SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech – Recensione

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Vi piacciono i giochi di ruolo? Lo Steampunk? Bene, SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech potrebbe fare al caso vostro. Nel 2010 i ragazzi di Image & Form si fecero conoscere con un Tower Defense su Nintendo DS che già aveva conquistato molti. Con i titoli successivi della serie SteamWorld hanno sempre più consolidato un pubblico di nicchia appassionato alle loro piccole gemme, che spaziano dagli adventure-platformer agli strategici a turni.

Dunque, analizziamo a dovere questo SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech, recentemente arrivato sullo store digitale di Nintendo Switch, che prova a mescolare il gioco di ruolo a turni con le carte ottenendo un risultato… A dir poco sorprendente.

Si aprono le danze! … A turno.

Steampunk e robot, cosa volete di più

Le nostre avventure all’interno di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech iniziano con un cast robottoso tutto al femminile. Armilly, una giovane guerriera aspirante alla locale gilda degli eroi, e Copernica, una giovane alchimista che ha recentemente lasciato gli studi, saccente e dolcissima, riusciranno a conquistare il vostro giovane cuore con poche e semplici linee di dialogo farcite da battute e ironia.

Da una semplice avventura alla ricerca di un fungo, le nostre protagoniste si ritroveranno poi invischiate in un’aspra lotta contro l’Esercito del Nulla e il loro Signore. Ovviamente non saranno sole, ma a dar loro man forte arriveranno altri combattenti, primo fra i tanti Galleo, gigantesco e ingenuo, e a seguire Orik, uno strambo figuro rinchiuso in una gabbia, e Tarah e Tayne, coppia di fratello e sorella.

Non esaltatevi, sono tutti personaggi piuttosto stereotipati e per nulla rivoluzionari, ma nella loro semplicità e spiccata simpatia sapranno catturarvi per tutta la durata della trama, che, a difficoltà normale, non impiegherà più di 15 ore per essere portata a termine. Un piccolo inciso: se non siete novizi dei giochi di ruolo, il nostro spassionato consiglio è di iniziare immediatamente alla difficoltà più elevata, considerando che quella normale potrà risultarvi fin troppo semplice e sbrigativa.

Come rubare le caramelle a una… anatra?

Anche la sceneggiatura di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech risulta essere piuttosto semplice, ma non per questo inefficace. L’eterna lotta del “bene” contro il “male” continua ad essere piuttosto affascinante, nonostante ne siano state date mille interpretazioni, ma in SteamWorld Quest, per ragioni che non vogliamo svelarvi per evitare disastrosi spoiler, il confine fra le due fazioni non è proprio così netto. Ogni eroe ha i suoi lati oscuri, le sue ombre, i suoi difetti. Inevitabilmente ciascuno dovrà un giorno farci i conti, tentando di superarli o, inevitabilmente, soccombere.

Impeccabile… O quasi

Sin da subito il sistema di combattimento di SteamWorld Quest: Hand of Gilgamech si mostra piuttosto intuitivo. Sebbene siano effettivamente presenti dei “mazzi di carte”, la base rimane comunque quella di un gioco di ruolo a turni. Ogni eroe avrà a disposizione otto carte totali e potranno essere schierati fino a tre personaggi a battaglia, intercambiabili solo al di fuori degli scontri.

Esistono diversi tipi di carte ed è possibile distinguerle in molti modi, ma alla base possiamo dividerle in due: quelle che generano “ingranaggi” e quelle che ne consumano. Gli ingranaggi sono necessari per attivare le abilità più potenti e possono essere accumulati utilizzando quelle base con costo zero. Possiamo poi trovare carte di attacco fisico o magico, o altre con valore difensivo o di recupero. Gli attacchi possono anche essere infusi con i vari elementi o generare status alterati nei nemici. Tutto quello che potete pensare appartenere ad un classico gioco di ruolo sarà presente, insomma.

Il classico sogno del tirapiedi malvagio.

Ogni capitolo di storia avrà la sua piccola mappa, divisa in stanze, tutte esplorabili in side-scrolling. Saranno presenti forzieri utili per ottenere nuove carte e materiali per potenziarle, e oggetti da rompere per ottenere randomicamente somme di denaro. Fra stanze segrete e piccoli enigmi, l’esplorazione in SteamWorld Quest sarà quasi sempre piacevole, con i nemici a schermo evitabili (anche se vi consigliamo di sconfiggerli per ottenere esperienza e tanto denaro) ed enormi statue del grande eroe Gilgamech che vi permetteranno di ripristinare gli HP degli eroi e far ritornare in vita i vari mob.

Artisticamente parlando SteamWorld Quest è molto piacevole. Tutti i personaggi sono disegnati con minuzia di particolari, tutti diversi tra loro. Questo vale anche per gli NPC più importanti e i nemici, seppur si ripetano nel corso dell’avventura, saranno sempre riconoscibili e variegati. L’unica piccola critica che possiamo fare al versante estetico del titolo di Image&Form è la poca cura posta nelle ambientazioni, poco particolareggiate e a volte anche ripetute. Un vero peccato, perché si sa che il mondo Steampunk è sempre interessante e i videogiocatori lo amano.

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Redazione