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Dopo aver generato uno stupore generale con il suo debutto su PC, SUPERHOT ritorna in tutto il suo splendore su PS4. Questo titolo è considerato, a buon ragione, uno dei migliori indie degli ultimi tempi. L’idea alla base del gameplay è, a dir poco innovativa, quasi rivoluzionaria. Il tutto viene riassunto egregiamente con la frase usata per pubblicizzare il gioco: “Il tempo si muove quando ti muovi tu”. Ma passiamo ad analizzarlo subito.
“Mind is Software”
Appena avviato il gioco, ci ritroviamo di fronte una schermata retrò, simile alla schermata di un vecchio DOS. Questo menù ha diverse voci, la prima è “Superhot.exe” che avvia quella che si potrebbe definire la modalità storia. Veniamo catapultati all’interno del gioco: qui, inizialmente si potrebbe avere l’impressione di trovarsi di fronte ad un gioco semplice che punta tutto sul gameplay senza dedicarsi minimamente al comparto narrativo, ma ben presto capiremo che non è affatto così. Infatti, dopo circa cinque “livelli” succede qualcosa di inaspettato. Però procediamo con ordine, la narrazione del gioco, come il gameplay, viene gestita in modo innovativo. Infatti, SUPERHOT è un gioco all’interno del gioco. La schermata simil-dos è proprio quello che sembra, quella di un computer mentre il suo proprietario è il nostro protagonista. Il nostro sistema viene però violato da un hacker, e questo in alcuni punti diventa molto “reale” e addirittura pericoloso per la salute del protagonista, motivo che permette alla trama di raggiungere col finale un vero e proprio climax.
“Body is Disposable”
Nonostante la trama ben curata, il vero cavallo di battaglia di SUPERHOT è il gameplay. “Il tempo si muove quando lo fai tu” è il modo migliore per descriverlo, ma non per questo risulta essere noioso o semplice. Il gioco è uno sparatutto in prima persona molto particolare ed il fatto che ogni nostro minimo movimento faccia scorrere in modo più o meno veloce il tempo, colloca il gameplay a metà tra un puzzle game e un FPS pieno d’azione. Il nostro obbiettivo sarà uccidere degli esseri rossi che tenteranno anch’essi di eliminarci, difatti basterà un colpo per riuscire a farli e farci fuori. Ci sono sia armi da fuoco, che da mischia, non ci sono munizioni da “trovare”, quando saremo a secco, infatti, dovremo colpire gli altri esseri per rubargli le loro armi. Ad un certo punto si sbloccherà anche la possibilità di scambiare il proprio corpo con un nemico, aprendo così ad ancora più possibilità strategiche.
Una cosa che ho molto gradito è stata la possibilità a fine livello, di avere un replay a velocità normale di tutte le azioni compiute, senza tutti i tempi morti passati a pianificare la strategia. Una vera goduria per gli occhi vedere quella che sembra una scena uscita fuori da un film d’azione molto frenetico. La modalità storia è composta da un buon numero di livelli, ma nonostante questo la sua durata si attesta intorno alle 2 ore massimo. Ciò è un peccato, anche se forse tirarla troppo per le lunghe avrebbe rovinato la narrativa del gioco. Ma in un certo senso si può dire che il gioco vero e proprio cominci dopo averlo completato. Infatti, una volta portata a termine la “campagna principale” si sbloccheranno le modalità endless del gioco. Qui, come suggerisce il nome, dovremmo contrastare orde infinite di nemici, finché non saranno loro a sopraffarci. Oltre a questo, si sbloccheranno anche modalità a tempo, in cui dovremmo sconfiggere un dato numero di nemici nel minor tempo possibile e così via.
“The System Will Set Me Free”
Per quanto riguarda il comparto tecnico, SUPERHOT è un gioco che punta al minimale. Infatti, nei vari livelli che andremo ad affrontare i colori a schermo saranno solo tre: il bianco, che rappresenta tutto l’ambiente circostante e questo colore le fa da padrone; poi c’è il rosso, di cui sono tinti i nemici, ed infine il nero, colore che sta ad indicare le armi e gli oggetti utilizzabili per compiere le nostre carneficine. Insomma, tutto diventa semplice e funzionale. Dal punto di vista acustico, invece, il gioco è sprovvisto di una vera e propria colonna sonora, e solo gli spari delle armi da fuoco e i suoni ambientali spezzano il silenzio che domina nelle fasi di gameplay, che ben si sposa con il ritmo lento e ragionato del titolo. Infine, da segnalare anche l’engine Unity, adoperato con molta sagacia dagli sviluppatori, poiché sono stati capaci di realizzare un mondo pulito con una trinità di colori che vi farà concentrare solamente sull’azione del gioco.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Tirando le somme, acquistando SUPERHOT vi ritroverete di fronte un ottimo gioco, che sa farsi valere e dimostra quanto poco ci sia da sottovalutare un indie. Una trama breve ma avvincente, che una volta completata vi spianerà la strada ad un gioco virtualmente infinito. Pronti a essere rapiti e ad essere trasformati in poco tempo in vere e proprie macchine assassine?[/stextbox]