Silver Surfer: Black #4 – Recensione

Silver Surfer: Black
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Sta per terminare la miniserie dedicata al vassallo di Galactus, Silver Surfer. Con il primo numero di Silver Surfer: Black abbiamo visto un crescendo di qualità narrativa e grafica. Ogni numero poi culminava in un’esplosione potente e bene indirizzata verso i lettori. Con il numero quattro le cose iniziano ad avere un senso sul prossimo combattimento contro Knull, ma nonostante questo, sono tante le particolarità che ci lascia questo albo.

Norrin Radd si trova dinanzi al potentissimo Ego, che dal canto suo è disposto ad aiutargli nella sua lotta contro Knull. Ed è qui che si presenta una grandissima occasione per Silver Surfer, uccidere il distruttore, Galactus. Ancora in una fase semi umana, Galactus parla all’arrabbiato Surfer e questi capisce ciò che per tutti risulta essere una banalità, ma che in realtà non lo è affatto e non è possibile farci niente. Lo stato emotivo ci cambia e ci trasforma e la rabbia ci rende sempre meno umani. Si tratta di un numero che porta alla scoperta del modo per risolvere il problema di Knull ed è per questo che si tratta di una tratta parecchio importante e interessante.

Donny Cates dirige il timone della storia con la sua veloce abilità nel condurre i personaggi verso un determinato punto. I dialoghi non hanno un momento di relax; nessun punto di filler. Ogni minima parte è stata studiata per condurci alla fine del viaggio, che vedremo nel prossimo numero. Tradd Moore dietro le matite conduce un lavoro eccelso, continuando a regalarci dei veri e propri quadri pop. La fisicità diventa un fattore rilevante solo in parte in quanto sono le forme, l’elasticità e i colori a donare un effetto incredibilmente vistoso e acceso. Un piccolo capolavoro da leggere e gustare con una tazza di caffè.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".