Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.
La vita è una cosa meravigliosa, se la si guarda dalla giusta prospettiva. Ho sempre trovato incredibile la magnificenza dei piccoli gesti, delle piccole cose e della quotidianità più intima, meno chiacchierona. Per questo motivo, quando ogni mattino apro le finestre di casa mia, sorrido nel vedere il cielo azzurro o pieno di nudi oppure in procinto di piovere. Mi godo quel momento ogni mattino e quindi su di me il nuovo film di Wim Wenders ha agito come un unguento. Perfect Days è il film di cui avevo tanto bisogno e che mi ha coccolato per due ore in maniera naturale, raccontandomi una storia senza alcuna grossa pretesa. Tranne il mostrarci un po’ di magia quotidiana.
Hirayama è un uomo di cinquant’anni che vive la sua vita all’insegna della semplicità e di musica, che lo accompagna ogni giorno. Ed è una vita che a prima vista potrebbe apparire come fiacca; visto dall’esterno potrebbe sembrare grigia, ma non è così perché è piena di piccole gioie quotidiane. Momenti insignificanti per gli altri, ma vitali per lui. Immerso nella sua routine, Hirayama si sveglia ogni mattino accompagnato dallo strisciare di una scopa sull’asfalto. Da quel momento parte la ruotine quotidiana fatta di piccoli gesti come il tagliarsi i baffi, annaffiare le piante, prendere sempre lo stesso caffè e partire per andare al lavoro al ritmo di musica su audiocassetta.
Hirayama lavora in una ditta di pulizia dei bagni pubblici di Tokyo ed è felice nel farlo. Sorride alle persone, osserva con costante curiosità e benevolenza il mondo che lo circonda. A pranzo mangia un tramezzino e fotografa sempre un albero, mentre dopo il lavoro cambia i vestiti e va nei luoghi che ama tanto.
Perfect Days non è solo una storia Slice of Life come ce ne sono poche nel campo cinematografico. Si tratta di una pellicola che esprime perfettamente il termine Komorebi. Letteralmente significa “la luce del sole che filtra attraverso le foglie degli alberi” e possiede un significato profondo e intimo nella terra del Sol Levante. Si tratta infatti di un invito a vedere la luce anche nel momento più buio e nel contempo anche di godersi le piccole cose. Quelle di cui è composta la vita di tutti noi e che spesso tendiamo a ignorare a favore dei grandi eventi.
Ecco, il protagonista nella sua totale semplicità riesce a godersi la vita e i suoi piccoli eventi. Momenti che lo fanno sorrideree lo portano a sognare. Un vero e proprio sognatore a occhi aperti che vive in un mondo veloce e in continuo mutamento.
Wim Wenders con Perfect Days confeziona un film perfetto nel suo genere. Una vera e propria coccola per il cuore e l’animo dello spettatore. La regia non ha particolari movimenti da farci sussultare, eppure riesce a trasportare all’interno della pellicola fin dal primissimo frame. Così anche l’utilizzo del formato 4; 3, che ingabbia perfettamente i personaggi in uno spazio conciso, quasi separato dal resto del mondo. Allo stesso tempo, questo formato da un’idea più analogica del cinema e della televisione, come se il regista volesse farci vivere per un po’ nel mondo apparentemente spensierato di Hirayama.
La città di Tokyo appare meno caotica del solito, ma piena in ogni caso del fascino orientale che spesso tendiamo a cercare nelle varie opere. Si respira il Giappone e i modi di fare, un po’ freddi e diffidenti, ma solamente in apparenza. In verità c’è tantissima vita e tantissima critica alla società odierna, troppo critica, troppo arrogante e in costante ricerca di un modo per superare i propri limiti e avere di più.
La fotografia dal canto suo è vividamente realistica e piacevole. Vengono messi in risalto i punti giusti della storia. I colori in particolare sono appaiono quasi come veri, mai artificiosi, mai edulcorati e mai accentuati. Ogni cosa ha un suo perché, proprio come se fosse un giardino zen, dove l’armonia tra gli elementi deve coesistere costantemente. Tutto il fil viaggia in una dimensione parallela alla nostra e ci si mostra con l’impeto di una roccia in un bosco radioso in tarda primavera.
Ovviamente i veri protagonisti di questa storia sono i personaggi che abitano quel mondo e le loro emozioni. Un grande puzzle di eventi, di destini e di universi che collidono, si allontanano e si scambiano dati costantemente. Fanno ridere, ma poi arrivano a farci pensare alla nostra vita, al come la stiamo sfruttando e alle piccole cose che ci stiamo perdendo. Questi personaggi ci mostrano l’enorme umanità che dovremmo avere, l’immensa fragilità che in fin dei conti ci appartiene, anche se spesso tendiamo a celarla dietro una maschera di ferro e l’essere effimero della vita. Kōji Yakusho ha interpretato una parte così umana e così delicata da diventare per due ore Hirayama. La sua bravura espressiva è strabiliante non solo quando deve provare delle emozioni forti, ma anche durante i momenti più tranquilli. Un semplice sorriso, uno sguardo o un saluto. Ogni cosa è espressa con anche con un semplice sguardo e Koji ha giocato tutte le sue carte nel modo giusto. Lo stesso vale anche per tutti gli altri attori, che hanno saputo dar vita a un quadro realistico di uno scorcio di vita quotidiana.
Ho ritrovato me stesso in questo film e ho ci ho rivisto anche uno dei miei manga preferiti, L’uomo che Cammina del maestro Jiro Taniguchi. Anche in quel caso il viaggio era il vero punto focale di una storia fatta di piccoli eventi, di piccole gioie e piccole scoperte.
Ogni grande film ha una sua colonna sonora. Si tratta di una caratteristica imprescindibile e delle volte è la parte che si ricorda di più. Per Perfect Days è stata scelta una colonna sonora non solo azzeccata, ma perfetta. Una compilation di artisti vari come Lou Reed, Patti Smith, The Animals, Nina Simone e così via. Questi brani sono il collante che tiene vivo l’animo di Hirayama, portandolo a ridere, a piangere e a riflettere. Personalmente io vivo con la musica perennemente accesa e spesso la imposto in base al mio umore. Ascoltare i brani che in qualche modo rappresentano anche il mio animo e la mia essenza è stata un’emozioni senza eguali.
Per me Perfect Days rappresenta la perfezione cinematografica del suo genere. Un film che riguarderò ancora parecchie volte per sentirmi bene.