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Camminare tra i vicoli delle città, perdersi all’interno del proprio flusso di coscienza, sorprendersi con poco, è un privilegio per pochi. Posso dirlo con assoluta certezza e con altrettanta certezza vi dico che alcuni manga fanno sognare con poco. Panpanya ne è un esempio lampante in quanto la lettura delle sue storie conquista in breve tempo e poi diventa impossibile staccarsi da quelle pagine. Star Comics Edizioni riporta l’autrice (o l’autore) in Italia con Pillowfish, confermando la sua bravura nel narrare per disegni e per testi.
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Descrivere questo volume non è facile, ma anche non difficile. Le storie a disegni vengono divisi da alcuni scritti, che danno l’idea di un diario intimo e diretto. Vedremo nuovamente la bambina durante i suoi pellegrinaggi attraverso terre oniriche che non esistono, stazioni metropolitane nascose in bella vista e città senza fine. Ogni viaggio non ha un vero senso, ma ci racconta qualcosa. Quel qualcosa non è importante, ma appassiona comunque e da quasi una sensazione di leggerezza e morbidosità.
Lo stile di panpanya è unico nel suo genere e mette in mostra tutto senza fretta, senza stress e senza mostrarcelo per davvero. Il tratto è quasi da sketch, con un nero marcato in certi punti in modo grossolano. Bastano davvero pochissime vignette per appassionarsi a questa bambina, ma soprattutto a tutto ciò che la circonda e in realtà non serve nemmeno una storia con un vero senso in questi casi. Si tratta di un viaggio che ognuno può interpretare a modo suo.
Personalmente ho apprezzato molto i capitoli scritti, perché donano quel plus alla “storia” che risulta essere un vero valore aggiunto a tutto. La lettura è consigliata a tutti, ma soprattutto ai sognatori e a chi cerca di trovare il suo Pillowfish per viaggiare nel mondo dei sogni.
Il consiglio è quello di prendere questo volume per la massima immersione.