Persona 4 Golden – Recensione

Persona 4 Golden
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Quando ho scaricato Persona 3 era presente nel pacchetto del download anche Persona 4 Golden, il che quest’ultimo ha saputo divertirmi davvero bene. Porta delle migliorie dal terzo episodio ma mantenendo la struttura del gameplay, ma andiamo con ordine visto che comunque la struttura di esperienza e di gioco è la medesima dell’episodio precedente, il che non fa urlare al miracolo ma al tempo stesso fa si che il giocatore si possa ad appassionarsi alla serie.

Ma perché realizzare due recensioni piuttosto che una singola? Per due ragioni la prima è che non voglio confondere il lettore, in quanto la quantità di notizie è davvero importante e non voglio fare confusione sia per voi che per me. La seconda è che Persona 4 è un evoluzione di Persona 3, dove migliora non solo la qualità narrativa ma va ad imporsi in un contesto più vicino a noi piuttosto che una organizzazione privata, che ha il compito di iniziare dei giovani in questo campo ma non perdiamo tempo e iniziamo la recensione.

Una generazione ad alto potenziale

Come nel capitolo precedente il nome del protagonista è scelto dall’utente, e ha solo una linea temporale e non due come in Persona 3. Infatti Shampoo Fosfora, si ho scelto questo nome nel gioco ma ognuno di noi sceglierà un nome diverso, è uno studente delle superiori che cambia città per via del lavoro dei genitori trovando una nuova casa, presso lo zio Ryotaro Dojima e la cugina Nanako presso la cittadina di Inaba.

Qui il nostro protagonista inizierà la sua vita facendo amicizia con Chie e Yosuke, che troverà sin da subito una forte sintonia, ma come ogni cosa in ambito narrativo cambierà ad un momento all’altro. Infatti nello stesso periodo verrà a mancare una studentessa, amica di Chie che si chiama Saki Konishi che scompare come un altra persona della cittadina, la reporter Mayumi Yamano senza lasciare tracce.

Però si scoprirà più avanti che alcuni studenti abbiano visto in televisione, sempre verso mezzanotte, le due persone che sembrano diverse da come le conoscevano. In questo contesto il nostro protagonista, scoprirà che al di la del televisore a mezzanotte potrà attraversarlo e raggiungere un altra dimensione e di conseguenza, si farà chiarezza della situazione delle due donne.

Si gioca come negli scacchi

Persona 3 e il 4 Golden godono di un certo tipo di meccaniche, che ricordano i vecchi capitoli di Final Fantasy – almeno fino al 10 circa – e i vari episodi di Dragon Quest. Dividiamo da un lato il lato ludico dei combattimenti, che vedremmo in seguito, e quello dedicato a muoverci in quelle poche aree da esplorare che si limitano quasi esclusivamente, nel interagire in quelle poche cose nell’area come il frigo a casa, entrare nel negozio di armi della città per comprare l’equipaggiamento, un negozio dedicato ai beni di consumo – come medicine ad esempio – e parlare con i passanti.

Per quanto riguardano i combattimenti l’aspetto è decisamente più divertente in quanto, ci sono due tipologie di creature quelle più comuni chiamate semplicemente Ombre, e dall’altro i boss che in questo capitolo sono i nostri io con le paure più represse. Quindi il nostro compito sarà essenzialmente quelle di esorcizzarle, per far si che il potere della Persona possa uscire definitivamente.

Quindi il combattimento si dividerà in due parti da un lato l’attacco del personaggio, che controlleremo esclusivamente il nostro, nel supportare la squadra con oggetti utili – come pozioni oppure potenziamenti momentanei – e utilizzare i poteri della nostra Persona. Infatti asseconda di chi utilizzeremo, se Jiraiya oppure Tomoe per citarne qualcuno, avranno poteri specifici che saranno più o meno utili asseconda del nostro nemico.

Quell’oggetto è troppo costoso

Ho già accennato il fatto che in alcuni momenti possiamo muoverci liberamente, sopra tutto a casa nostra oppure nel centro cittadino, e infatti un aspetto che mi è piaciuto è che possiamo organizzare l’equipaggiamento nostro e dei nostri alleati. Ognuno preferirà armi differenti nel caso di Shampoo Fofora, si è un nome stupido da dare ad un personaggio, si utilizzerà una Katana oppure un spada di stampo giapponese.

Così per Chie che preferirà combattere con uno stile con calci e pugno, lo stesso equivale anche per Yosuke che preferirà la combo Nara e Katana per una questione puramente personale del personaggio. Comunque in ogni caso nel negozio potremmo letteralmente acquistare anche altri oggetti, come maglie protettive oppure anelli per potenziare le nostre abilità, in questo modo saremmo più versatili in combattimento.

Tutto questo avrà un costo finale, infatti dovremmo pagare per comprare tutti questi oggetti e l’unico modo sarà quello di combattere spesso e volentieri. Infatti al termine della lotta ottoneremmo due cose la prima una quantità di soldi, che ci aiuteranno nella compra vendita degli oggetti, mentre la seconda dedicata al livello di esperienza che si alzerà in automatico asseconda di come giocheremmo ( se esclusivamente con la spada, oppure solo con le magie ma il tutto dipenderà dalle nostre preferenze).

Un mondo disegnato

Come ho già raccontato durante la stesura di Persona 3, che ricordo è uno spin-off della saga di Shin Megami Tensei, è interamente fatto con una grafica che ricorda un progetto d’animazione orientale. Infatti l’intero racconto, da giocare esclusivamente in singolo giocatore, sarà svolto come una Visual Novel dove noi siamo degli spettatori e abbiamo delle scelte limitate, quasi esclusivamente dedicate alle conversazioni.

Infatti asseconda di come risponderemmo e daremmo consigli utili ai nostri alleati, la nostra collaborazione sarà di vitale importanza per una mutua collaborazione. Più ci sarà intesa e meglio sarà in fase di combattimento, nel caso in cui in un primo momento non gli daresti minimamente peso, sarà difficile successivamente recuperare la fiducia dei nostri alleati/amici ma nulla sarà impossibile.

Perché alla fine dei conti è come se noi stessimo guardando un film d’animazione giapponese, scandito ogni tanto da un avvenimento di stampo fantasy e paranormale. Infatti le conversazioni saranno il punto cardine delle vicende della storia, ben narrata e nulla messo a caso durante le tante ore di gioco da uno dei progetti più interessanti che io abbia mai provato, insomma Atlus è riuscita nel corso di questo progetto nel farmi scoprire un qualcosa che non avevo mai provato.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.