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Ci sono delle saghe cosi longeve da superare il concetto di una sola generazione, ma ne abbracciano molteplici, regalando delle emozioni sempre nuove e costante evoluzione. Ricordo poco della prima volta che vidi Star Wars e in fondo come potrei ricordarlo visti i miei 30 anni e visto che il primo capitolo uscì molto prima della mia nascita. So che in età adolescenziale recuperai ogni film, imparai ad amare l’ambientazione, i suoi personaggi e la magia che lega la narrazione e praticamente tutta la mitologia. Ora che è uscito il capitolo conclusivo Star Wars: L’ascesa di Skywalker eccomi a parlarvene.
Nell’aver visto la fine della saga dedicata alla famiglia Skywalker sono un po’ felice e un po’ triste. Felice perché ogni cosa deve finire per far spazio a un’altra. Triste perché ogni cosa deve finire e mi mancheranno tutti quei meravigliosi personaggi che ora vivranno solo nei ricordi. Come si suol dire, “c’est la vie” e dobbiamo accettare sempre una fine. Detto questo, non so quanto questa recensione sarà realmente oggettiva e non so nemmeno se voglio scriverla in questo modo perché alla fine dei conti, non l’ho mai fatto. Quindi state pronti, perché state entrando nell’antro di un fan che dopo aver finito di scrivere si metterà a giocare a Knights of the Old Republic senza pensarci due volte.
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Kylo Ren è sulle tracce di Palpatine, che nonostante tutto è ancora vivo e governa tutto nell’ombra del pianeta nascosto a tutte le mappe galattiche. Arrivato sul posto, egli però di non ucciderlo, ma piuttosto di iniziare a servire l’imperatore, ma è chiaro fin da subito che in tutto questo, ha un secondo fine. Rey nel frattempo è alle prese con l’addestramento, mentre il team all’interno del Falcon cerca di prendere delle informazioni da un traditore dell’ordine di Kylo. Ognuno ha un compito da svolgere e ognuno cerca di raggiungere il proprio obbiettivo, ma la guerra è inevitabile ormai e non è possibile attendere ancora di più.
Non voglio spoilerare la sorpresa a chi non ha ancora né visto né letto niente del film, perché il piacere della scoperta è santo per qualcuno che ha vissuto tutta la vita con Star Wars e che ora ne vedrà la fine (della saga dedicata alla famiglia Skywalker). Ovviamente non è un film diamante, ma non lo sono in tanti in fin dei conti. Ha i suoi difetti e ha i suoi pregi e bisogna capirlo prima di tutto.
J.J. Abrams è entrato in questa partita con un settimo film accolto in ambo i modi dalla critica e dai fan e poi ha avuto il difficile compito di terminare la saga. Prendere un lavoro già iniziato e continuarlo non è una cosa semplice e ciò lo si dimostra dall’inizio alla fine. La sensazione durante la visione è quella di vedere un’auto sportiva andare al massimo della sua velocità, senza fermarsi per un solo istante. Questo ovviamente crea parecchi problemi alla narrazione stessa in quanto si percepisce una certa presa sull’acceleratore e ciò crea non pochi problemi. Non ci sono momenti adatti per il riposo ed è tutto un concentrato di eventi, di battaglie, di corse e cosi via. Lapalissiana è quindi la sensazione di spaesatezza che vediamo al suo interno, ma non è tutto. Il parziale retcon iniziano con l’ottavo capitolo prosegue anche qui e alcuni fan probabilmente rimarranno parecchio delusi da questa decisione di rimodellare qualcosa che sembrava intoccabile. A mio avviso invece ogni elemento di finzione è possibile mettere in un ordine diverso, regalando delle emozioni nuove.
La seconda parte in effetti sembra voler mettere tutto a posto in un modo spettacolare, fatto di lotte, morte e speranza. Questa è infatti una parola che mi veniva in mente molto spesso durante la visione, “La Speranza”. In fondo si tratta di un mantra muto dell’intera saga e cosi anche questa volta troviamo questa parola a dominare tutto. Un po’ come in alcune guerre, quelle reali, quando ogni cosa si reggeva sulla speranza di vincere e di vivere liberi. Questa speranza è forse abusata, forse non serviva, ma chiude perfettamente la serie, come quella fiaba che doveva essere e che in fin dei conti, nonostante l’ascesa a un leggero sci-fi, continua a essere. Molti, in effetti, hanno dimenticato che Star Wars è in primo luogo un bellissima fiaba e questa muta a seconda del periodo in cui viene scritta.
Gli incontri con i vecchi personaggi classici risulta però un po’ troppo banale, come se fosse stata scritta di gran fretta e sopratutto in alcuni punti non hanno nemmeno senso alcuni eventi, ma è cosi e basta. Alcune cose e incongruenze di Star Wars si accettano e basta. Lando è ovviamente fantastico, ma è chiaro che coloro che desideravano un ingresso in scena potente e inaspettato, rimarranno delusi a priori. Anche solo perché sapevano della sua presenta. Non mancano i momenti comici, che cercano di alleggerire i momenti più pesanti, ma bisogna dire che probabilmente sono anche troppi. I droidi scherzano, ridono e giocano, mentre la guerra infuria attorno a loro e tutto ciò è piuttosto ridicolo. Ovviamente non lo fanno realmente, ma delle semplici battute no-sense assolutamente sì. Interessante il dualismo tra il bene e il male, presente in questa trilogia più che mai e in fondo, chi poteva aspettarsi altri? Due detentori di due forze si devono contendere e deve esserci un dualismo necessario, che porterà a un finale non scontato.
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Al livello tecnico invece ci troviamo davanti a un lavoro superbo dal punto di vista della computer graphic, che mostra i muscoli in ogni istante. Vedere le astronavi immense, piene di dettagli e qualitativamente superlative non è una cosa da tutti i giorni. Ogni dettaglio grafico è lì per un motivo e tutto funziona nel suo insieme. Abbiamo però un’altra dimostrazione dei pessimi gusti dei Sith. Le musiche accompagnano il film a tratti come se fosse un’opera teatrale, ma senza eccellere in un preciso momento. Non c’è quel momento in cui un brano entrano nel cuore per restarci. Un vero peccato in fin dei conti.
Ci sono ancora tantissime cose da dire al riguardo, ma probabilmente potrei andare all’infinito a viaggiare il male e il bene. Il film segna una conclusione e questo è un dato di fatto. Potrà non piacere, ma i finali molto difficilmente piacciono ai fan e questo è un altro dato di fatto. Lo amerete, lo odierete, ma fatelo guardare al vostro piccolo fratellino o sorellina e capirete che la magia esiste ancora.
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