Scribblenauts Showdown – Recensione

Scribblenauts Showdown
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In tutti i videogiochi ci sono dei limiti invalicabili, dettati dal hardware, dalla narrazione o dalla volontà degli sviluppatori. Alcuni giochi provano però ad andare oltre questi limiti, cercando di dare un totale sfogo alla creatività del giocatore. Little Big Planet è forse il caso più lampante su console, ma in linea di massima lo è il caro buon Minecraft, oltre ovviamente a Super Mario Maker. Titoli che hanno dato vita a mondi fatti da giocatori, e in alcuni di questi le stesse meccaniche vengono stravolte (Little Big Planet e il livello fatto a mo’ di FPS ad esempio). Tra questi si nasconde però un’altra piccola perla che però brilla fin dal 2009 di luce propria, Scribblenauts. La semplicità grafica che si unisce sapientemente lo stile quasi minimale alla possibilità di giocare con le parole, creando cose fuori dal comune. Nel 2018 è uscito Scribblenauts Showdown, sviluppato non più da 5th Cell, ma da Shiver. Tante speranze mi hanno fatto sognare, ma purtroppo non tutte sono andate a buon fine, anzi.

Scribblenauts Showdown
Masterchef? Molto meglio. Tagliate tutto a fette e buttate nel minestrone per vincere.

Minigiochi

In Scribblenauts Showdown ci troveremo ad affrontare diverse sfide e tra queste risulta sicuramente lapalissiano il voler degli sviluppatori di creare una sorta di multiplayer locale. Questo perché tutte le sfide, che altri non sono che dei minigiochi, possono essere affrontati con un paio di amici o con un IA. Tutto molto bello e divertente ovviamente, ma i giochi stancano dopo la seconda volta e dubito fortemente che ci siano dei masochisti desiderosi di giocarci per ore e ore. Purtroppo, alcune sfide vanno seconda la fortuna e l’unica cosa che possiamo farci e scegliere bene l’oggetto per gareggiare. Prima dell’inizio dell’incontro potremo creare un determinato oggetto che ci aiuterà durante il match o al contrario, ci penalizzerà. Niente di complicato, anzi. Talvolta anche andando a caso si sceglie un buon oggetto senza perdere tempo nelle riflessioni.

Per i nostalgici delle bellissime campagne c’è anche una cosa parecchio interessante, ma forse no. L’avventura è ora suddivisa in una manciata di livelli di durata fin troppo breve. La loro struttura risulta essere piuttosto banale, come anche gli enigmi, ma almeno c’è qualcosa di interessante all’interno di questa vuotezza. Abbiamo finalmente quella libertà di creazione dettata dalle parole. Questa è infatti la parte che personalmente prediligo nei vari capitoli. Poter creare qualsiasi cosa scrivendo è forse non solo l’apertura all’immaginazione, ma anche un esercizio per i più piccini di scrittura e memorizzazione. Volete creare un mecha? Nessun problema. Idem per qualsiasi cosa avete in mente e quindi il limite a un certo punto diventa la lingua stessa. Riuscirete a scoprire tutti gli oggetti visualizzabili? Per creare un oggetto ci apparirà la tastiera a fiore, uguale a quella presente su Steam. Ogni “petalo” avrà quattro lettere e dopo due minuti scrivere in questo modo diventerà la cosa più comoda e facile del mondo.

Scribblenauts Showdown
Un consiglio: scegliete un volatile per non dover nemmeno saltare.

La semplicità

Il gioco presenta parecchie pecche, troppe e ciò è innegabile. Potrei dire che è solo l’ombra del vecchio Scribblenauts e sinceramente non vedo l’ora di vedere il prossimo capitolo dedicato al mondo Marvel (dopo uno buono dedicato a quello DC). Però almeno al livello grafico siamo sempre nei soliti classicismi a cui ci siamo abituati. Linee grosse e decise delineano un quadro colorato e ben strutturato. Le figure minimalistiche permettono una facile immedesimazione e sopratutto divertente durante la creazione degli oggetti. Questi non sono cambiati purtroppo e un mecha di tre anni fa è identico a quello odierno, ma non importa. Non importa perché alla fine lo si pilota ugualmente. Ovviamente il tratto minimal e cartoon toglie i dettagli a tutto spiano a favore dei pattern flat e lo stile finale che assomiglia molto a quello delle figure di carta collegate con dei fili. Ovviamente anche questo lato poteva essere migliorato grazie alla nuova console. Può essere visto come un difetto solo in base alla personale visione quindi.

La colonna sonora di è quello che dovrebbe essere. Suoni allegri e leggeri accompagnano le nostre mosse e la nostra avventura, con le musiche capaci di rallegrare sopratutto i bambini. Ovviamente non aspettatevi Zimmer, ma piuttosto il continuo dello stesso minimalismo.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".