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L’azienda italiana Milestone ha sempre cercato di regalarci parecchie emozioni nel campo delle automobili e moto. Diciamo però che non sempre è riuscita nel suo intento. Spesso i titoli avevano delle mancanze abbastanza evidenti ed era chiaro che c’era qualcosa che non andava per il verso giusto. Da un po’, però, l’azienda sembra aver capito la strada da seguire e nel farlo ha sviluppato titoli come l’ultimo Moto GP, ma anche questo Ride, che raggiunge cosi il suo quarto episodio.
Per un amante dei motori Ride ha sempre rappresentato la controparte moderna di Tourist Trophy, che ricordiamo un po’ tutto con un misto di nostalgia e tristezza. Ride 4 rappresenta invece l’apice di una serie che ha faticato a decollare e che ora si presenta come una delle migliori esperienze in assoluto nel campo delle moto. Cosa ha in serbo questo titolo uscito a cavallo tra la current e la next gen? Potrete scoprirlo unicamente leggendo.
In sella
Acceso il titolo in questione ci si ritrova in un menu semplice, minimale e comprensibile. Questo potrebbe sembrare un’ovvietà da non dire, ma non cosi. Troppe volte i titoli di guida presentano dei menu fin troppo complessi, inutilmente macchinosi e incomprensibilmente brutti. Questo non lo è e destreggiarsi al suo interno sarà un vero piacere.
Come di consueto, il cuore pulsante per un giocatore è la modalità carriera. Questa non porta la narrazione vera e propria all’interno della serie e in fondo, non serve nemmeno questa. Ci troviamo invece davanti a una serie di campionati da affrontare a testa bassa per poter proseguire, guadagnare i soldi e ovviamente prendere una moto nuova. Man mano che andremo avanti nei tre campionati disponibili, troveremo ad affrontarci una maggior aggressività dei nemici controllati dall’IA e quindi una necessità di migliorare sempre di più le proprie abilità di guida.
Due ruote son meglio di una
Ride 4 è un titolo che punta alla simulazione, ma non disdegna nemmeno gli amanti dei giochi arcade. Durante le gare risulta davvero facile il controllo del proprio veicolo, ma una cosa è controllarlo, altra è padroneggiarlo. Per capire esattamente l’angolazione di una curva, la velocità e la fisica bisognerà amare le due ruote. Comprendere dove frenare e a che intensità farlo sarà un compito arduo, ma necessario.
La fisica del gioco stavolta risulta essere non perfetta, ma almeno si avvicina di molto a quella reale. Questo passo in avanti rende il gioco ancora più avvincente e dimostra che Milestone ha ancora molte frecce nel proprio arco. Frecce che vedremo sicuramente in tutti i suoi prossimi giochi in uscita. Si tratta di un grande passo che rappresenta una piccola vittoria per una software house criticata aspramente in questi anni proprio per via del comparto fisico abbastanza scadente. Interessante anche la nuova implementazione dell’IA ANNA, che fa il suo dovere con dovizia e si notano molti miglioramenti rispetto al passato.
Al livello visivo questo gioco brilla in modo veramente sorprendente. Non ci troviamo ovviamente davanti al fotorealismo puro, ma la visuale in prima persona rende davvero onore alle competizioni motociclistiche e soprattutto alle moto stesse. I modelli poligonali sono stati ricostruiti da 0 e ciò forse ha influito sulla quantità dei bolidi disponibili. Anche la quantità delle moto da strada sono diminuite, ma la motivazione è sicuramente proprio quella riguardante il rifacimento di tutti i modelli.