Pokémon Spada e Scudo – Recensione

Pokémon Scudo
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Ad oggi, sono 4 anni che Gamefreak pubblica, puntualmente, un titolo Pokémon ogni novembre. In questo periodo abbiamo assistito anche al salto generazionale della serie da 3ds a Nintendo Switch con Pokémon Let’s Go Pikachu ed Eevee. Ma per molti fan del franchise, solo da quest’anno si può affermare di avere tra le mani il primo vero “Pokémon per Switch”. Per fortuna Gamefreak sembra, inoltre, aver ascoltato le lamentele, almeno per quel che riguarda la loro campagna marketing che, a differenza di quanto successo con Sole e Luna, ha mostrato molto meno dei nuovi pokémon di ottava generazione, con dei trailer che si concentrano di più su altri aspetti dei giochi, come lo spiegare le nuove meccaniche o il dare qualche informazione sui personaggi che ci circonderanno, lasciando presagire una svolta narrativa più incisiva che in passato. Ed è così che, dopo tanto tempo, i giocatori possono godere di quella che è una delle esperienze migliori che un fan della serie possa assaporare: il piacere di scoprire man mano ogni nuova creatura. 

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Pokémon Spada e Scudo

Forge a path to Greatness

Proprio come i trailer facevano sperare, con Spada e Scudo ci troviamo di fronte titoli che pongono una particolare attenzione all’aspetto narrativo con un feeling molto simile a quello della quinta generazione, i titoli migliori da questo punto di vista. Si può notare una voglia di innovarsi fin dai primi secondi di gioco, con un’introduzione che si allontana dai canoni classici della serie, in cui il professore (professoressa in questo caso) ci spiega cosa sono i pokémon e ci chiede nome e sesso. Spariti sono anche quegli ingombranti e, quasi del tutto, inutili tutorial che rendevano spesso pesanti e ripetitive le prime ore in ogni titolo. Senza troppi problemi posso dire che, con questi titoli abbiamo di fronte la migliore sezione introduttiva mai vista in un titolo pokémon ad oggi. Il livello della narrazione, continuando con le ore di gioco, rimane quasi sempre stabile. La vita a Galar, regione in cui le lotte pokémon sono il top dell’intrattenimento, è dipinta alla perfezione: persone che si licenziano dal lavoro per seguire le lotte più importanti, sfidapalestre di successo e non, tifosi sfegatati e tanto altro. A proposito di tifosi, il team Yell è formato proprio da quelli che nella nostra realtà potremmo definire Ultras, anche se forse un po’ meno violenti. Non sarà solo la storia, però, a risultare più piacevole e meglio sceneggiata che in passato, perché comprimari e rivali risultano più caratterizzati e molto meno piatti se confrontati con quelli incrociati nelle ultime due generazioni. Hop a primo impatto potrebbe ricordare fin troppo Hau di Sole e Luna, un allenatore che vive alla nostra ombra, senza che questo gli causi molti problemi. Ben presto invece, con Hop, ci accorgeremo che la storia sarà diversa, ma starà a voi capire cosa intendo. Anche Beet è un rivale molto interessante, quasi ossessionato dal fatto che sia stato sponsorizzato dal presidente Rose in persona e pronto a tutto per portare a termine la missione affidatagli. Per quanto riguarda Mary, invece non mi sento di metterla al pari livello di Hop e Beet: nonostante il team Yell giri intorno alla sua figura, né lei né loro sono particolarmente rilevanti ai fini della trama, le volte in cui interagiremo con lei si possono contare sulle dita di mezza mano. Per evitare spoiler, non mi dilungherò sul resto dei personaggi, ma vi basti sapere che a parte una piccola svista su Mary, sono tutti estremamente caratterizzati e “caratterizzanti” per la storia che vivremo a Galar. Complessivamente, forse mancava giusto un pizzico di sale per arrivare ai livelli di Bianco e Nero in quanto a narrazione e colpi di scena, ma tolti questi titoli, sono una spanna sopra a tutti gli altri. 

Pokémon Spada e Scudo

Giga-Dynagioco

La formula “Pokémon”, facile immaginarlo, è qualcosa di ben collaudato e funzionante. Ciò, però, non significa che non possa essere migliorato e, fortunatamente, anche se non in tutto e per tutto, Gamefreak ce l’ha dimostrato. Senza molti giri di parole, Pokémon è rimasto lo stesso, ma più in forma che in passato. La conversione al 3D cominciata con X ed Y, qui ha quasi raggiunto il suo apice con un gioco molto più fluido ed un open world più libero da esplorare. Seguendo la strada intrapresa con Let’s Go Pikachu ed Eevee, anche in questa coppia di titoli il condividi-esperienza non è disattivabile e, proprio come succede negli rpg più moderni, i punti esperienza sono distribuiti equamente per tutta la spada, raddoppiando nel caso dei Pokémon scesi in campo. Nei titoli vediamo anche il ritorno delle palestre, meccanica che, ricordiamo essere stata sostituita dal giro delle isole in Pokémon Sole e Luna. Per poter sfidare i capipalestra ci sarà bisogno di affrontare delle “missioni”, che un po’ ricordano le sfide del giro delle isole, ma saranno molto più interessanti e divertenti da giocare, anche se non tutte le missioni avranno lo stesso “livello”. E in generale, purtroppo, come nei primi titoli di settima generazione, bisogna stare attenti se non si vuole rendere il gioco troppo facile evitando, ad esempio, di utilizzare le caramelle dei raid per livellare i nostri pokémon.

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Proprio esplorazione ed open world sono le parole d’ordine di una delle più interessanti novità aggiunte in questo titolo: le terre selvagge. Questa però è anche la funzione con più potenziale inespresso dei titoli in questione: si tratta di un’area tanto vasta quanto vuota. Certo, ci sono laghi, un boschetto, anche un deserto, ma non c’è un vero e proprio level design. Per intenderci, non vi ci potrete mai perdere. Del tutto differente è invece il discorso riguardante i percorsi tradizionali che, seppur in numero ridotto rispetto al passato, hanno un level design molto più intrigante. Se lo stesso venisse riproposto anche con le terre selvagge, sarebbe fantastico insomma. Degno di nota è il fatto che nelle nostre scorrazzate nelle terre selvagge potremmo imbatterci in pokémon selvatici di livello ben più alto del nostro. In quei casi starà a noi scegliere se tentare l’impossibile e sconfiggerli o fuggire a gambe levate. 

Fortunatamente, le novità non finiscono qui: se in sesta generazione abbiamo visto le mega evoluzioni, ed in settima le mosse Z, in ottava queste due scompaiono lasciando il posto alle Dynamax e Gigamax. Queste nuove meccaniche aprono le porte a situazioni ben più strategiche, dato che possono essere utilizzate da qualsiasi pokémon, senza dovergli assegnare strumenti, e queste dureranno per 3 turni in tutto. Il fenomeno Dynamax (e Gigamax che altro non è se non una versione differente che cambia anche l’aspetto dei Pokémon) renderà giganti i nostri mostriciattoli, potenziandone le statistiche e modificando tutte le mosse nella loro versione Dynamax, così che avranno sempre degli utili effetti secondari.

Le due funzioni, inoltre, trovano la loro perfetta comunione nell’ultima e più divertente novità presente nei titoli, i Raid Dynamax. Fino a tre amici potranno unirsi a voi per partecipare ad un Raid, che vi metterà di fronte un Pokémon (di difficoltà variabile da 1 a 5 stelle) nella sua versione -indovinate?- Dynamax. Se alle prime due o tre stelle di difficoltà potremmo riuscire a gestirli anche insieme alla CPU, i raid di difficoltà maggiori si riveleranno realmente ostici da completare in solo: senza una buona strategia – e buoni alleati – sarà quasi impossibile portarli al termine! Grazie a queste nuove meccaniche e al grip della narrativa, l’esperienza pokémon che offrono questa coppia di titoli è qualcosa di fresco e divertente. Era da molto tempo che non venivo rapito così da un gioco pokémon. 

Pokémon Spada e Scudo

VGC-Ready

Altra cosa che, a mio avviso, è degna di nota e va analizzata, è l’attenzione che Gamefreak ha puntato su un certo aspetto del gioco, rassegnandosi finalmente al fatto che i bambini sono forse la fetta minore del pubblico dei mostriciattoli tascabili. Parlo, ovviamente, della scena competitiva. Creare un pokémon competitivamente valido, in questi titoli, è più semplice che mai. Nei raid non è raro trovare pokémon in possesso della loro abilità segreta e con più di uno dei valori individuali (IV) perfetti, ed inoltre, con le ricompense di questi, arriverete a considerare una passeggiata portare al livello 100 un pokémon, nonché insegnargli mosse utilissime grazie ai dischi tecnici. Tra le nuove abilità, poi, ne troviamo alcune che definire viabili è un eufemismo. Weezing forma galar, ad esempio, potrebbe bloccare le abilità di ogni altro pokémon in campo; Corviknight, invece, può rispedire ogni calo delle statistiche al mittente e così via. 

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Il breeding, inoltre, finalmente non è più indispensabile per trovare pokémon dalla natura giusta, così come non sarà più necessario resettare per i leggendari. Questo grazie all’aggiunta delle mente, oggetti grazie ai quali possiamo cambiare la natura dei mostriciattoli tascabili a nostro piacimento. Anche ottenere EV è molto più semplice che in passato, ora che è stato eliminato il cap di utilizzi dei vari integratori. Insomma, se il VGC vi interessa, questo titolo vi farà molto felici. 

Pokémon Spada e Scudo

Terre selvagge o Galar? 

Il punto più dolente di questa produzione, purtroppo, è il suo comparto tecnico. Graficamente, sì, questo è il miglior titolo pokémon fino ad ora, modelli poligonali puliti, personaggi dettagliati e texture di pokémon in alta definizione. Ma qui si tratta di una magra consolazione. Se le città sono generalmente ben fatte, le terre selvagge un po’ meno, così come i fondali durante le battaglie che sono ancora in 2D. C’è poco di cui discutere, la qualità non è comparabile a quella di altri titoli visti sulla console ibrida di casa Nintendo e, dopo titoli che sfruttavano al massimo delle console alla fine del proprio ciclo vitale, ci troviamo di fronte titoli che invece non riescono a sforzare le console tanto quanto hanno fatto altri usciti ben prima su switch, come Breath of the Wild per dirne uno. Nelle terre selvagge, poi, non è raro imbattersi in cali di frame rate (ma nulla di insostenibile come in Sole e Luna) che, altrimenti, sono stabili sui 30. L’uscita video si attesta a 1080p in docked mode e 720p in portabilità, ma data la differenza di grandezza degli schermi sarà difficile notare un vero cambiamento. Il gioco presenta un Field of View di tutto rispetto che, tuttavia, viene rovinato dall’effetto pop-up di pokémon e persone, che vedremo letteralmente comparire o sparire a seconda di quanto siamo distanti. 

Se graficamente ci si sarebbe potuto aspettare di più da questo titolo, per quanto concerne le musiche, non si poteva chiedere di meglio. Dalla più comune a quella più ricercata, ogni singola traccia del gioco è orecchiabile e – riprendendo ancora una volta spunto dai titoli di quinta generazione – in alcune battaglie le musiche, adattandosi ai momenti più adrenalinici e coinvolgenti, muteranno nel corso dell’incontro. Un esempio è la soundtrack presente durante le sfide con i capipalestra, che si modifica quando questi mandano in campo il loro ultimo pokémon e, lasciatemelo dire, le due tracce sono una meglio dell’altra. Gli aficionados noteranno sicuramente la presenza e l’utilizzo di nuovi “strumenti” (occhiolino) e tecnicismi. Palese, inoltre è lo zampino di Toby Fox (compositore, nonché sviluppatore di Undertale) di cui, ufficialmente, sappiamo aver composto almeno una traccia nel gioco.

Fin dall’annuncio delle terre selvagge, Pokémon Spada e Scudo, hanno fatto della connettività un vero e proprio perno dell’intera produzione. Vi basti pensare che, la summenzionata area, non è altro che una una grossa mappa MMO. Questo, almeno nelle intenzioni perché il multiplayer di pokémon non è esente da problemi. Passi il fatto che, anche con la connessione in locale, è presente un lag di una decina di secondi per quanto riguarda il movimento degli altri giocatori, ma il vero problema sono sicuramente i server, non ancora stabilissimi che oltre alle disconnessioni a volte rendono del tutto impossibile connettersi con un amico. La stessa struttura dell’online mi è sembrata molto scomoda: se ad esempio si vuole lottare o scambiare pokémon con un amico, si dovrà avviare la ricerca impostando la stessa password e aspettando che ci si trovi; se si vuole partecipare ad un raid, invece, bisogna sperare che, quando lo pubblichiamo, lo “sticker” di questo, venga visualizzato nella console dell’altro giocatore. Ma, per lo meno, in questo caso ci sarà qualcosa da selezionare. 

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