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La vita delle miniserie è breve, ma spesso è una fiamma che di numero in numero diventa sempre più forte e chiara. Silver Surfer: Black è proprio questo, una fiamma che diventa sempre più grande, potente e calda. Il numero finale ci mostra quella battaglia tanto attesa, ma il tutto avviene in modo esplosivo, dirompente e incisivo. Le conseguenze le vedremo sicuramente in futuro e questa miniserie potrebbe essere realmente tra le migliore dell’anno per quanto riguarda il fumetto americano.
La battaglia contro Knull sta per iniziare, ma bisogna ammettere che come ogni inizio di lotta si parte subito da quelli che sono i ricordi di un personaggio cosi imponente e cosmico come Silver Surfer. Norrin ricorda quel che era, quel che è e che ora è stato quasi battuto, ma ha ancora un asso nella manica. La lotta senza esclusione di colpi parte subito in modo frenetico, deciso e violento. Knull è intenzionato a vincerla e si avvale di ogni sotterfugio per riuscire a mettere il proprio nemico in ginocchio. Surfer non vuole inginocchiarsi però, ma al contrario, è deciso a combattere fino alle fine e parte all’attacco insieme al pianeta vivente, Ego.
Donny Cates è un vero pazzo furioso (citando Montemagno). La sua scrittura è fluida, coinvolgente, avvincente e non lascia niente al caso. Il ragazzo prodigio di casa Marvel scrive un’ennesima storia di incredibile fattura con alcuni momenti introspettivi di grande interesse, ma senza lasciare spazio alle incongruenze o errori. Sembra quasi che sia lo scrittore perfetto e in effetti è davvero uno dei diamanti odierni che potrebbe plasmare il futuro di molti personaggi senza alcuna paura di sporcarsi le mani. Sarà interessante inoltre vedere il futuro di Silver Surfer dopo gli eventi di questa minserie. I testi ovviamente sono coadiuvati dalle immense matite di Tradd Moore, che sperimenta ora più che mai. La sua sperimentazione va oltre ogni immaginazione e per essere una miniserie di una major come Marvel, si tratta di un vero e proprio miracolo. Si passa dal cubismo all’arte pop in un baleno e poi eccoci, immersi in una lotta dettagliata e movimentata in modo originale con il solito tratto preciso, ma semplice e sopratutto funzionale come pochi. Dave Stewart grazie ai suoi colori piuttosto piatti e caldi dona poi quella sensazione di guardare dei veri e propri quadri. In effetti, ho vorrei appendere alcune tavole in casa talmente sono belle.