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Ho iniziato con voi un percorso che spero potrà portarci molto lontano, la strada di Valiant, la casa editrice statunitense che dagli anni 90 sta pubblicando un suo universo condiviso di eroi e di personaggi particolari. Un po’ di tempo fa ho recensito la miniserie The Valiant e in seguito Britannia, ma partiamo finalmente in quinta, parlando di NinjaK, che con il primo volume, L’Arsenale, ci fa conoscere un nuovo eroe (ma già visto nella miniserie). Ovviamente chi segue la casa editrice fin dai suoi albori, non avrà difficoltà a riconoscerlo, ma con la vita travagliata che ha vissuto in Italia, Valiant è attualmente un prodotto assai nuovo.
Un agente sotto copertura
Inizio con dire che ogni capitolo dell’Arsenale racchiude una pagina iniziale che ci spiega qualcosa del protagonista e della sua speciale armatura. Si tratta di un modo piuttosto usuale per spiegarci qualcosa senza ricadere nel filler più becero ed è chiaramente un bene per tutti noi che leggiamo i fumetti. Il protagonista della storia è un giovane di nome Colin King, che vivrà questa storia da tre linee temporali differenti. Si tratta ovviamente di un espediente per farci conoscere il personaggio e il suo passato, tutt’altro che piacevole. Da piccolo ha vissuto con il suo maggiordomo in una grossa villa, mentre da adulto si era arruolato come agente britannico del MI6, ma è la sua vita da NinjaK ad essere quella al centro delle vere vicende. La missione richiesta dall’agenzia è pericolosa e necessità di due approcci diversi: quello dell’eroe e dell’agente sotto copertura.
Un po’ d’azione
Matt Kindt l’abbiamo già imparato ad apprezzare per la miniserie The Valiant, dove affiancava un ottimo Jeff Lemire. Stavolta l’autore statunitense si trova da solo a tessere la vita di questo eroe, una delle colonne portanti dell’interno gruppo Unity. La sceneggiatura prende vari aspetti della vita di Colin in modo crudo e violento, ma con tanto amore il cinema e per lo spionaggio. Matt riesce a proseguire bene con il proseguimento della vicenda e i testi non hanno quella lunghezza da assomigliare a un romanzo. I personaggi secondari non sono caratterizzati in modo ottimale, ma lo stesso non si può dire del protagonista e dei principali antagonisti. Non mi resta di attendere per scoprire il futuro di questo personaggio cosi particolare.
Per la parte artistica c’è un nutrito gruppo di artisti come Clyan Mann (con Seth Mann che cura le chine), Juan José Ryp (presente anche in Britannia), Marguette Sauvage e infine per i file perduti c’è Butch Guice. Nonostante la moltitudine, tutti gli artisti creano un’opera in cui la precisione gioca un ruolo primario. Tavole che si presentano in tanti modi diversi convivono in modo uniforme come se fosse un film vero e proprio. Lo stile degli autori permette una visione chiara di ogni singolo dettaglio del mondo che andremo a scoprire e ad apprezzare. Ovviamente preparatevi anche per un bel po’ di magia vera e propria e anche un po’ di sadismo. Le linee di matita sono sempre leggere, ma ben definite. Tutto questo non lo vediamo però nei file perduti. Guice gioca con il passato da agente alle prime armi con uno stile più sporco e riempitivo. Alcuni capitoli sono privi contorni a matita, mentre in altri, questi tornano a dominare per dirci qualcosa.
Autore: | Matt Kindt (sceneggiatura) Clay Mann, Juan José Ryp, Marguerite Savuage, Butch Guice (disegni) |
Formato: | 17 x 26 cm, B, 276 pp., colori |
Editore: | Star Comics – Valiant |
Genere: | Supereroi |
Prezzo: | 8.90€ |
Data: | 15/03/2017 |