Mondealy – Recensione

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Titoli con una grafica retrò, che ricordano la realtà dei videogiochi di una volta, ci sono sempre stati e sempre ci saranno e alcuni di essi sono entrati nella mia memoria. Da To the Moon fino al demake di Bloodborne ci sono titoli che mi hanno raccontato qualcosa, e riescono in alcuni casi a rielaborarsi in un qualcosa di nuovo che non si aveva considerato precedentemente e che riesce funzionare in maniera egregia.

Mondealy è un prodotto che per quello per cui viene indirizzato funziona, è solido e ha delle caratteristiche che possono piacere a coloro che cercano un po’ di tranquillità. Ma se vi aspettate qualcosa in più da un prodotto semplice con una trama carina e interessante, questo non è quel tipo di caso perché come Animal Crossing insegna prendete la Switch, perché l’ho giocato qui, e iniziamo questo breve racconto tranquillo e simpatico.

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Una cittadina tranquilla

Il protagonista delle vicende è un ragazzo di nome Micheal che, facendo l’autostop per tutti gli Stati Uniti gira per il paese dopo il suo licenziamento dal lavoro. Arriverà dopo una lunga camminata nella cittadina di Mondealy, che da al nome al titolo guarda caso, e per ripararsi dalla piaggia e dal freddo di una notte si rifugia all’interno di un pub pieno di persone che si dilettano per passare la serata.

Ad un certo punto fa amicizia con una persona la quale tira fuori dallo zaino un libro, contenente una storia che all’apparenza sembra sia scritta per i bambini, ma gli viene raccontato che gli è stata donata da persone di un altro mondo. Non capendo quelle parole, per il momento almeno, chiede di poter trovare un posto per la notte per riposare ed evitare la pioggia.

Viene accompagnato da una ragazza presso il faro della cittadina ormai non utilizzato da diverso tempo, promettendogli di aspettare li fino a quando non trova un posto migliore. Eppure quando si ritroverà da solo, le assi del pavimento – che erano messe li momentaneamente per coprire un buco – si rompono e fanno scoprire a Micheal in una realtà con animali umanizzati che hanno creato una loro civiltà, da qui inizierà la nostra storia divisa in 12 capitoli.

Un classico gameplay

Non credo che sarà un articolo lungo in quanto tolta la trama, non si ha molto altro oltre al gameplay e alle influenze da altri titoli purché io ne conosca ovviamente. Il titolo è un open world nel quale possiamo muoverci un po’ come vogliamo, ce una mappa abbastanza carina da visitare con alcune aree da esplorare come la foresta, la spiaggia e la cittadina ( che sembra una città del mondo dei vecchi Pokémon, tipo rosso oppure blu).

Non ci sono missioni secondarie, per lo meno non intesa come le conosciamo noi oggi, nel senso che oltre a visitare le varie aree e parlare con i vicini non si potrà fare molto altro. A meno che non si voglia correre in mezzo alla strada fino a quando non verremmo investiti, la prima volta che mi è capitata l’ho fatto involontariamente senza pensarci la seconda invece, impavido come un piccione che in picchiata va contro una MG 42 carica, mi sono lanciato in strada per vedere cosa succedeva.

Risultato? Venivo svegliato sul marciapiede, oppure in un giardinetto, vicino all’incidente che sembra non sia mai accaduto. Comunque vada dovremmo compiere diversi compiti divisi dal portare una determinata cosa ad un personaggio, andare a trovarne un altro e molte altre quest però legate alla trama principale perché oltre a questo non ci sarà molto altro da fare insomma.

Quindi il titolo come ti è sembrato?

Tutto sommato mi ha divertito perché la maggior parte delle persone, che vivono sulla superficie come dimostra la cittadina, non sa del mondo del sottosuolo. Questi animali antropomorfi che sono ispirati alla quotidianità, da un coniglio che fa il postino fino ad una giraffa che fa la fiorista, ce una cittadina che vive sotto i nostri piedi e l’unica cosa che chiedono è la pace e la tranquillità.

Fino al raggiungimento del terzo capitolo saranno tranquille e poi le vicende si muoveranno e non di poco, ma non entrerò troppo nel dettaglio perché non voglio rovinarvi l’esperienza. Il team di sviluppo è stato veramente in gamba nel ricreare un Viaggio al Centro della terra però involontario, in quanto nel libro redatto dall’autore Jules Verne i protagonisti delle vicende vogliono vedere e scoprire cosa ce al di sotto della crosta terrestre.

Nel viaggio di questa storia invece avviene il contrario ossia Micheal arriva conoscere la realtà in modo casuale, e non ha nessun interesse nell’inquinare questo angolo di paradiso. Quindi ci sarà un viaggio all’interno del nostro Io interiore per capire che cosa voglia, che cosa cerchiamo e per quale motivo siamo spinti verso un determinato obiettivo.

Ok ma graficamente? Non è un po’ pacchiano?

E allora? Proprio per questo che reputo un gioco all’altezza nell’essere provato, l’unica pecca secondo me è la mancanza di altre lingue al di fuori del polacco e dell’inglese che limita un po’ la comprensione, sopra tutto per chi non è avvezzo alle lingue. L’aspetto di trovare in giro degli oggetti ispirati alle passioni del team di sviluppo, da una chitarra fino alle cuffie, rende anche bello scoprire ogni angolo della cittadina.

L’audio rimane un punto davvero interessante sopra tutto quando, come in casi come questo, si cerca di puntare con una storia forte con personaggi che vogliono farsi valere in tutti i modi. Gli effetti sonori sono davvero interessanti, e posti al punto giusto, anche se non ce un vero doppiaggio in quanto ogni personaggio emette dei suoni in stile “Beep Beep“.

Le musiche sono interessanti e adatte al contesto del gioco, quando l’ho scaricato su Switch ( il titolo è presente anche su PC sia per Windows che per Linux) l’ho scaricato in meno di un minuto per la sua leggerezza. Insomma per chi stesse cercando qualcosa di particolare, puntando sulla tranquillità e sulla storia, questo titolo secondo me fa per voi.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.