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Sea of Thieves è l’attesissimo gioco Rare esclusiva Microsoft che, ironicamente, porta il giocatore verso la pirateria. Questo nuovo titolo infatti è un gioco di avventura in prima persona dove impersoneremo un pirata generico e salperemo verso nuovi orizzonti con e senza equipaggio.
Atteso da anni e reduce da parecchie posticipazioni, Sea of Thieves è finalmente arrivato per PC Windows e Xbox One, presentandosi come un gioco fresco sulla pirateria con una modalità esclusivamente multigiocatore.
You are (not) a pirate
Una volta creato il nostro personaggio scegliendolo fra dei modelli pre-costruiti, vietando quindi al giocatore una personalizzazione più precisa del proprio avatar, Sea of Thieves ci permette di scegliere due modalità di gioco che si diramano in altre due opzioni: possiamo scegliere di prendere una nave piccola e salpare da soli, o in compagnia di altri tre amici, oppure semplicemente possiamo prendere un galeone e giocare soltanto in cooperativa con più persone. Queste due modalità sono azzeccate soprattutto per chi, di role-play, vuole essere un lupo solitario. Ovviamente, per chi inizia è meglio partire da soli, se non si ha già un amico pronto ad aiutarci, e questo riguarda soprattutto per la navigazione. Prendere confidenza con le meccaniche di gioco e di navigazione è cruciale, visto che Sea of Thieves non ha pietà per i novellini.
L’obbiettivo del gioco… Non esiste. Ci sono tre diversi tipi di missioni che, di per sé, servono soltanto ad arricchirci e non seguono un filone narrativo, dando la possibilità al giocatore di unirsi alle varie compagnie e di effettuare cacce ai tesori perduti, ricerche”archeologiche” o semplicemente recupero di vari materiali smarriti dalle varie compagnie commerciali. Sebbene queste tre diramazioni contengono anche dei piccoli aspetti di trama, soprattutto per quanto riguarda i teschi, il tutto viene minimizzato allo stesso iter.
Accetta la missione, parti con la nave, approda sull’isola/relitto, prendi il tesoro e ritorna da dove sei venuto.
Fine, non c’è molto altro.
L’unica variante la può dare la presenza di altri che, come ogni pirata, abbordano la tua nave cercando di ucciderti o di buttarla di giù per rubare i tuoi tesori o, con maggiore probabilità, darti solamente fastidio.
La semplicità del gameplay non è l’unica idea lineare che gli sviluppatori hanno avuto. I pirati, soprattutto negli ultimi venti anni, hanno avuto sempre più presa sul pubblico giovanile, soprattutto grazie a opere famose come Pirati dei Caraibi e One Piece. Nonostante il secondo dia un’interpretazione molto bambinesca e distorta dei pirati, comunque un’immagine esiste. In Sea of Thieves i pirati sono tali giusto perché li chiamano così. Tutto quello che facciamo nelle nostre attività è quello di andare a scovare tesori perduti e attaccare briga con altri pirati.
Se cambiassi “pirati” in “archeologi” alla Indiana Jones, nessuno potrebbe riuscire a spiegare cosa cambierebbe nel gioco. Persino le ricompense per ogni missione sono un continuo vicolo cieco. Fine a se stesso, l’oro ha l’unica utilità di essere scambiato con delle skin alternative per armi, equipaggiamento e per la nave. Questo modo di gestire le ricompense insieme alla linearità del gameplay rende Sea of Thieves un prodotto spento, povero, che di certo dopo qualche ora di gioco non ti sprona a continuare, come invece ha fatto benissimo Monster Hunter World che dopo quasi quaranta ore di gioco continua a sorprendere e divertire.
No Man’s Sea
A questo proposito, molte persone si sono chieste se effettivamente Sea of Thieves non fosse il nuovo No Man’s Sky, a lungo atteso e poi rivelatosi essere un fallimento totale. Da quello che ho potuto vedere nelle mie ore di gioco, non è proprio così. E’ vero che Sea of Thieves e No Man’s Sky condividono una pochezza nel contenuto disarmante, che delude già dai primi momenti di gioco. Ma la gestione della navigazione, estremamente divertente e a modo suo complessa rende ogni viaggio talvolta stressante, talvolta molto entusiasmante. I colori e la bellezza dell’oceano di Sea of Thieves, seppur con un tono molto cartoonesco, riescono sicuramente a colpire il giocatore, che si ritrova veramente immerso in una lotta contro l’oceano per arrivare da un’isola a un’altra. Lo sviluppo e la messa in pratica di tutto ciò che era stato promesso nel gioco è stato reso egregiamente, mostrando sì dei piccoli problemi (già comunque risolti dalle patch quasi istantanee), ma niente che potesse minare la qualità tecnica di questo titolo.
Il sistema di combattimento è molto semplice, si basa su dei semplici attacchi con la spada e dei colpi di pistola e fucile. Niente che valga veramente la pena di osservare, visto che alla fine le battaglie servono giusto per aggiungere un po’ di brivido alla ricerca del tesoro. Sono fatte più per atsmofera, anche perché i nemici principali (per lo più scheletri e serpenti) non rappresentano una grande sfida e anche come design sono un po’ poveri, soprattutto i primi.
Il Kraken, seppur abbia un’importanza cruciale sia per la lore del gioco sia per il gameplay, non è ovviamente facilissimo da trovare e una volta scovato, si rimane delusi perché di fatto il suo sprite consiste solo nei tentacoli. Non ha un corpo. La gestione del design generale dunque mi è sembrata eccesivamente minimale.
Tornando alla navigazione, è sicuramente il punto che più mi ha attratto, soprattutto perché si diventa bravi soltanto con l’esperienza. Non vi è un particolare tutorial per gestire la nave, solo dei consigli sparsi fra dialoghi e caricamenti, ma una volta imparata a gestire, diventa divertente anche attaccare navi nemiche di giocatori che, se tutto va bene, sono più incapaci di voi a gestire la loro barca. L’orientamento risulta essere piuttosto convincente come struttura, visto che oltre a una bussola è presente anche una mappa dove è possibile vedere l’andamento della nave nei confronti dell’isola su cui vogliamo approdare.
Anche così, sono riuscito a perdermi.
Guardie e ladri
Pur essendo un gioco incentrato sui pirati, veramente il feeling di essere un vero bucaniere è scarso. In primis, perché non si ha mai l’impressione di fare un’azione cattiva. Non siamo malvagi esseri che vivono per l’oro, siamo solo degli avidi ricercatori. Ci vorrebbe un sistema che incrementi il gioco di ruolo, creando anche l’antagonista naturale di ogni pirata.
La marina.
Un meccanismo automatico del gioco di difesa, magari anche in una modalità single player (visto i problemi di server e di lag), potrebbe dare nuova vita a Sea of Thieves, permettendo degli scontri con forti squilibri fra corsari e marines, ma aumentando così il contenuto del gioco. Un sistema di introduzione delle taglie potrebbe anche ovviare alla mancanza totale di sviluppo del personaggio, visto che non esiste esperienza o la possibilità di potenziare il proprio armamento. Una semplice taglia che dimostri quanto il giocatore sia effettivamente spietato, creando anche una classifica mondiale. Perché no, tramite DLC a pagamento potrebbero anche aggiungere la possibilità di essere un marine, creando ancora più varietà.
Tutte idee che potrebbero anche essere implementate, ma che temo resteranno tutte nella mia testa o in quella degli sviluppatori. La promessa di mantenere il gioco attivo e aggiornato sicuramente è un buon modo per farci sperare, ma temo non sia intenzione della Rare di offrire un prodotto così sviluppato (seppur le idee da me proposte siano più che semplici e, volendo, banali). L’ultimo punto riguarda la soundtrack, purtroppo poco originale ma decisamente orecchiabile. La possibilità di suonare delle canzoni popolari, come la Cavalcata delle valchirie di Apocalypse Now è sicuramente un’aggiunta più che simpatica, ma avrei voluto vedere un comparto audio più originale.