imbronciato quando si parla di pesce o di verdure, ma anche al suo sorriso quando scopre qualcosa oppure quando parla con la sua nonnina. Hotin ha dato vita a delle persone disegnate su carta e nel farlo, non ha mai calcato la mano. I colori sono sempre firmato da Rony, che usa uno stile piuttosto flat nel colorare i paesaggi, dando sempre manforte alla delicatezza.
Tunué invece continua a dimostrarsi uno degli editori più capaci nel darci delle storie adatte a tutte le età.