Persona 3 Reload – Recensione

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Finalmente è arrivato Persona 3 nella sua versione Reload, con una grafica decisamente più di attuale generazione e con alcune chicche, che nella versione originale erano perfette per l’epoca ma non in questo periodo storico. Tra queste pagine abbiamo avuto modo di vedere la versione P3P, ossia Persona 3 Portable, dove presentava nuove aggiunte come ha fatto la versione FES.

Quindi se mi fate la domanda, saranno presenti le aggiunte delle versioni Portable e FES nel remake? Per rispondere brevemente utilizzerò una sola parola, ossia NO. In breve Atlus ha voluto mantenere intatatta l’esperienza del titolo, svecchiando non solo graficamente gli asset del gioco ma anche nelle meccaniche ludice che vedremmo successivamente.

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Il ritorno della Gekkoukan High School

Per chi magari ha già conosciuto l’opera l’incipit della storia è il medesimo del passato, non tanto diversa da quanto abbiamo visto con P3P ma con cutsene e ambientazioni ricreate da zero con animazioni dei personaggi totalmente nuove. Ce da dire che un lavoro del genere ha svecchiato un prodotto che è perennemente presente, anche se il gioco è ambientato nel 2009 e qua mi sento vecchio, mi sembra ieri quando avevo 19 anni e aspettavo Assassin’s Creed 2.

Non essendoci la versione femminile e con le conseguenze differenze narrative, rispetto alla linea principale maschile avremmo il ritorno – e inimitabile – Shampo Fosfora nel pieno delle sue qualità. Il quale ritorna a Tatsumi Port Island dove viveva insieme ai propri genitori, persi in un incidente proprio nel 1999, per frequentare la Gekkoukan High School.

Eppure quando raggiungerà il dormitorio scolastico esclusivo, scoprirà che la sua vita non è solo divisa fra studio e scuola ma che dovrà partecipare insieme agli inquilini dell’istituto, ad una particolare squadra. Questa squadra si fa chiamare SEES, che è il denumitivo di Squadra Extracurricurale Esecutiva Speciale, che ha il compito di esplorare il Tartaro e confrontarsi con le creature chiamate Ombre.

Uno svecchiamento del gameplay

Dal lato dei contenuti è il medesimo del titolo lanciato per PS2 nel 2006, in quanto Atlus non ha voluto alterare l’esperienza dell’utenza dall’originale con il remake, mantenendo quel tipo di esperienza immutata nel tempo. Ci sono degli aspetti che finalmente sono stati tolti, che andavano bene nel periodo del lancio originale ma giocati dopo 18 anni o quasi risultano incoerenti con la generazione attuale.

Infatti la vita del protagonista si aggira attorno alla vita scolastica, in quanto è uno studente del secondo anno delle superiori giapponesi ( ricordo che in Giappone mediamente si fanno 6 anni di elementari, 3 di medie e 3 di superiori con la possibilità di andare all’università o altro). Quindi alla mattina fino a metà pomeriggio il nostro lavoro è stare davanti agli insegnanti, e occuparci delle attività extra scolastiche poi nel resto della giornata avverrà il resto.

Questo permetterà finalmente di utilizzare entrambi gli analogici, spostando la telecamera non più da una visuale isometrica ma in terza persona, da una distanza che permette al giocatore di guardare intorno con estrema tranquillità. Un aspetto che è stato modificato è la possibilità di spostarci in città per i passatempi, che permettono al giocatore di stringere i rapporti come nelle versioni precedenti.

Più carte Personea

Spezziamo una spada in merito alle relazioni sociali in quanto, il social-link introdotto non a caso proprio dal terzo capitolo, servirà per creare e rafforzare le tante carte Personae disponibili nel gioco. Questo elemento rimane invariato in quanto più legami riusciremmo a creare, maggiormente avremmo carte da utilizzare per le Persone nel Tartaro.

Un aspetto che è rimasto immutato dalla versione originale, è che la giornata è divista in tre parti ossia Mattina, Pomeriggio e Sera con alcune sezioni d’intermezzo come Dopo Scuola e Mattina Presto. Un mutamento è arrivato nel come visitare i luoghi della città, per aumentare le affinità sociali, nel vecchio capitolo se si usciva per vedere che cosa fare nel corso della giornata, non si poteva ritornare nel dormitorio perché in caso contrario si sprecherebbe l’intera quotidianità in pochi secondi.

Questo aspetto è stato modificato in quanto potremmo visitare l’intera città, i vari piani del centro commerciale oppure del dormitorio, e scegliere come passare la giornata senza il dover per forza salvare e ritornare indietro se qualcosa va storto. Questo è un elemento che doveva essere svecchiato e messo in una realtà attuale, un altro è la possibilità di salvare manualmente dal tasto start in qualsiasi momento, piuttosto che dai vari registri di classe o del dormitorio.

I combattimenti invariati

Un aspetto che non è mutato è il modo in cui si combatte, liberamente ispirato ad un periodo dei videogiochi che purtroppo non ce più. Ossia la tatticità tipica del combattimento a turni dove si potrà scegliere come approcciare il combattimento, il che se una persona gli è piaciuta l’opera originale avrà modo di ritornare indietro nel tempo.

Gli scontri sono rimasti invariati quando attaccheremmo noi le ombre, saremmo in vantaggio e potremmo iniziare lo scontro, al contrario se ci attaccano per primi gli antagonisti spetta a loro l’onere di iniziare. Una caratteristica che hanno aggiunto dall’opera originale, è la possibilità di switchare abbastanza velocemente da una Persona all’altra indipendentemente dalla perdita del turno, in modo tale da gestire al meglio i combattimenti.

Poi sceglieremmo se attaccare normalmente, utilizzare una Persona oppure utilizzare un oggetto consumabile per curare oppure rigenerare uno stato alterato, come confusione o altro. La caratteristica che hanno mantenuto è la possibilità di effettuare un secondo attacco nello stesso turno, non capita sempre ma in certi casi particolari potremmo effettuare una seconda offesa.

Aggiunte grafiche da non sottovalutare

Gli asset grafici non giustificano solo le aggiunte che vengono inserite nell’opera, un esempio è quando potremmo formare una squadra prima di andare a combattere contro il nemico di turno. Nel corso della trama non ci saranno solo Junpei, Mitsuru e pochi altri ma nel corso dell’opera potremmo conoscerne altri che si unirannno al SEES.

Ma perché questa parafrasi? Per spiegare che ogni personaggio ha una sua psiche, preferenze e ideali da seguire. Mitsuru è l’erede di una compagnia fra le più importanti al mondo, il che si mostrerà quando attenderà nella home del Tartaro che non fa altro che studiare e conoscere i prossimi passi per andare avanti con l’esplorazione.

Akhihiko ad esempio si eserciterà nel pugilato in quanto è appassionato di questa disciplina, Yukari ad esempio si rilassa sulla scalinata per entrare nel Tartaro e così via per tutti gli altri personaggi del roaster. Quest’aggiunta dà una profondità maggiore all’interno del titolo, che non era presente nella versione originale che tutto sommato mi è piaciuta.

Insomma c’è qualcosa da buttare?

A dire la verità non ho nulla di cui lamentarmi sul capitolo in quanto, Atlus ha fatto un lavoro eccezzionale garantendo la qualità del titolo anche dopo più di 15 anni senza fromboli. Forse l’unica pecca, se si può dire in questo modo, è il non aver avuto un remake e un rilancio del titolo com’è successo con Mass Effect Legendary Edtion, lo so non è paragonabile ma non sarebbe stato male.

In quanto nella Legendary Edition di Mass Effect sono presenti tutti i contenuti extra, che nella versione originale sarebbero a pagamento. In questa occasione non avremmo la stessa fortuna, quindi niente seconda run alternativa in veste femminile e dungeon in più, sarà l’esperienza originale pensata dal team di sviluppo nel 2006 e il risultato è straordinario.

La traduzione in italiano rimane com’è stato nel porting per PS4, PS5, Xbox e via dicendo presentata nel 2023 con i doppiaggi in inglese e in giapponese, come penso possiate immaginare ho preferito la seconda lingua per una maggiore immersività. Il titolo l’ho giocato su Xbox Series X ma è presente un po’ su tutte le piattaforme presenti sul mercato, com’è accaduto per il bundle P3P e Persona 4 Golden.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.