Mutant Year Zero: Road To Eden – Recensione

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Adoro gli strategici a turni. Mi piace decidere in contemporanea una serie di azioni senza avere un riscontro immediato, sperando di aver considerato tutti i fattori utili ad evitare un’efficace reazione dei nemici. Pur se abbastanza lontano dal mainstream, il genere è lontano dal morire, soprattutto grazie al ritorno della serie XCOM. Ed è proprio a XCOM che Mutant Year Zero: Road To Eden deve un grande tributo.

Effetto Deja vu

I combattimenti di Mutant Year Zero: Road To Eden, sono praticamente uguali a quelli della serie sui cacciatori di alieni. Per chi non fosse familiare (recuperate al più presto), si tratta di un sistema basato sulle coperture, che obbliga il giocatore a sfruttare al meglio le peculiarità degli specialisti che formano il nostro team. E qui spunta la prima lampante differenza: i personaggi di Mutant Year Zero: Road To Eden sono solo in cinque.

Questione di classe

I cinque specialisti, anche se personalizzabili attraverso le mutazioni, che permettono di sbloccare nuove abilità, hanno un ruolo specifico. L’anatra è un cecchino, il cinghiale un assaltatore, la ragazza un ottimo supporto. Cinque ruoli, comunque, non sono tantissimi, e non essendoci personaggi doppi, non potremo decidere di avere due cecchini, ad esempio, né di scegliere la squadra a seconda della situazione. Alcuni di voi avranno pensato che una scelta simile è qualcosa di più adatto ad un gioco di ruolo che ad uno strategico… ed avreste pensato bene. Mutant Year Zero: Road To Eden sostituisce la parte gestionale di XCOM in favore dell’esplorazione alla ricerca di risorse, e di una forte impronta GDR.

Dungeons and Mutants

Quando scrivo “forte impronta GDR” intendo davvero forte. Così forte da fagocitare senza pietà tutte le meccaniche, le strategie, le armi e la maggior parte delle iniziative. Se il nemico è più forte di te, sarà quasi impossibile da battere. Questa dinamica genera una serrata caccia ai punti esperienza, e per proseguire, dovremo collezionare nemici morti, oltre che parti di armi, rottami e tesori unici. Non correremo il rischio di diventare troppo forti a nostra volta, il che tiene la difficoltà degli scontri ad un livello piuttosto alto. Il gioco ci verrà incontro permettendoci di aggiustarne il livello anche durante gli scontri, principalmente depotenziando i nemici e permettendoci di risparmiare i preziosi medikit attivando il recupero totale o parziale della salute alla fine dei combattimenti.

Sangue e rottami

Questa ricerca spasmodica di risorse, anche in forma di punti esperienza, rende Mutant Year Zero: Road To Eden un paradiso per i completisti compulsivi ed un inferno per tutti gli altri. Non ci sono fonti infinite di guadagno, e nemmeno punti adatti al grinding per far guadagnare qualche livello in più ai nostri avventurieri. Persino l’uso dell’interessante sistema stealth dovrà essere utilizzato solo per guadagnare una posizione più vantaggiosa rispetto al prossimo gruppo di nemici, o al massimo per eliminare preventivamente, con le armi silenziate, qualche mutante isolato che si allontana troppo dal gruppo principale, che ne risulterà indebolito. Guai a strisciare di soppiatto superando un gruppo troppo forte, ci ritroveremmo inevitabilmente dalla padella alla brace, nelle mani di un gruppo ancora più potente.

 

La foresta oscura

Visivamente Mutant Year Zero: Road To Eden si presenta molto bene, e nonostante sporadici rallentamenti, risulta piuttosto fluido. La foresta e la città dove è ambientato per la maggior parte sono molto curati e tutto sommato offrono una bella varietà di configurazioni di terreni, e le texture sono abbastanza curate. Quello che salta subito all’occhio però sono i design dei personaggi, in particolare quelli “animaleschi”. È in effetti un vero peccato che non tutti i personaggi, PNG compresi, non siano in parte mutanti mezzo bestie, ma almeno il team principale, avrebbe potuto essere composto interamente da ibridi, o al massimo quattro ibridi ed un umano, invece no: cinghiale, anatra, volpe e due umani, vabbè.

Giocare un fumetto

La trama è un punto centrale di Mutant Year Zero: Road To Eden, ed è raccontata attraverso dialoghi ben doppiati e soprattutto ben tradotti, non tralasciando la parte umoristica. È esilarante vedere i personaggi, sopravvissuti di un mondo apocalittico, litigare facendo ipotesi sulla funzione degli strani artefatti del vecchio mondo che troveranno man mano. La colonna sonora ed il comparto audio danno una mano ad amalgamare sapientemente il tutto. L’attenzione rimane alta per tutte le 30 ore necessarie al completamento del gioco, anche se il finale è un po’ deludente, visto che è molto facile intuire il plot twist finale. Piccola nota, da italiano mi fa un po’ strano leggere che il nome del papero è Dux, anche se pronunciato all’inglese, come lo è per tutto il gioco, viene fuori qualcosa di molto simile a Ducks, meglio paperi che dittatori, insomma.

Sull'autore

Michele “Azzie"

Ho la straordinaria capacità di inventare cose che già esistono e di dire cose incredibili che diventano ovvietà pochi anni dopo. Inoltre mi piacciono i videogiochi, motivo principale per cui scrivo qui.