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I picchiaduro di casa NetherRealm hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale nella mia esperienza da videogiocatore. Injustice l’ho apprezzato molto, in entrambi i suoi capitoli, tuttavia non posso nemmeno paragonarlo lontanamente a Mortal Kombat. Quest’ultimo, infatti, credo che senza alcun’ombra di dubbio si trovi nell’olimpo dei miei picchiaduro preferiti. Dopo un ottimo decimo capitolo, il gioiello di Ed Boon e John Tobias arriva con una titanica undicesima iterazione, pronta, ancora una volta, a mostrare il suo valore.
Fight!
A partire dal reboot della serie con il nono capitolo, Mortal Kombat ha cominciato a puntare sempre più su un comparto narrativo. La modalità storia ci offre un ottimo contorno per valorizzare uno ad uno l’abilità di ogni Kombattente. Le vicende narrate in questo nuovo capitolo, inoltre, paiono scritte in modo migliore rispetto ai due precedenti. Le vicende del titolo cominciano lì dove si era concluso Mortal Kombat X, con la sconfitta di Shinnok ed un Raiden ormai corrotto dal talismano del primo. Dopo che Raiden, consapevole della sua immortalità, decapita Shinnok vediamo apparire un nuovo personaggio, Kronika. Lei è forse il personaggio più potente mai visto ad oggi in Mortal Kombat, al di sopra degli dei anziani, un titano e custode del tempo. Grazie al suo potere può controllare e riavvolgere il tempo a suo piacimento e creare infiniti universi paralleli. Nonostante i rischi che le modifiche al tempo e agli avvenimenti potrebbero portare, questo non fa scadere mai la trama nel banale con assurdi Deus Ex Machina, anzi la cosa mi è sembrata gestita più che bene.
Per finire, la caratterizzazione dei personaggi, come già visto in passato, è magistrale: ogni personaggio si comporta così come ci aspetteremmo e la possibilità di vedere due versioni di alcuni personaggi incontrarsi ci fanno anche notare molto quanto questi siano maturati; insomma anche da questo punto di vista nulla da dire.
Finish Him!
Ovviamente un picchiaduro non è tale se non supportato da un gameplay con i fiocchi, e questo è proprio il caso di Mortal Kombat 11. L’evoluzione che la serie mostra di capitolo in capitolo è qualcosa di impressionante: se con Mortal Kombat X sembrava di essere arrivati ad un apice, i ragazzi di NetherRealm Studios ci sorprendono ancora una volta con questo nuovo capitolo. Essenzialmente il gameplay è sempre quello che abbiamo imparato a conoscere negli anni addietro, tuttavia non manca qualche modifica per rendere il titolo ancor più godibile. In Mortal Kombat 11 è stato abbandonato il concetto di X-Ray (e le tre barre “super” che lo accompagnavano) per un simile ma diverso “Fatal Blow” attivabile quando si scende al di sotto del 30% di vita e solo una volta per partita (quindi si dovrà scegliere se usarlo nel primo o nell’ultimo round per esempio). Il Fatal Blow infligge danni ancor più consistenti del vecchio X-Ray, ma a differenza di questo è sconsigliabile usarlo non appena si ha l’occasione. Oltre ciò, le tre barre super sono state sostituite da due barre offensive e due difensive. Le prime si possono utilizzare per potenziare le mosse speciali dei personaggi premendo il dorsale destro al momento giusto, mentre le seconde sono utili sia per usare oggetti di stage sia per delle parate “perfette”.
Le modalità che il gioco mette a disposizione sono numerose e aiutano a rendere il gioco ancora più longevo. La storia è composta, anche questa volta, da 12 capitoli di 4 combattimenti (la maggior parte) ognuno, intervallati da filmati che vi porteranno via circa una decina d’ore. Poi, ovviamente ci sono le torri il cui funzionamento resta invariato. La Kripta invece è uno dei pochi punti “negativi” che ho trovato in questo gioco: come sempre ci sono una miriade di forzieri da aprire e quasi mai sarà gratuito farlo, quindi, ciò spinge ad un grinding più eccessivo che mai.
Anche i set personalizzati per ogni personaggio, visti in Mortal Kombat X, fanno il loro ritorno, mutuando però il grado di personalizzazione estetico visto in Injustice 2. Infatti, oltre a scegliere se poter utilizzare questa o quell’altra abilità, nel nostro set sarà possibile anche scegliere l’aspetto che più ci aggrada, non solo per il Kombattente di turno, ma anche per le sue armi o accessori.
Per finire, un’altra modalità di gioco che spicca per la grande qualità è la modalità di allenamento. I tutorial presenti in questo gioco sono di quanto più completo abbia mai visto fino ad oggi: tutorial di base, avanzati e strategici sono accompagnati da tutorial individuali per sfruttare al meglio ogni singolo personaggio. Addirittura in alcuni di essi ci viene mostrato quanti frame impiega una mossa per essere eseguita, per quanti frame si è vulnerabile durante questa e quanti sono effettivamente i frame di attacco vero e proprio. Insomma, una guida per come diventare pro a mortal kombat.
Fatality
NetherRealm Studios non ne sbaglia una, il loro logo su un picchiaduro è quasi un marchio di garanzia. Mortal Kombat 11 prende ciò che di bello aveva Mortal Kombat X e lo esalta modificando e aggiungendo nuovi elementi che nemmeno sapevamo di volere. La modalità storia è fino ad ora una delle migliori viste in un picchiaduro e, sicuramente, qualche spanna sopra a quella dei precedenti capitoli della saga. Anche nel comparto online il gioco si comporta più che bene e offre tanti modi per imparare a giocare veramente bene, con svariati tutorial ed impostazioni. Il titolo è consigliabile a chiunque apprezzi il genere, oltre a rappresentare un entry point perfetto per coloro che vi vorrebbero approcciarsi; insomma picchiaduro così non si vedono tutti i giorni.