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Nel lontanissimo 1974 nasce una tipologia di campionato dedicato esclusivamente agli USA e che successivamente si espande fino a diventare un grande evento, il Supercross. In fondo al popolo oltreoceano piace la spettacolarizzazione dei vari sport e anche le moto sono diventate un vero e proprio spettacolo, che nel 2018 è diventato ufficialmente un videogioco grazie al lavoro svolto dai ragazzi di Milestone, Monster Energy Supercross: The Official Videogame.
La casa italiana ha infatti acquistato i diritti per la pubblicazione di questo gioco, apportando diverse novità rispetto ai loro giochi precedenti. Parlando ovviamente di un titolo dedicato prevalentemente al popolo statunitense, bisogna fare alcuni punti cardine, ma affronteremo tutto all’interno dei seguenti paragrafi. L’unica cosa che ho deciso di omettere per ora è la modalità multigiocatore, che era praticamente inaccessibile visto che il titolo era in mano alla stampa e trovare i giocatori era tutt’altro che semplice. Quindi la parte multigiocatore verrà descritta in una seconda data, quando avrò acquisito abbastanza nozioni riguardo al matchmaking e tutte le sue peculiarità.
Lo spettacolo all’aperto
Milestone con i giochi di guida ci sa fare, e lo sappiamo tutti per i suoi titoli dedicati al mondo del racing. In passato abbiamo visto i vari MotoGP, WRC, Sebastien Loeb Rally, Valentino Rossi e cosi via. Una moltitudine di giochi che hanno un po’ plasmato un intero genere di guida e hanno saputo competersi con altri colossi prodotti da Codemasters e BigBen Interactive. Con Monster Energy Supercross mi sono finalmente trovato davanti a qualcosa che si allontana dalle semplici corse, ma come ho detto prima, si avvicina al concetto dello spettacolo.
Acceso il gioco, ci troveremo davanti a un menu semplice in molti dei suoi aspetti e potremo affrontare il giocatore singolo, il multigiocatore, i vari menu e l’editor dei tracciati. La modalità del giocatore singolo dal canto suo comprende altre scelte come una gara singola, un campionato, la carriera e il time attack. Durante la carriera si partirà con la scelta del pilota, con delle piccole personalizzazioni facciali ed estetiche e infine si passa alla moto. Dopo aver scelto il marchio preferito, dovremo utilizzarlo per un periodo di tempo necessario prima dell’acquisto di una seconda moto. A questo punto ci ritroveremo all’interno di un semplice hub nel quale potremo comprare i vestiti per il pilota o verniciare la moto, gestire i nostri sponsor, gareggiare e leggere i tweet. Un po’ come accade con NBA 2K18, infatti, la modalità carriera cercherà di renderci più partecipi del mondo in cui ci troviamo. Attenzione però, perché ovviamente tutti i messaggi si ripetono dopo un po’ di tempo, sopratutto se si vince sempre (o quasi).
Le gare dei campionati hanno dalla loro parte tutta la struttura realistica di quelle vere, ma qualora si volesse divertirsi un po’ senza pensieri alcuni è possibile scegliere la sfida One-Shot. Si tratta della tipologia di corsa che elimina ogni preparazione, ma in quel caso partirete sempre per ultimi. La modalità carriera è poi composta da 3 campionati differenti: 250 east, 250 west e 450. Ciò che differenzia l’ultimo dai primi due è la cilindrata della moto che utilizzeremo e questo cambia un po’ tutto l’approccio con il terreno e anche i nemici.
Degustatori di fango
Qualcuno si ricorderà di MXGP, una serie in cui la protagonista è la tipologia di corse nota come motocross. Monster Energy Supercross riprende una gran parte di tutto il gameplay del gioco precedente, limandone alcuni difetti e aggiungendo di altri però. Dopo la partenza sarà facile sentire il peso dei veicolo sotto di noi farà una grossa differenza per quanto riguarda la stabilità. L’inizio sopratutto è spesso difficoltoso per la grande presenza degli altri motociclisti e quindi per una calca che non facilità affatto le cose.
Il gameplay pone poi una grandissima attenzione alla questione del freno e della posizione del pilota rispetto all’inclinazione della moto. In primo luogo bisogna capire che ci sono due freni diversi ed entrambi servono per due tipologie ci curve diverse. In secondo luogo, bisogna padroneggiare bene lo stick destro per riuscire non solo a curvare decentemente, ma anche ad atterrare e a saltare i dossi. In quel modo, infatti, non faremo altro che spostare il corpo del pilota da una delle parti della moto, facilitando alcuni passaggi. Capire come atterrare all’interno o all’esterno di un dosso, come curvare meglio senza decelerare troppo e come acquistare più velocità potrà essere letteralmente essenziale durante le gare. Le mappe sono piccole ovviamente, essendo messe all’interno degli stadi. Ciò crea dei percorsi tortuosi in cui non vince il più veloce, ma il più bravo a utilizzare l’ambiente fisico a proprio vantaggio.
Purtroppo però lì dove il gameplay fa la sua porca figura, fallisce qualcos’altro. Il titolo presenta due tipologie di fisica differenti e la differenza la si percepisce senza dubbio. Peccato però che sarà possibile letteralmente atterrare sulla testa di un nemico e andare avanti senza cadere o far cadere il poveretto. Ciò crea qualche ilarità, sicuramente, ma anche un po’ di fastidio. Probabilmente tutto ciò verrà poi aggiustato tramite una patch, ma per ora ha portato a un bel po’ di fastidio. Altro problema sono alcune compenetrazioni tra i corridori. Sopratutto in curva e all’inizio, quando è tutto un gran guazzabuglio di moto e atleti. Insomma, problemi risolvibili, ma molto fastidiosi.
Il ruggito del leone
Per molto tempo Milestone ha utilizzato un motore grafico non all’altezza della situazione (con purtroppo un MotoGP 17 che si porta tutti i difetti di una tale scelta), ma il passaggio all’Unreal Engine 4 è stata sicuramente una vera e propria manna dal cielo per tutti. Un tale motore grafico ha dato la capacità di fare quel salto in avanti sia per quanto riguarda le texture che il realismo dei modelli e anche dell’illuminazione. Durante la corsa sopratutto, si sente un certo realismo che rende piacevole anche solo la visione degli altri che giocano. Sono molto interessanti sopratutto i modelli delle motociclette e il movimento dei vestiti durante le gare. Purtroppo non è tutto oro quel che luccica e i limiti del motore si sentono tutti all’inizio della gara. Il titolo Milestone di solito mantiene stabili i suoi 30 frame rate stabili, ma durante la partenza il motore è costretto a gestire ben 20 motociclette e le problematiche si fanno sentire con dei pesanti cali di frame rate della durata di pochissimi istanti, ma comunque fastidiosi.
L’Unreal Engine 4 ha permesso a Milestone di aggiungere una piccola chicca all’interno di Monster Energy Supercross che fa molto più che piacere, l’Editor dei tracciati. Grazie a questa piccola ma importante aggiunta possiamo letteralmente creare una nostra mappa e condividerla con il pubblico all’interno del multiplayer. Questo ovviamente crea la possibilità di rendere il gioco quasi infinito e ciò fa molto piacere. Creare un percorso ovviamente non è una cosa da poco e potrebbe richiedere parecchio tempo. Stare in uno stadio e dover far conto con una struttura dalla dimensione limitata fa pensare in modo molto più aperto per creare dei percorsi realistici, difficili e divertenti sopratutto. Ogni qualvolta saremo sicuri d’aver fatto qualcosa di buono avremo la possibilità di provare la mappa con la nostra moto.