Slumber – Recensione – Quando gli incubi sono deludenti

Slumber
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Delle volte, potrebbe capitare di restare un po’ straniti a fine lettura. Non so se vi è mai capitata questa strana sensazione, ma personalmente non mi capita spesso e a dire il vero non mi piace. Eppure, è successo con Slumber, un fumetto edito da saldaPress e firmato da Tyler Burton Smith con le matite di Vanessa Cardinali.

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Si tratta di una storia d’azione riguardante il sogno, ma è anche un po’ una buddy story visto che c’è una coppia di protagonisti con dei caratteri del tutto diversi. Si parla di un’entità che uccide attraverso il sogno e di una soluzione a una serie di crimini che ovviamente centrano con quest’entità. D’altra parte abbiamo una madre che cerca la sua vendetta e ovviamente centra ancora una volta l’entità. Ed è qui che tutto andrà a incrociarsi in modo davvero interessante e imprevedibile.

Ciò che mi ha colpito in questa storia è sicuramente la complicità presente tra tutti i personaggi e il loro modo di parlare e di affrontare il pericolo. La storia in sé risulta essere interessante, ma forse un po’ confusionaria e spesso si perde il senso del ritmo.

Potrei quindi dire che la sceneggiatura di Tyler funziona, ma solamente a metà. Eppure qualcosa in Slumber conquista il lettore e lo tiene comunque incollato alle pagine. Il tipo di scrittura diretto, senza fronzoli e senza troppe attese rende la lettura un susseguirsi di eventi e un continuo crescendo verticale, ma che tende a perdersi un po’ di qua e di là. La descrizione di alcuni personaggi è troppo blanda e a fine lettura sarebbe impossibile descriverli con degli aggettivi precisi.

Eppure la parte più bella di tutta l’opera risulta essere sicuramente la sua veste grafica. Vanessa Cardinali alle matite fa un lavoro splendido, dipingendo non solo il mondo reale, ma anche quello dei sogni e degli incubi Tre anelli che si uniscono per formare una piccola catena sulla quale viaggia tutta la narrazione. Il tratto preciso e aggressivo non punta al realismo, ma al dinamismo e all’emozione. La spigolosità dei personaggi enfatizza quel che provano e rappresenta spesso quella spinta che serve per andare avanti con la lettura.

Questo stile artistico assomiglia un po’ a un brano dei Maneskin. Un mondo dove la complessità incontra la semplicità, ci va a braccetto e alla fine finisce per bere una birra insieme in un pub. Slumber è quindi una storia onesta che non spicca il volo, ma nemmeno crolla sotto il peso delle aspettative.

cover di Slumber

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".