Reynatis – Recensione

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Il mondo degli JRPG è un qualcosa che i videogiocatori, che piaccia o non piaccia, è un qualcosa che abbiamo provato a più riprese in diversi modi e in diverse salse. Sicuramente è un genere che adoro dagli anni 90 prima con Final Fantasy, poi con la serie Tales of ed infine in tantissimi altri progetti ben assortiti e ben organizzati.

Reynatis è un prodotto con obiettivi alti ma con alcune disattenzioni che, avrebbero permesso al gioco di diventare uno di quei titoli da provare assolutamente di questo genere, che risulta essere un buon prodotto ma con delle limitazioni. Eppure in Giappone è un paese che da sempre riesce a fondere le opere opere con la fantasia, con quella fervida immaginazione che li contraddistingue e in molti casi riescono ad avvicinarsi perfettamente ai gusti delle persone.

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Un corpo di ricerca paranormale

L’arte di unire il mondo magico e quello paranormale mischiato con quello moderno, è il risultato di ottime qualità narrative che garantiscono novità nella terra del Sol Levante. Il luogo principe di molte opere è il quartiere di Tokyo più famoso al mondo, ovvero quello di Shibuya che tramite l’incrocio Scramble Crossing passano fra le 1.000 alle 2.500 mila persone ogni due minuti, facendo incrociare centinaia di storie fra le più disparate che si possono immaginare.

In questo scenario in una realtà alternativa la magia fa parte integrante della società, nella quale è gestita da un ente governativo chiamato Magic Enforcement Administration, definio più comunemente MEA, che gestisce e bandisce le attività magiche non controllate. Le normative della MEA prevedono di gestire chi ha le abilità magiche, i quali nascono con poteri e abilità fuori dalla norma, e chiunque non faccia parte del governo è bandito come criminale.

Infatti chi vuole utilizzare le proprie attitudini lavora in clandestinità, facendo si che Marin Kirizumi conduca le sue ricerche in completa segretezza, ma un giorno si scontrerà con l’agente della MEA Sari Nishijima che sta indagando su alcuni strani avenimenti. Nel corso della storia si vedranno contrapporsi visione della vita differente, con obiettivi e ragioni morali discordanti, in una società che sta per crollare ad un momento all’altro e combattersi gli uni contro gli altri sembra solo l’ultimo dei problemi, fino a quando non arriverà un qualcosa di ben peggiore.

Divertente ma niente di speciale

Sicuramente troviamo un sistema di gameplay che garantisce una certa solidità, non si arriverà mai al livello di Tales of Arise, Final Fantasy 7 Remake oppure quel capolavoro che ho adorato come uno scemo chiamato Scarlet Nexus. Quando si pensa a questi titoli si ha nell’immaginario un gameplay divertente, fresco anche dopo diversi anni dall’uscita e un mix di comandi e telecamera che riesce a fare bene il suo lavoro.

Reynatis propone una tipologia di gameplay che, riesce a divertire con pochi comandi dediti alla lotta contro altri stregoni ed entità paranormali/magiche, che mi hanno ricordato le pagine disegnate dalla penna a china di Takeru Hokazomo, permettendo di vedere su schermo combattimenti divertenti e fluidi. Sfruttando i comandi per evitare gli attacchi nemici, saltando oppure schivando le magie ricevute dai nemici, il titolo risulta essere estremamente divertente anche vedendo i due stili differenti dei ragazzi.

Sari è un tipo di strega che piace combattere a distanza, mentre Marin preferisce lottare da vicino permettendo in questo modo nel non trovare di fronte una componente noiosa e ridondante presa da altri progetti, ma tutt’altro infatti l’ho trovato divertene e semplice nell’utilizzo in quanto, oltre all’attacco base e alla schivata ci sono diverse abilità da sfruttare. Purtroppo probabilmente la funzione che non mi è piaciuta, e che spero in futuro possa migliorare con nuove patch, è la telecamera che si allontana troppo dal protagonista e avvolte non segue bene i movimenti del giocatore.

Buone idee ma incomplete

Una funzione che di solito è presente in produzioni più recenti, è uno schema delle abilità da sbloccare per permettere al giocatore di vedere un miglioramento costante delle abilità, che purtroppo non ho trovato nella mia prova. La narrativa l’ho trovata interessante e facile da seguire, a patto che conosciate un minimo d’inglese in quanto è assente una qualsiasi voglia di traduzione al di fuori della lingua anglofoana, per il mercato straniero mentre in patria è presente la traduzione in giapponese, in quanto non ci sono altri doppiaggi/idiomi differenti se non quella sopracitata e la lingua nazionale del Giappone.

La possibilità di andare di tanto in tanto da alcuni negozianti per rifornirci, di quegli oggetti per il consumo come medicinali per curarci, è una caratteristica gradita ma che ritroviamo da altre produzioni anche interne al team di sviluppo. La possibilità di poter vedere il menu del gioco, dalle impostazioni passando allo status del personaggio per terminare all’inventario e non solo, è presente in una schermata in gioco che ricorda uno smartphone futuristico che alterna perfettamente la pausa, a ciò che vuole fare il giocatore.

Un ultimo aspetto che contraddistingue questo buon titolo che poteva diventare eccelso, è sicuramente il party del gruppo il quale sarà formato fino ad un massimo di 3 elementi però non si potrà cambiare la squadra quando vorremmo, in quanto si seguirà la narrativa del gioco in base a cosa succede. In ogni caso potremmo controllare uno dei tre personaggi, con i propri stili di combattimento e difensivi, mentre gli altri fungeranno come alleati durante un combattimento e potremmo alternarli durante la lotta.

Interessante però…..

Mi da l’idea di essere un buon gioco ma che ha bisogno di alcune attenzioni, in quanto una delle caratteristiche che mi è piaciuta è il mondo creato, ossia questa realtà alternativa a differenza della nostra. Però ci sono delle funzioni che non mi hanno fatto impazzire, come un minimo di mancanza della mimica facciale oltre al semplice muovere le labbra se si parla, di vedere le palpebre chiudersi e aprirsi ma manca un minimo di emozioni da parte dei personaggi sui volti dei personaggi, se non nelle voci del doppiaggio.

Un altra è la sovradimensione dei personaggi nella prima schermata, di norma in questo scenario il, la o i protagonisti asseconda dell’esperienza fanno parte del mondo di gioco, nello scenario di Rynatis sembra sovrapposto sullo sfondo. Così per altre sottigliezze come delle impostazioni minime per gestire la grafica, l’audio e per sino le traduzioni oltre ai doppiaggi in quanto, come ho citato precedentemente, sono completamente assenti ed è impostato principalmente sull’inglese nelle traduzioni a schermo, e il doppiaggio rimane in giapponese.

Insomma il titolo alla fine dell’esperienza risulta divertente, simpatico e con ottime idee con buone musiche e uno stile di doppiaggio bello e intrigante, a patto che vi piacciano le produzioni orientali. L’esperienza mi ha divertito ma non dispiacerebbe vedere come miglioreranno il loro prodotto, in quanto ha delle ottime potenzialità ancora inespresse che con qualche correzzione diventerebbe sublime.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.