Past Lives di Celine Song – Recensione

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L’amore è un tema eterno. L’amore smuove le montagne, cambia le stagioni del nostro cuore e ci rende più o meno buoni. Si tratta di un sentimento vitale che ci spinge alla continua ricerca, ci spinge ad andare in una certa direzione. Ci spinge e basta. Non sempre però la nostra idealizzazione di tale sentimento viene ripagata nel mondo reale, quello fatto di persone, di opportunità, di perdite. Celine Song, nella sua opera prima, Past Lives, ha messo in scena una storia realistica, struggente e dal sapore agrodolce. Un film che cattura senza problemi lo spettatore e lo trascina con la forza in un vortice di emozioni e riflessioni.

Questo è uno dei film candidati al premio Oscar 2024 e per me, insieme a Perfect Days rappresenta un ottimo segnale verso un certo tipo di cinema che sta diventando mainstream, acquistando sempre più valore.

Past Lives di Celine Song - Recensione

La storia di questo film è semplice. Perché una grande storia non deve essere necessariamente assai complessa o pesante. Basta che funzioni, che emozioni e che trasmetta qualcosa allo spettatore e Past Lives lo fa in maniera egregia. La famiglia di Nora Moon (che inizialmente porta un altro nome) decide di trasferirsi dalla Corea del Sud in Canada per cercare una nuova vita. La ragazza è consapevole del grande cambiamento che da lì a poco arriverà nella sua vita, ma è determinata a voler vincere un premio per la scrittura. Lei ci crede fermamente, ma allo stesso tempo sa che nel suo paese natio lascerà Hae Sung, un bambino che le piace tanto e che ricambia i suoi stessi sentimenti.

Da questo punto di spostiamo di 12 anni, con una Nora ormai cresciuta e trasferita a New York. Proprio all’interno della grande mela lei ritroverà l’amichetto della sua infanzia, anche se solamente in versione digitale, visto che lui continua a vivere e a studiare in Corea. E da qui faremo un altro salto, ma tocca a voi scoprirne la destinazione.

Past Lives è ovviamente un film d’amore, ma non solo. Si tratta di una pellicola che parla del destino e dell’autodeterminazione, del grande tema dell’immigrazione e ovviamente la vita stessa. Tanti argomenti che si intrecciano tra loro creando un percorso ad ostacoli dove il cliché viene spazzato via, per dare spazio a qualcosa di più intimo e profondo. Anche il tema dell’amore viene descritto in modo realistico, adatto a una lunga riflessione.

Past Lives di Celine Song

Celine Song ha giocato la sua regia sul cercare di rendere autentiche le scene. Non troveremo quindi alcun virtuosismo all’interno della pellicola, ma piuttosto l’enorme cura per ogni singolo dettaglio. Il desiderio di mettere a nudo l’animo dei personaggi è evidente, ma anche ben riuscito. Giocano un ruolo fondamentale in questa pellicola i primi piani. I volti di Greta Lee e Teo Yoo parlano con lo spettatore senza l’utilizzo di alcuna parola. Comunicano messaggi, emozionano e fanno sorridere. Una grande attenzione è stata posta sui momenti dove vige l’ombra e il chiaroscuro. I piccoli dettagli sono un collante che tiene unito un quadro fatto di emozioni, di vite e di voglia di andare avanti.

La fotografia calda, ammaliante e avvolgente ricorda leggermente The Notebook, anche se la storia è tutto il contrario di quella vista nel film del 2004. Eppure è riuscita a darmi delle vibes molto simili.

Greta Lee non è stata brava in questo film. È stata meravigliosa e così anche la sua interpretazione. Un personaggio femminile forte e risoluto, desideroso del proprio riscatto e consapevole del tempo perso. Ho amato la scelta di salutare nuovamente Hae Sung per dedicarsi ai propri obbiettivi. La consapevolezza del perdere tempo dietro a uno schermo non è una cosa da tutti e anche se magari di breve impatto, quel momento è riuscito a colpirmi. Greta in tutto il film sembra non recitare nemmeno. Sembra una persona che vive la sua vita, permettendo a noi di osservarne alcuni piccoli frammenti.

Allo stesso modo anche Teo Yoo riesce a catturare e ammaliare lo spettatore. Un personaggio diverso, più emotivo, ma anche meno determinato. Eppure la sua forza sta nella continua ricerca, nel vivere il presente e nel comprendere la verità che gli si para dinanzi agli occhi. Infine John Magaro a mio avviso ha recitato una parte tanto semplice quanto complessa, riuscendo nell’intento di dare credibilità al suo personaggio.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".