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My Hero Academia ritorna in grande stile con due nuovi archi, atti allo sconvolgere le carte in tavola.
Non è passato molto dal torneo scolastico della Yuhei che i nostri eroi, spinti dalle falle nelle loro abilità scoperte durante la competizione, iniziano il loro stage con gli Heroes professionisti.
Il giovane Midoriya, seppur non riscuotendo un grandissimo successo a causa dei malus del suo potere, viene invitato a presentarsi presso l’ufficio di Gran Torino, un vecchio eroe temuto persino da All Might…
Stain, un eroe cattivo contro i cattivi eroi
Con questa piccola premessa inizia la prima delle due saghe che segneranno la fine della prima era di My Hero Academia, delineando finalmente la divisione fra Heroes e Villains che, fino a ora, era rimasta piuttosto fumosa.
A distruggere l’equilibrio è Stain, un misterioso assassino di eroi che, dopo aver colpito il fratello di Ida, continua a mietere le sue vittime fra gli eroi professionisti. Stain, seppur in modo piuttosto diretto ma al tempo stesso ambiguo, è il primo vero villain a presentarsi davanti a Deku dopo l’assalto nel primo e nel secondo volume. Come tale, ha un compito importantissimo: quello di presentare ai lettori la differenza sostanziale fra l’operato degli eroi, a parere suo corrotti dal potere, dai cattivi e dagli uomini di cuore, che possono permettersi di chiamarsi “Heroes”. Attraverso la sua morale distorta, seppur in parte giusta, giudica come una divinità l’operato e la mente dei vari eroi, decidendo chi merita di vivere e chi no.
Sicuramente, anche considerando il messaggio che porta, la psicologia di Stain non è abbastanza forte da sconvolgere il lettore, visto che comunque il suo personaggio non è abbastanza approfondito, nonostante abbia un discreto spazio all’interno del volume a lui dedicato. Pur mancando di profondità, è innegabile che il suo intervento abbia sconvolto gli equilibri di My Hero Academia, facendo emergere nuovi nemici sempre più carismatici e terrificanti. La sua battaglia è, nel caso del fumetto, particolarmente interessante grazie anche al suo potere che, nella sua particolarità, rende lo scontro intenso e più che all’altezza dei precedenti. Anzi, ho notato un discreto miglioramento nella dinamicità dei personaggi durante le azioni, sempre più chiara e d’impatto.
Heroes and Villains
Eroi e cattivi, il binomio fondamentale che divide bene e male. Ovviamente, in un manga che parla di eroi non poteva che essere al centro di praticamente ogni situazione. Difatti, dopo l’addestramento e la verifica del nuovo potenziale degli alunni della Yuhei, si arriva finalmente alla parte che, a livello di avvenimenti, segna la fine della prima era di My Hero Academia.
Lo scontro fra i nuovi Heroes e i nuovi Villains.
Nuovi personaggi da scoprire, soprattutto dal lato degli antagonisti, che con delle particolari aggiunte hanno raggiunto, se non superato, gli eroi in carisma.
Himiko Toga e Dabi sono due dei nuovi nemici principali di questo nuovo arco narrativo, infinitamente dotati di appeal e potenziale, vengono presentati in modo piuttosto diretto e conciso, ma imprimendo in ognuno di loro una dose di mistero e charm. Nonostante il loro background ci sia ancora oscuro, fin da subito sanno conquistare il lettore grazie anche al loro design: dark al punto giusto, accattivante e originale. Con i suoi svariati combattimenti, questa saga è la più intensa fra quelle pubblicate, vincendo sia per varietà dei personaggi che per qualità delle battaglie, sempre più magnetiche e disperate. Non è sicuramente un caso che My Hero Academia sia arrivato così lontano: l’idea e la realizzazione viaggiano su binari paralleli, mantenendo una qualità alta che, francamente, a inizio avventura non avrei mai immaginato.
All Might, un eroe di altri tempi
E’ sulle note di “You say run” che la fine del volume dieci ci presenta il punto di svolta della serie, il tramonto di un’era e l’inzio di un’altra.
Il vero cattivo svelato.
Il vero eroe smascherato.
E l’uccello che, a malincuore, è costretto a lasciare il suo nido.
Questi tre sono i punti principali di quest’ultima parte dell’arco Heroes and Villains, il più entusiasmante e ricco di azione degli ultimi tempi, non solo di questa serie. E’ veramente raro trovare dei combattimenti così intensi e mozzafiato nei primi 11 volumi di una serie che sicuramente ne avrà almeno quattro volte tanti, grazie soprattutto al suo successo.
All Might non tradisce le aspettative e scende in campo per la sua ultima, spettacolare, battaglia contro il burattinaio dietro a tutti gli incidenti passati, il detentore dell’All for one. Uno scontro breve, intenso e ricco di emozioni. Non delude, ma si fa valere e riesce a distinguersi tra tutte le altre battaglie del manga che, al confronto, appaiono come semplici schermaglie. Con un climax del genere, mi sembra assurdo anche solo sprecare altre parole di lodi per un prodotto che, negli ultimi volumi, ha raggiunto il suo apice lasciandosi comunque dietro ancora un enorme margine di miglioramento. I difetti esposti nell’altra recensione valgono ancora, ma non ho dubbi che Kohei Horikoshi riesca a migliorarsi, portando My Hero Academia su livelli ancor più alti.