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Com’è successo con tutti i titoli della serie fino ad oggi, anche per Monster Hunter World, Capcom ha deciso di rilasciare il grado G dopo più di un anno dall’uscita del titolo base. Ma, fortunatamente, questa volta non ci troviamo di fronte a Monster Hunter World Ultimate, titolo nuovo da ricomprare, bensì ci è stato proposto Monster Hunter World: Iceborne, un’espansione che, a mio avviso, quei 40 euro li vale tutti.
Velkana-doo where are you?
Anche in Iceborne, come già visto nel gioco base, gli sviluppatori ci hanno confezionato una buona narrazione che – certo non eccelle in quanto a scrittura e non è ricca di colpi di scena o chissà che – resta molto lineare. Tuttavia è pur sempre preferibile a ciò a cui eravamo abituati: uccidere, uccidere ed uccidere, senza una vera ragione che ci spingesse a farlo.
Il tutto ha origine da degli avvistamenti sospetti di Legiana al di fuori del loro habitat naturale (cosa particolarmente strana per una specie come quella dei Legiana). Arrivati alla foresta antica, quindi, scopriremo che uno stormo di Legiana sta migrando in massa verso terre sconosciute, attirate da un canto. Seguendoli scopriremo le distese brinose e Seliana. In seguito scopriremo che è il misterioso Velkana, drago anziano di ghiaccio, ad attirarli a sé.
Tutto sommato, nell’arco della storia tutti i mostri nuovi, ritornanti e le nuove sottospecie e varianti sono introdotti in modo sensato e mai troppo forzato.
Clutch Claw and friends
La cosa che più mi ha stupito di questa espansione è la mole di migliorie apportate alle armi. Ogni singola arma, anche quelle che sulla carta sono state nerfate(io lo chiamerei più ribilanciate), hanno ricevuto nuove mosse. Il modo di giocarle è cambiato (dove più e dove meno) con tutte e 13. Ovviamente potrete usarle come avete sempre fatto, ma le aggiunte miglioreranno sensibilmente i tempi delle vostre cacce. Insomma se i mostri diventano più forti, anche il nostro cacciatore dovrebbe imparare cose nuove no?
E se parliamo di cose nuove sarebbe un crimine verso l’espansione non menzionare il rampino artiglio, una delle meccaniche principali introdotte in Iceborne. Con l’ausilio del rampino artiglio potremo aggrapparci ai mostri per ferirli con un attacco d’arma o farli schiantare al muro sparadogli tutte le munizioni della fionda (attenzione, se il mostro è in rage quest’ultima cosa non funzionerà). Potrebbe sembrare poco, ma la versatilità che permette, se aggiunta al fatto che molte armi lo utilizzano persino nelle combo, rende il gioco ancor più vario e tecnico.
Infine è da notare anche l’ottimo lavoro svolto con i nuovi mostri: come sempre ogni mostro ha un modo di combattere e comportarsi tutto suo. Anche affrontare delle sottospecie sarà ben diverso dall’affrontare un mostro reskinnato e con un elemento diverso. Ci sono, ovviamente dei pattern simili, ma comunque il vostro modo di affrontarli sarà del tutto diverso. In aggiunta, essendo il grado maestro un grado G dal nome diverso, ovviamente anche i mostri vecchi riceveranno almeno un attacco nuovo a testa, a volte anche più di uno e, se avete passato svariate ore su Monster Hunter World base, siate certi che verrete sorpresi da alcuni di questi.
Proof of a popsicle
Tecnicamente non c’è troppo da dire. Se il gioco base vi è piaciuto graficamente, Iceborne farà lo stesso. Qualche effetto particellare ha subito delle modifiche minime, ma per il resto non c’è una rivoluzione di modelli già visti. Detto questo, però, il lavoro fatto con i modelli dei nuovi mostri è degno di nota: vedere il Glavenus o lo Zinogre su uno schermo più grande e con una nuova definizione, ricca di dettagli è cosa buona e giusta.
Dove l’espansione spinge di più l’acceleratore è sulle migliorie alla QoL del titolo. La disposizione dei “servizi” a Seliana è di gran lunga migliore rispetto a com’era in Astera. Si tratta di un villaggio più piccolo, sicuro, ma non per questo meno bello da vedere. Lo stesso si può dire per la Taverna Lunare che batte 10-0 la caccia celeste come Hub multiplayer. Non solo non dovremo più sopportare un caricamento per fare cose come gestire il raccolto o andare in forgia, ma avremo un luogo anche più vasto, bello da vedere e con un’ottimo contorno di cose secondarie con cui divertirsi, tra cui terme, piediluvi, sauna, insomma una SPA vera e propria per il vostro cacciatore.