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Negli ultimi anni abbiamo visto diversi cambiamenti nell’universo della famiglia Osborn e l’attuale figlio di Norman, Normie, rappresenta la nuova generazione. Lo abbiamo visto nei panni di Goblin Childe per un po’ e adesso grazie a Dylan ha un simbionte tutto suo, Rascal. Marvel ha pensato bene di creare una nuova serie in cui vediamo le avventure di Normie (Norman) in un mondo oscuro e pronto a divorarlo. Red Goblin #1 è scritto da Alex Paknadel con le matite di Jan Bazaldua, i colori di David Curiel e il lettering del buon Joe Caramagna.
L’albo si apre in modo tale da far capire al lettore un po’ di background. Vediamo quindi i drammatici trascorsi della famiglia Osborn e il loro rapporto con Goblin. Ci spostiamo sul piccolo Norman e dopo un breve recap lo vediamo indossare il suo nuovo costume da simbionte, Rascal. Dopo aver sconfitto un piccolo gruppo di fedeli della Goblin Nation, si crea un vero e proprio putiferio. Colui che comanda sui nuovi adepti crede che sia stato il vecchio Osborn ad attaccare i criminali, dichiarando così la guerra alla nuova organizzazione criminale.
Nel frattempo vediamo Norman che vive con Rascal, ma che deve fare i conti con la famiglia e con i propri doveri. Non gli aiuta il nuovo simbionte, che vorrebbe ripristinare lo stato del Goblin Childe.
La storia in questione è stata sicuramente scritta bene e cerca da subito di approfondire il protagonista. Bisogna dire che dare a un bambino il ruolo del protagonista assoluto è un atto di coraggio, soprattutto vista la tematica piuttosto horror che prende piede verso la fine. La lettura comunque è piacevole e senza intoppi.
Le matite di Jan Bazaldua rappresentano forse il lato più sorprendente. Le figure cinematiche sono pronte e balzare fuori dalle vignette e prendere il controllo delle pagine. I primissimi piani sui denti cariati danno la sensazione di disgusto, mentre le ombre creano quella di meraviglia, mettendo in ulteriore evidenza quel rapporto che esiste tra i personaggi, tra le loro emozioni. Nessun dettaglio desidera essere ingabbiato e tende a distruggere le barriere architettoniche create dall’artista. La costruzione delle tavole talvolta non ferma questa sensazione parecchio piacevole e i colori danno un giusto tocco di tristezza alla vicenda.
Insomma, parliamo di un ottimo inizio per una serie che potrebbe coinvolgere anche altri personaggi in futuro.